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    Sala: “Mi interessa il futuro del Paese ma resterò sindaco di Milano”

    “Sono il Sindaco di Milano e sicuramente continuerò a svolgere questo ruolo”. Lo ha scritto il sindaco di Milano, Giuseppe Sala, sulle sue pagine social. “La politica ora è la mia vita, non è sempre stato così, credo per mia fortuna, perché ho avuto la possibilità di mettermi alla prova in altri mondi, e lo sarà certamente anche in futuro – ha aggiunto -. Per questo parlo con tutti e sono interessato al futuro del mio Paese”.
    Il post sulle pagine social del sindaco di Milano, Giuseppe Sala, arriva dopo giorni di indiscrezioni su un suo possibile ruolo da leader di un nuovo centro riformista e su un suo dialogo aperto con Luigi Di Maio, che ha appena rotto con il Movimento 5 stelle.
    “Da tempo mi dedico alla questione ambientale – ha ricordato Sala nel suo post – . In questi ultimi anni mi sono confrontato con Ed Markey, il padre del Green New Deal, e con Al Gore. Ho imparato dai Verdi Europei. Ho guidato la task force mondiale di C40, per un ‘Green and just recovery” – ha concluso -. E seguiterò ad impegnarmi in questo senso. Con il realismo che orienta la mia azione a Milano”.    

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    Dl Pnrr: Fdi, non parteciperemo ai lavori delle commissioni

    “Fdi non parteciperà ai lavori delle commissioni Bilancio e Lavoro sul Pnrr perché è assurdo e vergognoso che nonostante sia stato anche stigmatizzato dai due presidenti di commissione, venga chiesto al Parlamento di occuparsi di un provvedimento fondamentale per la Nazione senza avere ancora un testo e di farlo in uno spazio temporale praticamente inesistente. Ancora una volta il governo e i partiti che lo sostengono scelgono la scorciatoia e il bavaglio.
    Noi aspetteremo in Aula l’esecutivo”. Così Paolo Trancassini, capogruppo di Fdi in commissione Bilancio, annunciando l’assenza anche di Lucaselli, Rampelli, Rizzetto e Bucalo. 

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    M5s: Salvini, una tristezza chi cambia partito

     “Ho la tessera della Lega in tasca da trent’anni e, se mi verrà a noia la politica, non cambierò partito ma farò altro. A vedere colleghi che cambiano partito mi viene tristezza”. Il leader della Lega, Matteo Salvini, commenta così, a tele Lombardia, la scissione del Movimento 5 Stelle. “Mi auguro – aggiunge – che a casa ci si ricordi di chi ha portato a casa i risultati, e chi invece cambia partito. Poi chi ha ragione tra Conte e Di Maio mi interessa meno di zero”. 

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    Nuova partnership tra ANSA e Télam, principale agenzia argentina

    Télam e ANSA hanno firmato un importante accordo di collaborazione alla presenza dell’Ambasciatore argentino a Roma Roberto Manuel Carlés e in collegamento con l’Ambasciatore italiano in Argentina Fabrizio Lucentini. La partnership prevede la disponibilità e lo scambio di contenuti da poter utilizzare sulle rispettive piattaforme informative.    Si arricchisce in questo modo per gli abbonati e i clienti delle due Agenzie l’offerta di servizi di informazione internazionale: l’accordo si articola infatti nella possibilità per i partner di utilizzare i rispettivi servizi informativi per uso editoriale e di sviluppare offerte commerciali congiunte a supporto della comunicazione di istituzioni e aziende dei rispettivi Paesi. L’Ambasciatore Fabrizio Lucentini ha sottolineato: “Le sinergie che si svilupperanno tra ANSA e Télam grazie all’accordo firmato oggi tra le due agenzie di stampa favoriranno una maggiore integrazione nel settore dell’informazione tra Italia e Argentina, contribuendo a rendere ancora più vicini i due Paesi a beneficio di cittadini, istituzioni e imprese”.    Per l’Ambasciatore Roberto Manuel Carlés “questo accordo che oggi hanno firmato ANSA e Télam ci permetterà di rinforzare gli storici legami tra l’Italia e l’Argentina attraverso un campo che oggi deve affrontare tante sfide, come è quello della informazione. Contribuirà senz’altro a una migliore conoscenza reciproca dei nostri Paesi. Celebrare un accordo con un’agenzia prestigiosa come ANSA è un motivo di orgoglio non solo per Télam, ma anche per questa Rappresentanza”.    L’Amministratore Delegato di ANSA Stefano De Alessandri ha espresso soddisfazione per questa nuova collaborazione: “La partnership con Télam rappresenta un rafforzamento del nostro rapporto storico e privilegiato con l’Argentina; si tratta inoltre di un nuovo importante passo per ampliare la già importante presenza ANSA in questo Paese e, più in generale, la copertura dell’Agenzia nell’America Latina, area da sempre strategica”.    “Per Télam – ha dichiarato la Presidente Bernarda Llorente – la firma di questo accordo con ANSA è molto importante da un punto di vista culturale, in quanto rappresenta il rapporto storico fra i due Paesi sul tema dell’informazione. Sono sempre di grande interesse le notizie che arrivano dall’Italia: l’America Latina come regione e l’Argentina in particolare hanno un interesse particolare per l’Italia. Gli accordi a livello bilaterale rafforzano tutte e due le agenzie, in momenti di grandi cambiamenti a livello giornalistico e di grande concentrazione dei media sull’agenda-setting. Avere questo rapporto privilegiato con l’ANSA di sicuro migliorerà sia la quantità che la qualità dell’informazione dei due Paesi e per noi è un’opportunità importante per imparare da altre esperienze e da altri modelli di sviluppo di agenzie di stampa”.    

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    Mattarella: “Risposta netta a Mosca per il ripristino della pace”

    “Il conflitto scatenato da Mosca per anacronistiche velleità di potenza richiede una risposta netta, unitaria e solidale, al fine di giungere al ripristino di condizioni di pace”, ha detto il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, alla sessione inaugurale della Conferenza nazionale della Cooperazione allo sviluppo.
    “Il contributo delle comunità di cittadini stranieri presenti in Italia” è “prezioso” per “la conoscenza fra i nostri Paesi”, ha detto ancora Mattarella, alla Conferenza nazionale della Cooperazione allo sviluppo. “Il lavoro degli immigrati genera ricadute positive nel funzionamento del nostro sistema produttivo e di welfare, e insieme contribuisce allo sviluppo dei Paesi di origine – ha aggiunto -. Le rimesse generate nel mondo verso i Paesi a reddito basso e medio ammontano soltanto nel 2021 a circa 550 miliardi di euro”.
    “La pandemia ha reso evidente che in un mondo interconnesso non esistono soluzioni locali a sfide globali, come quelle dell’emergenza sanitaria, dei cambiamenti climatici, della povertà estrema, dell’insicurezza alimentare”.

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    Dubbi dentro a M5s. Ma Conte per ora frena: 'Sosteniamo il governo Draghi'

    Il giorno dopo la scissione di Luigi Di Maio, mentre in Aula nasce il gruppo Insieme per il Futuro che fa capo al ministro degli Esteri, Il presidente della Camera Roberto Fico accusa: “La scissione è una operazione di potere e non politica, che è cosa diversa. Ed è stata usata con una strumentalità senza precedenti”. Anche l’ex sindaca di Torino Chiara Appendino è critica nei confronti della scelta di Di Maio. “Come ho sempre detto – sottolinea – la mia casa politica è quella del Movimento 5 Stelle e, finché ci sarà un’idea condivisa di futuro, questa continuerà ad essere”. “Ieri – scrive – Luigi Di Maio e diversi parlamentari hanno fatto una scelta che non condivido assolutamente, ma che non cancella quanto fatto e vissuto insieme in tutti questi anni. Che, nel bene e nel male, ci ha portato ad essere ciò che siamo”.
    Il leader del M5s Giuseppe Conte – intanto – assicura il proprio appoggio al governo Draghi. “Il sostegno a Draghi non è in discussione”, ha detto Conte parlando con i cronisti fuori dalla sede del partito. “Il Movimento rimarrà la prima forza politica ad occuparsi di tutti quei temi, dalla giustizia sociale alla transizione ecologica, che fanno parte dell’ossatura del Movimento 5 stelle”.
    Tra le fila pentastellate, però, cresce la voglia di dare un segnale all’esterno e di discontinuità dopo l’addio pesante di Di Maio. Lo stesso Conte non si nasconde il problema: “Noi nel governo ci siamo e ci saremo fino a che saremo in grado di tutelare gli interessi dei cittadini e continuare le nostre battaglie” avverte il presidente prefigurando al prossimo incontro – “un confronto in settimana” – con Draghi, una serie di nuovi paletti per garantire il sostegno dei 5 stelle al governo. Conte intanto incassa il sostegno di Roberto Fico, visita di ‘prestigio’ nella giornata di oggi. Il presidente della Camera è infatti uno dei pochi veri “testimonial” del Movimento delle “origini” con un rilevante peso istituzionale. Fico e Conte si lasciano volentieri fotografare insieme, per un veloce spuntino consumato a pochi passi dalla sede di Via Campo Marzio accompagnati dallo stato maggiore pentastellato: Vito Crimi e Paola Taverna, Roberta Lombardi, Mario Turco e Nunzia Catalfo, tra gli altri.
    E in quella pausa sia Fico che Conte provano a smussare le frizioni già emerse sulla tenuta del sostegno al governo. A provocare il dibattito il suo ex viceministro allo Sviluppo, Stefano Buffagni. “Restare nel governo? Valutiamo, vediamo, ci dobbiamo riflettere non vi pare? Secondo me sarà uno dei tanti temi da affrontare” dichiara il deputato ai cronisti che lo incrociano davanti alla sede 5s. Negli uffici del Movimento il parlamentare avrebbe fatto le stesse pressioni con Conte e i suoi colleghi di partito. Scoppia il finimondo: a stretto giro Stefano Patuanelli, capodelegazione al governo, la viceministra Alessandra Todde ed altri esponenti che hanno lasciato la riunione negano con forza la volontà di abbandonare l’esecutivo. Una nota dello staff di Conte, dello stesso Buffagni e dei presenti al vertice di via Campo Marzio nega che siano volati gli stracci. Poi anche Conte smentisce in tutte le salse l’intenzione di voler strappare con Draghi: “assolutamente non metterò in discussione il nostro sostegno al governo”. Né intende chiedere la testa del ministro: “Lascerei che Di Maio si interroghi con la propria coscienza e decida, io non chiederò le sue dimissioni” come vorrebbero le regole M5s. E’ quasi più duro Fico con Di Maio, suo antico antagonista. “La scissione è una operazione di potere e non politica, che è cosa diversa”.
    Ma Fico prova a voltare pagina : “Per me la scissione che è avvenuta ieri è già il passato. Ci sono tanti temi da trattare. Le scissioni sono il grande classico della politica e una grande banalità della politica. Una banalità che allontana i cittadini dalle Istituzioni”. E per voltare pagina parla di nuove iniziative, a partire dalla Campania nei prossimi giorni. Dove però, mentre si vocifera di nuove addii al M5s di esponenti di primo calibro, succede che tutto il gruppo consiliare del M5s di Pomigliano d’Arco abbia deciso di seguire il ministro passando a “Insieme per il futuro”. Anche a livello regionale potrebbe passare con Di Maio la capogruppo 5s e vicepresidente del Consiglio regionale Valeria Ciarambino. Con Di Maio in Campania “non c’è nessuna competizione, non c’era neanche prima perché siamo in collegi diversi. E’ una stupidaggine” smorza Fico che annuncia a breve una riunione degli eletti in Campania “che incontriamo per risolvere i problemi dei cittadini”. In serata c’è poi da affrontare lo scoglio dei parlamentari, quelli rimasti: sta a Conte convincerli di aver fatto la scelta giusta. Sta a lui frenare possibili nuove emorragie. D’altra parte il partito dell’uno vale uno ora litiga anche sul suo contrario: “che uno non può valere uno l’ho detto io per primo ed è stato un elemento quasi di rottura in una comunità che dagli albori diceva l’opposto” rivendica, il giorno dopo Di Maio anche Giuseppe Conte.

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    Draghi incassa sì della Camera su Kiev e sostegno Conte

    Giuseppe Conte promette lealtà al governo: l’appoggio del Movimento “non è in discussione”.

    Agenzia ANSA

    L’ex premier assicura che resterà alla guida del Movimento e riceve Roberto Fico. Intanto Di Maio domani riunirà domani l’assemblea congiunta dei parlamentari della nuova formazione, Insieme per il Futuro. (ANSA)

    Un sostegno ribadito, nei fatti, anche a Montecitorio dove Mario Draghi, prima del Consiglio Ue, incassa il sì compatto della maggioranza e applausi. In particolare quando, in un vibrante intervento fuori programma, spiega l’importanza di supportare con armi e sanzioni la difesa di Kiev, affinché non sia sottomessa. Parole forti con cui il premier, rafforzato dall’addio di Luigi Di Maio ai 5 stelle, prende di petto un argomento delicato per la sua maggioranza – quello degli aiuti militari – per chiarire, una volta per tutte, da che parte sta l’Italia e perché. Poi, insieme al ministro degli Esteri e ad altri componenti dell’esecutivo, sale al Quirinale: la tradizionale colazione di lavoro, prima di partire per Bruxelles, in cui il capo del governo e il presidente della Repubblica confermano l’asse sulla linea da tenere in Europa.

    Agenzia ANSA

    I falchi all’attacco della Bce per lo scudo anti-spread (ANSA)

    Al centro dell’incontro al Colle c’è l’impegno dell’Italia per il percorso Ue dell’Ucraina e dei Balcani Occidentali, l’aumento dello spread, la crisi energetica e alimentare. Infine, il futuro dell’Europa che vede il nostro Paese favorevole alla modifica della richiesta di unanimità a favore di meccanismi di voto a maggioranza. Il premier, dopo essersi messo alle spalle le tensioni sulla risoluzione di maggioranza, si appresta a partecipare al Consiglio europeo con una rinnovata forza. Alla Camera, passa non solo l’atto di indirizzo della maggioranza, ma anche uno di FdI.
    Un testo, approvato con l’astensione dei partiti che sostengono il governo, che prevede il “sostegno alla resistenza del popolo ucraino al fine di ottenere al più presto una pace giusta”. Ed è anche all’opposizione che il presidente del Consiglio si rivolge quando, con tono accorato, illustra i due punti di vista che si fronteggiano sull’Ucraina: “Uno è quello mio, l’Ucraina si deve difendere, e le sanzioni, l’invio di armi, servono a questo. L’altro è diverso: lasciamo che l’Ucraina si sottometta’”.
    La scissione nei Cinque Stelle da minaccia per la tenuta del governo, per ora, sembra essersi trasformata in elemento per la sua stabilità. E il sostegno indiscusso all’esecutivo diventa un refrain nel Movimento, che -indebolito dall’addio di Luigi Di Maio – accantona al momento i toni battaglieri e rivendicativi degli ultimi tempi per predicare lealtà. Lo fa Conte, ma anche gran parte di ministri, sottosegretari, parlamentari. Ma ci sono anche le voci fuori campo, come quella di Stefano Buffagni, che risuona come un campanello d’allarme: “Vedremo”, risponde a chi gli chiede se il M5s continuerà a sostenere Draghi. Di certo, senza il freno dei governisti (ormai fuoriusciti), ‘l’avvocato del popolo’ dovrà confrontarsi sempre di più con l’ala dura e pura del Movimento e sarà chiamato ad un grande sforzo di mediazione per conciliare le battaglie per i valori pentastellati, la permanenza nella maggioranza e la tenuta dell’alleanza giallorossa. La scissione non ha colto di sorpresa il segretario dem Enrico Letta che, tenendosi lontano dalla disputa Conte-Di Maio, e mette in chiaro che la priorità è “mettere in campo un’idea di Italia per i prossimi cinque anni”, poi “condividerla con gli alleati. Rifiuto l’idea che si debba partire dalle alleanze”.
    In giornata si riunisce anche il Cdm: Di Maio non c’é (è in missione in Serbia) e nessuno fa cenno ai travagli dei 5s. L’esecutivo approva il decreto che proroga al terzo trimestre le misure per contenere i prezzi delle bollette di luce e gas e per le garanzie per le imprese che effettuano stoccaggi di gas. “Siamo stati nel merito dei provvedimenti – dice Elena Bonetti – Il governo è stabile”.

    Agenzia ANSA

    “Il Pd ha la responsabilità di mettere in campo un’idea di Italia per i prossimi cinque anni. Dobbiamo poi condividerla con gli alleati”, ha affermato il segretario Dem. “A Conte e Di Maio ho detto che essere uniti è un valore” (ANSA)

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    Ipf-M5s, i nuovi equilibri tra Parlamento e governo

    Con l’addio di Luigi Di Maio e dei parlamentari che hanno deciso di seguirlo nel gruppo Insieme per il futuro, il Movimento 5 stelle passa da 155 a 105 deputati, da 72 a 61 senatori e perde cinque degli undici fra sottosegretari e viceministri in quota Movimento. In attesa di capire se si porrà la questione di riequilibrare le commissioni, intanto la Lega diventa il gruppo più numeroso alla Camera (132 componenti) e, non appena si costituirà la componente di Ipf nel gruppo Misto a Palazzo Madama, il partito di Matteo Salvini avrà gli stessi 61 senatori del M5s.
    Alla Camera il gruppo creato dal ministro degli Esteri Luigi Di Maio diventa il quinto per dimensione, con 51 deputati, incluso Antonio Lombardo, che aveva lasciato il M5s a fine 2020 transitando per varie sigle, da ultimo Coraggio Italia. Insieme per il futuro potrà contare su quattro presidenti di Commissioni permanenti alla Camera e due nelle bicamerali, più due presidenti nelle delegazioni parlamentari presso l’Assemblea parlamentare della Nato e nel Consiglio d’Europa.
    “Insieme” può contare inoltre 4 rappresentanti nell’Ufficio di Presidenza della Camera: un questore e tre segretari. Nella squadra di governo invece, a parte il titolare della Farnesina, restano nel M5s gli altri ministri espressi dal partito di Giuseppe Conte, ossia Federico D’Incà (Rapporti con il Parlamento), Stefano Patuanelli (Agricoltura) e Fabiana Dadone (Politiche giovanili), oltre ai viceministri Alessandra Todde (Sviluppo economico), i sottosegretari Carlo Sibilia (Interno), Ilaria Fontana (Mite), Giancarlo Cancelleri (Mims), Rossella Accoto (Lavoro) e Barbara Floridia (Istruzione). Approdano invece in Ipf il viceministro dell’Economia Laura Castelli, i sottosegretari Manlio Di Stefano (Esteri), Dalila Nesci (Sud), Pierpaolo Sileri (Salute) e Anna Macina (Giustizia).