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    Addio a Flavia, moglie e gran consigliera di Prodi

    Flavia Franzoni, per Romano Prodi non è stata solo una moglie e madre dei suoi figli e nonna dei suoi sei nipoti, ma anche una fidatissima, a volte molto critica, consigliera. Una vita trascorsa ‘Insieme’, che non a caso scelsero come titolo per la loro biografia di coppia. Insieme fino all’ultimo momento. È morta all’età di 76 anni, mentre si trovava in viaggio con il marito e alcuni amici, tra cui l’ex ministro Arturo Parisi, su un sentiero francescano in Umbria. Stavano facendo un cammino a piedi, ieri sera avevano dormito a Gubbio e oggi erano in direzione di Assisi. Flavia Prodi è caduta all’improvviso, forse a causa di un malore. Era in una zona piuttosto impervia e per il recupero della salma è intervenuto anche il soccorso alpino, sotto un violento temporale. 

    Agenzia ANSA

    È intervenuto anche il soccorso alpino per recuperare la salma di Flavia Franzoni, la moglie di Romano Prodi morta mentre era in cammino su un sentiero francescano nella zona di Gubbio con il marito e alcuni amici, tra cui l’ex ministro Arturo Parisi. (ANSA)

    Numerosi e vani i tentativi di rianimarla. Reggiana come il marito, insegnava Metodi e tecniche dei servizi sociali all’Università di Bologna. Ma nel corso degli anni si è vista spesso al fianco di Prodi, sia in circostanze ufficiali, sia in immafgini di vita familiare, come la immancabile passeggiata della domenica mattina sotto i portici di Bologna per andare a messa. Cattolica sociale, sorridente ed estroversa, i suoi studenti la soprannominarono ‘Google’ per l’inesauribile memoria sui temi di suo interesse. Ma mai disposta a mettere da parte le sue idee, anche con il marito. Quando era presidente del consiglio gli tirò le orecchie, pubblicamente, sia sulla riforma delle pensioni, sia sulla scarsa presenza femminile nel suo esecutivo. La professoressa Flavia, tuttavia, nelle due tornate nelle quali Prodi è stato presidente del Consiglio, dal 1996 al 1999 e dal 2006 al 2008, divenne celebre anche per i suoi atteggiamenti anticonformisti e un po’ naif: quando suo marito andò a Palazzo Chigi le sue scarpe comode e un po’ cheap fecero inorridire i salotti romani. Non era raro incontrarla in giro per le strade del centro di Bologna con le borse della spesa a scambiare due chiacchiere con chi incontrava. E quando le madri di Plaza de Mayo arrivarono a Bologna non esitò a riceverle nella sua casa bolognese, che durante gli anni del Governo Prodi era diventato uno dei centri principali della politica italiana. Tuttavia, Flavia Franzoni non ha mai permesso alla sua immagine pubblica, al prestigio della posizione ed alla sua professione di mettere in secondo piano l’immagine di nonna, mamma e moglie.
    Con Romano Prodi hanno cominciato a frequentarsi da giovani, in Azione Cattolica. Si sono sposati il 31 maggio 1969, in un rito celebrato dal cardinale Camillo Ruini. Da allora, ogni anno, in occasione dell’anniversario le è arrivato un mazzo di rose rosse. Come quelle che le arrivarono in dono, sempre dal marito, a Vienna, la notte di Capodanno del 2002, quando Prodi spese in questo modo i suoi primi 32 euro. Un bivio della loro vita ‘Insieme’, anche per Flavia Franzoni è stato il 19 aprile 2013, quando il centrosinistra candidò suo marito alla presidenza della Repubblica. Venne però bocciato dalla celeberrima vicenda dei 101. Lui si trovava in Africa per conto dell’Onu, mentre lei era rimasta a Bologna a gestire, con sorridente discrezione, l’assedio mediatico. Accolse poi, al suo ritorno dall’Africa, un marito che aveva bisogno sia di un abbraccio, sia di un confronto con la persona di cui si fidava di più al mondo. Per come erano andate le cose avrebbero avuto più tempo da dedicare ai figli, ai nipoti e ai loro interessi. Se le cose fossero andate diversamente, l’Italia avrebbe avuto una first lady colta, empatica e che amava stare insieme alle persone. 
    Profondo cordoglio è stato espresso dal presidente della Repubblica, Sergio Mattarella e dal mondo politico. “La mia più sentita vicinanza a Romano Prodi per la scomparsa della moglie Flavia. Un abbraccio e un pensiero alla famiglia e a tutti i suoi cari”. Lo scrive la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, sui social.
     “Siamo tutte e tutti sconvolti di fronte alla morte improvvisa di Flavia Franzoni. E in questo momento di enorme dolore vogliamo stringerci attorno a Romano Prodi e a tutta la loro famiglia con il grande affetto mio personale e di tutta la comunità democratica”. Così in una nota la segretaria del Pd Elly Schlein. “E’ impossibile – aggiunge – riassumere lo spessore intellettuale, le qualità e la passione civile di Flavia Franzoni, sempre così attenta alle fragilità sociali e impegnata a fianco degli ultimi, grande innovatrice delle politiche sociali. Ci mancheranno, tanto, la sua capacità di analisi e la sua profondità di pensiero, il suo consiglio sempre prezioso”.
    “Attonito nell’apprendere della scomparsa di Flavia, mi stringo a Romano Prodi e ai suoi figli in questo momento di grande dolore. È stata senz’altro una donna speciale che lascerà un vuoto immenso; penso in queste ore a quanto Romano e Flavia siano stati una coppia esemplarmente unita in tutti i momenti della loro vita”. Così Pier Ferdinando Casini sulla scomparsa di Flavia Franzoni. 
    “Sono giorni di profonda tristezza. Condoglianze a Romano Prodi, che oggi ha perso l’amata moglie Flavia. Ci stringiamo al suo dolore e a quello dei suoi cari”. Lo scrive su twitter il vicepremier e ministro, Matteo Salvini. “Appresa la notizia dell’improvvisa scomparsa della signora Flavia Franzoni desidero rivolgere al Presidente Romano Prodi e alla sua famiglia le più sentite condoglianze”. Così il Presidente del Senato Ignazio La Russa

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    Pier Silvio ai dipendenti Mediaset, da solo non avrei potuto fare nulla

    “Non ci sono parole per descrivere la mia emozione ogni volta che mi diceva ‘Sono orgoglioso di te e di quello che fai’. E io ho sempre saputo benissimo che si rivolgeva a tutti noi: io da solo non avrei potuto fare nulla. Nulla”. Lo afferma l’amministratore delegato di Mfe-Mediaset, Pier Silvio Berlusconi, a proposito del padre in una lettera inviata oggi a tutti i collaboratori del gruppo Mediaset.
    “Cara Mediaset, carissimi tutti, sento il bisogno di scrivervi perché so quanto era importante per mio padre farvi sapere l’amore e il grande orgoglio che ha sempre provato per la nostra azienda e per tutti noi”, scrive Pier Silvio Berlusconi nella lettera inviata ai collaboratori del gruppo Mediaset.
    “E’ stato un uomo che ha dato tanto, tantissimo. Che ha creato tantissimo. E ha sempre considerato la nostra azienda come una sua amatissima creatura. Il mio papà, il nostro fondatore, vi ha sempre amato tutti, uno per uno”, aggiunge l’amministratore delegato di Mfe-Mediaset.
    “E adesso il nostro dovere è seguire la sua impronta indelebile, lavorare, lavorare, lavorare. Con entusiasmo e rispetto. Oggi dobbiamo guardare avanti e impegnarci ancora di più, sempre di più. Dobbiamo costruire un Gruppo ancora più forte e ancora più vivo. Lo dobbiamo fare per Mediaset. Lo dobbiamo fare per tutti noi. Ma soprattutto lo vogliamo fare per lui. Vi abbraccio forte. Siete nel mio cuore. E sarete per sempre nel suo cuore”, conclude Pier Silvio Berlusconi.

    Berlusconi, il messaggio di addio dei figli: ‘Per sempre dentro di noi’

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    Nei necrologi il mondo del Cav, dallo sport alla moda

    C’è tutto il mondo di Silvio Berlusconi nei necrologi pubblicati per la sua morte, ed è un mondo vasto che va dallo sport, all’imprenditoria, alla politica. E d’altronde non poteva che essere così per il creatore della tv privata, fondatore di Fininvest e Mediaset, immobiliarista, presidente più premiato nella storia del Milan, ideatore di Forza Italia. Ma nei messaggi d’addio appare anche la sua sfera privata.
    “Carissimo Silvio, sei stato un grande uomo e uno straordinario padre per i nostri figli. Ricorderò per sempre la bellezza degli anni trascorsi insieme” è il messaggio di Carla Elvira dall’Oglio, prima moglie di Silvio Berlusconi, madre di Marina e Pier Silvio, che ha così rotto il suo proverbiale silenzio. Ci sono gli amici di una vita, a partire da Fedele Confalonieri, che gli è rimasto accanto dai tempi del liceo dai salesiani, e che con le figlie saluta “l’amico fraterno”. C’è Adriano Galliani “affranto” che piange “il maestro di tutto”.
    C’è il suo medico personale Alberto Zangrillo che scrive “Presidente ho sempre voluto darle del lei, solo ora mi permetto di dirti ciao Silvio’. E per la prima volta usa il tu anche Urbano Cairo, presidente di Rcs e del Torino, che ricorda gli anni da assistente di Berlusconi, “grande maestro”. Fra le squadre di calcio non solo il suo Monza, preso in serie C e portato in A, che gli dice addio ringraziandolo per aver reso “realtà i nostri sogni” con la promozione in serie A e il Milan che ricorda il suo “indimenticabile presidente”, ma anche avversari come Juventus e Inter con il presidente Steven Zhang che rivendica: “le sfide tra l’Inter e il suo Milan hanno reso la città di Milano il cuore del calcio mondiale”.
    Anche l’ex presidente nerazzurro Ernesto Pellegrini rievoca “con nostalgia le innumerevoli battaglie sportive” e la Lega di serie A “commossa” si stringe alla famiglia. Ma ci sono anche i tifosi. “I ragazzi rossoneri di via Bognetti 9 ricordano con vera riconoscenza il presidente Silvio Berlusconi senza il quale non avrebbero vissuto l’infanzia calcistica più bella di sempre”. C’è tutta Fininvest, Mediaset, con Zelig, Antonio Ricci e Striscia, Gerry Scotti, il mondo dell’editoria (da Mondadori ad Elisabetta Sgarbi della Nave di Teseo), l’imprenditoria a partire dal presidente di Confindustria Carlo Bonomi, alle famiglie Benetton e Barilla, da Luxottica a Mediobanca, a Mediolanum.
    Marco Tronchetti Provera si dice certo che lascerà “un segno indelebile nella storia del nostro Paese”, Afef gli augura “un buon viaggio”. E lo ricorda anche il regista Luca Guadagnino con Carlo Antonelli. Ci sono gli esponenti del suo partito e di altre forze, come Carlo Calenda. C’è Comunione e Liberazione, ci sono i collaboratori che ringraziano di essergli stati vicini. “Con lui se ne va un pezzo della nostra famiglia” sottolineano Anna Craxi e la figlia Stefania. Lo ricordano Regione Lombardia col presidente Attilio Fontana e la Liguria con Giovanni Toti, e anche il sindaco di Milano Giuseppe Sala e il Comune si uniscono al lutto per la scomparsa di una “figura centrale nel campo imprenditoriale, sportivo e politico”. “Imprenditore di raro acume e coraggio, politico di fine intelletto, comunicatore dal fascino assoluto” conferma Giorgio Armani che pronostica: “sarà difficile immaginare la vita istituzionale di questo Paese senza la sua presenza”. 

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    E’ morta Flavia Franzoni moglie di Romano Prodi

    (ANSA) – ROMA, 13 GIU – “Con enorme dolore, il Presidente
    Romano Prodi, insieme ai suoi figli Giorgio, Antonio e a tutta
    la sua famiglia, annuncia che oggi, all’improvviso, si è spenta
    sua moglie, Flavia Franzoni”. E’ quanto si legge in una nota
    dell’ufficio stampa dell’ex presidente del Consiglio. (ANSA).   

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    Il governo è pronto a supportare le proposte di legge sull’oblio oncologico

    “Il governo guarda con grande attenzione alle proposte di legge parlamentari sull’oblio oncologico – ha dichiarato in una nota la Presidente del Consiglio Giorgia Meloni -. Per questo, ho chiesto al ministro della Salute Schillaci di seguire l’iter e assicurare il contributo necessario dell’esecutivo. L’obiettivo che ci poniamo è arrivare, nel più breve tempo possibile, ad una norma capace di dare risposte ad un problema estremamente concreto e che incide molto sulla vita di tantissimi italiani”.”Il governo – ha detto il ministro Schillaci – segue con interesse le iniziative parlamentari, ed è pronto a dare il proprio supporto per trovare soluzioni adeguate a quella che ritiene una problematica di particolare rilievo per tanti cittadini guariti dal cancro costretti ancora ad affrontare numerose difficoltà burocratiche per il ritorno a una vita normale”.
    Di cosa si trattaL’oblio oncologico è in discussione in commissione Sanità alla Camera. Sono 9 le proposte di legge presentate dai vari gruppi parlamentari e una dal Cnel e le relatrici, Patrizia Marrocco (FI) e Maria Elena Boschi (Az-Iv) stanno mettendo a punto un testo unificato. Secondo quanto viene spiegato da una delle due relatrici, l’azzurra Patrizia Marrocco, il testo dovrebbe in buona sostanza prevedere che, nei casi di procedure per l’adozione, richiesta di mutui e pratiche bancarie e assicurazioni, così come nelle procedure concorsuali, non sia ammessa la richiesta di informazioni concernenti lo stato di salute relativamente a patologie oncologiche il cui trattamento attivo si sia concluso, senza episodi di recidiva, da più di dieci anni alla data della richiesta. Tale periodo verrebbe ridotto della metà nel caso in cui la patologia sia insorta prima del ventunesimo anno di età. Anche il governo spagnolo si è recentemente mosso in questo senso.
    Boschi: in calendario a luglio”Con la collega Marrocco siamo pronte con il testo unificato ma questa settimana è stata sconvocata la commissione (come tutte le altre) per il lutto nazionale. Quindi aspettiamo il calendario di commissione della prossima settimana”. Così Maria Elena Boschi (Az-Iv), relatrice della proposta di legge sull’oblio oncologico in discussione in commissione Sanità alla Camera a proposito dell’iter del provvedimento. “Siamo fiduciose – aggiunge – che l’iter in commissione possa essere rapido per arrivare in Aula la prima settimana di luglio come da programma. Sarebbe un bel segnale – conclude – se venisse approvato all’unanimità. Proprio per cercare di arrivare ad un risultato condiviso abbiamo scelto la strada del testo unificato”.
    Un milione di persone coinvolte”Siamo estremamente compiaciuti per l’intervento del presidente del Consiglio Giorgia Meloni, che ringraziamo di cuore per la sua straordinaria sensibilità nei confronti delle proposte di legge sull’oblio oncologico. È importante che venga adottata quanto prima la norma per garantire il diritto all’oblio oncologico, un tema che riguarda quasi un milione di persone in Italia”. Francesco Cognetti, Presidente Foce (Federazione degli oncologi, cardiologi e ematologi), sottolinea poi l’importanza di accelerare l’iter parlamentare per l’approvazione della legge. Questi cittadini, spiega Cognetti, “sono guariti da un tumore ma, per la burocrazia, sono ancora malati e rischiano discriminazioni”.”Le persone guarite dal cancro devono essere libere di guardare al futuro senza convivere con l’ombra della malattia. È importante trovare il consenso delle forze politiche”. Secondo il presidente Foce, infatti, “è una battaglia di civiltà che tutti dobbiamo combattere uniti. La legge permetterebbe di non essere più considerati pazienti dopo cinque anni dal termine delle cure se la neoplasia è insorta in età pediatrica e dopo 10 se ci si è ammalati in età adulta”.
    Oltre 100mila firme raccolteAlla presa di posizione del governo plaudono anche gli oncologi dell’Associazione Italiana di Oncologia Medica (Aiom) dopo le recenti dichiarazioni della presidente del Consiglio. “Come Fondazione Aiom abbiamo avviato nei mesi scorsi una campagna di sensibilizzazione sull’oblio oncologico – afferma Giordano Beretta, Presidente Fondazione Aiom -. E’ stata lanciata una petizione on line che ha raccolto oltre 106mila firme. Oggi è arrivato un segnale che attendavamo da tempo da parte delle Istituzioni.”. “Le che sono guarite definitivamente dal cancro – aggiunge Saverio Cinieri, presidente nazionale Aiom – presentano di fatto la stessa aspettativa di vita di coloro che non hanno dovuto mai affrontare una malattia oncologica. Quindi devono godere degli stessi diritti nella vita di tutti i giorni: dall’affidamento di minori fino alla stipula di polizze sulla vita. È arrivato il momento che l’Italia si adegui a quanto già previsto, a livello legislativo, in diversi altri Paesi Europei”.
    La proposta in BasilicataSottoscritta da cinque consiglieri regionali della Basilicata (Mario Polese e Luca Braia di Italia Viva, Dina Sileo e Gino Giorgetti del Gruppo misto e Vincenzo Baldassarre di Idea-Italia al centro) è stata protocollata ieri mattina la proposta di legge “Riconoscimento del diritto all’oblio oncologico e parità di trattamento delle persone che sono state affette da patologie oncologiche”. In un comunicato congiunto dei cinque consiglieri, è evidenziato che “si tratta di una iniziativa regionale a sostegno di una proposta parlamentare già presentata da numeri deputati e senatori”.

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    Comitato di presidenza di Fi approva rendiconto 2022 e le nomine

    Si è tenuto oggi il Comitato di Presidenza di Forza Italia che, in apertura, ha ricordato nel dolore la scomparsa del Presidente Silvio Berlusconi. È stato approvato a norma di legge e di statuto all’unanimità il rendiconto del 2022. Il Comitato di Presidenza ha inoltre ratificato all’unanimità le recenti nomine effettuate dal Presidente Silvio Berlusconi e quelle riguardanti i coordinamenti provinciali e delle grandi città. E’ quanto si legge in una nota. 
    Alla riunione del comitato di presidenza di Forza Italia hanno partecipato, tutti via zoom, Tajani, Barelli, Ronzulli, Gasparri, Mulè, Cattaneo, Barachini, Orsini, Bernini, Martusciello, Fontana, Giacomoni, Baldelli, Cirio, Schifani e Toma. 

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    La morte di Berlusconi sulle prime pagine dei quotidiani

    Ampio spazio su tutti i media internazionali, oltre che su quelli nazionali, alla morte di Silvio Berlusconi.
    La stampa tedesca ricorda ‘il primo populista d’Europa’”Il primo populista d’Europa”, scrive la Welt. “Il primo della sua specie”, per la Sueddeutsche Zeitung. Anche i giornali tedeschi hanno aperto le edizioni quotidiane sulla morte di Silvio Berlusconi, che ha una fortissima eco da ieri sulla stampa in Germania. “Ha spesso sedotto gli italiani, che lo hanno quasi sempre perdonato. Berlusconi è stato un precursore per i populisti di tutto il mondo”, scrive Sz, che in un articolo nelle pagine interne firmato da Oliver Meiler lo definisce “il massaggiatore delle masse”. “In tutti gli anni in cui ha fatto politica, Berlusconi si è occupato innanzitutto di una cosa: se stesso. È stato precursore di tanti populisti, demagoghi, seduttori. In morte di un uomo che ha cambiato il mondo, seppur non in bene”, è il sottotitolo del giornale progressista. “Anche Donald Trump ha utilizzato la storia di Berlusconi come modello”, si legge nell’articolo, in cui si ricorda che all’ex premier italiano non piacesse questo confronto, lui si riteneva “più complesso”. A margine della ricostruzione di tutto il percorso biografico, Sz sentenzia: “Come capo di governo, Silvio Berlusconi ha sempre deluso. Era bravo solo in campagna elettorale, come massaggiatore delle masse. Non c’è alcuna grande riforma di cui si ricordino gli italiani, neanche un’opera edile che valga come simbolo del suo tempo al governo”. In un secondo articolo, il giornale bavarese ricorda l’uomo che “ha plasmato la televisione, non solo in Italia”. “Compagni di strada e avversari rendono merito a Berlusconi”, titola invece Faz, che dedica all’ex premier italiano diversi articoli. “Il seduttore”, è il titolo di una lunga ricostruzione biografica del fondatore di Forza italia. “Berlusconi ha dominato ogni palcoscenico. E sapeva come tessere alleanze. Così ha plasmato l’Italia”, si legge nel sottotitolo. Anche nelle pagine dedicate all’economia e all’impresa, il giornale conservatore di Francoforte propone un titolo su di lui: “Silvio Berlusconi. Nel mondo economico il quattro volte presidente del Consiglio resta nella memoria soprattutto come imprenditore”. “Il primo populista d’Europa”, titola poi die Welt. “L’ascesa Berlusconi la deve al suo ego, alla sua capacità di cogliere i desideri degli italiani, e alla televisione. Il suo modo di fare politica ha fatto da modello a molti”. “Cosa divise l’Italia? In gioco c’era di più del conflitto eterno con la legge – il commento -. Una seconda rivoluzione antropologica, il passaggio da una società piccolo borghese, plasmata dalla morale cattolica, verso una società moderna, emancipata e spesso senza valori: l’era Berlusconi”.
    Per i media russi ‘se ne va ma resta’”Berlusconi se ne va e resta”: così la testata economica russa Kommersant rende omaggio alla figura del Cavaliere, con un titolo emblematico degli omaggi che vari media di Mosca gli tributano. “L’eccentrica storia italiana – scrive il giornale – decretò che fosse lui a proporre il progetto più importante per lo sviluppo della nuova Italia di fine XX e inizio XXI secolo”. Secondo Kommersant, si può dire che Berlusconi sia stato all’origine della tendenza della politica occidentale rappresentata dalla destra carismatica su entrambe le sponde dell’Atlantico, da Donald Trump a Viktor Orban. E per questo, appunto, “Berlusconi se ne va ma resta”. Nella maggior parte dei commenti dei media si sottolinea l’impulso dato da Berlusconi ai rapporti di collaborazione tra Italia e Russia e i suoi rapporti di amicizia con il presidente Vladimir Putin. La testata filo-Cremlikno Izvestiya sottolinea che dal 1994, quando Berlusconi è diventato presidente del Consiglio per la prima volta, al 2013, gli scambi commerciali tra Italia e Russia sono passati da 4,4 miliardi di dollari a 53 miliardi. Il giornale riporta anche un episodio particolare menzionato nelle memorie di alti funzionari del Kgb. Secondo queste testimonianze, il Cavaliere avrebbe attirato l’attenzione dello spionaggio sovietico fin da metà anni ’70, quando fu avvicinato in un ricevimento da Geovrk Vartanyan, allora responsabile dei servizi segreti di Mosca in Italia, dove era ufficialmente registrato come commerciante di tappeti persiani. La testata economica Vedomosti, sotto il semplice titolo ‘E’ morto Silvio Berlusconi’, si sofferma sui suoi rapporti di amicizia con Putin, ricordando che il leader russo fu ospitato nella villa in Sardegna del Cavaliere e poi che Berlusconi partecipò nel 2018 ai festeggiamenti per il compleanno dello stesso Putin. Il giornale sottolinea anche la posizione critica assunta da Berlusconi contro l’appoggio incondizionato dei governi occidentali a Kiev nel conflitto in Ucraina e ricorda che il Cavaliere aveva detto di aver mantenuto i contatti con lo stesso Putin con uno scambio di messaggi e doni reciproci di vodka e vino in occasione del compleanno di Berlusconi.

    La stampa britannica intinge la penna nel veleno: enfasi, critiche e folkloreRitratti in chiaroscuro, talora decisamente critici, e non senza richiami d’occasione al sarcasmo, a qualche semplificazione sull’Italia, all’immancabile nota di folklore: in primis quello del ‘bunga bunga’, espressione divenuta a suo tempo popolare pure oltre Manica, e spesso storpiata dalla pronuncia inglese in ‘banga banga’. I media britannici, spesso pungenti su Silvio Berlusconi parlandone da vivo, non si smentiscono nemmeno nei necrologi che gli riservano oggi – con un’evidenza raramente concessa a ex leader stranieri defunti dell’Europa continentale – in un’isola la cui classe dirigente pure ha avuto col Cavaliere rapporti in genere assai meno conflittuali rispetto ad altri Paesi europei. E i cui tributi al leader e magnate italiano scomparso non si sono fatti attendere fin da ieri ad alto livello: sia nel messaggio di maniera di Rishi Sunak, primo ministro conservatore 43enne da pochi mesi in carica, che Berlusconi non ha fatto in tempo a conoscere personalmente; sia con quello a tutto tondo del veterano Tony Blair, ex premier laburista che invece fu in parte al governo negli stessi anni, condivise con lui scelte controverse come l’adesione alla guerra americana di George W. Bush in Iraq, e arrivò a frequentare da ospite la villa in Sardegna dell’amico Silvio. Fra le testate più severe, spicca il progressista Guardian, che nel suo obituary di rito (necrologio dedicato a figure note) gli rinfaccia soprattutto scandali e corruzione, imputandogli, al pari di Donald Trump, di aver non solo dominato la scena politica a lungo in forza di “un ego smisurato”, ma anche di aver contribuito a “minare le istituzioni consolidate” della democrazia italiana “stampa e magistratura comprese”. Non troppo dissimile, sebbene meno improntato ad accenti da requisitoria e più disposto a riconoscere anche gli elementi fuori dall’ordinario della vita e dei carattere di Berlusconi, il ritratto commemorativo affidato alla penna di Tony Barber dal Financial Times, voce liberal della City: che a sua volta rimprovera in qualche modo all’ex presidente del Consiglio d’essere stato una sorta di precursore di Trump e lo tratteggia come “una magnate dei media” di successo il cui nome appare tuttavia destinato “incomprensibilmente a restare legato a una fase di declino economico” dell’Italia e a un’eredità di “standard talora deplorevoli nella vita pubblica”. La Bbc e il filo-conservatore Daily Telegraph scelgono sfumature meno nette per descrivere il bianco e il nero, i pro e i contro, le accuse e gli entusiasmi che hanno punteggiato la vita di Berlusconi. Con quest’ultimo che non manca di titolare sul giudizio politico positivo – di “leader capace, accorto e di parola” – dato ieri da Blair. Mentre il settimanale Economist lo ricorda online come un leader “inseguito dagli scandali”, ma pure – più pittorescamente – sotto la nomea di “grande seduttore”. E l’Evening Standard, testata semi-popolare, preferisce strillare la notizia della sua scomparsa annunciando a caratteri cubitali “la morte del primo ministro del bunga bunga”.
    Ampio spazio alla morte di Berlusconi sui media spagnoliTutti i principali quotidiani spagnoli riservano ampio spazio in prima pagina alla notizia della morte di Silvio Berlusconi. Su El Mundo, a ricordarne la figura è l’ex premier popolare José María Aznar (1996-2004). “Nel corso del mio periodo al governo”, scrive il politico, “abbiamo sempre trovato in lui un alleato disposto a far pendere dalla nostra parte le questioni al centro della discussione”. Berlusconi, aggiunge Aznar, è stato “un amico e alleato della Spagna” con cui lui stesso ha potuto condividere “un’idea dell’Europa che ancora oggi mantiene intatta la sua proiezione verso il futuro”. El País riserva invece al Cavaliere un editoriale. “‘Con la scomparsa di Berlusconi non si chiude un’epoca nella politica italiana”, si legge, perché “l’influenza” dell’ex premier “sul modo di intendere il dibattito pubblico”, “il suo modo di governare” e “il concetto stesso di verità e bugia” continuano a “condizionare” non solo la politica italiana, ma anche “ciò che sta succedendo in altri importanti Paesi europei”. In altre parole, riassume il quotidiano di tendenza progressista, “Berlusconi rappresenta il trionfo del populismo messianico”. Per La Vanguardia, l’ex premier “irruppe” nella politica italiana “disposto a cambiare tutto”, e “nella sua ora finale bisogna riconoscergli il merito di avercela fatta”. Il giornale di stampo conservatore Abc dà invece spazio ad alcuni articoli di opinione.In Turchia ricordato per gli scandali, il Milan e l’impero mediaticoLa notizia della scomparsa di Silvio Berlusconi è su tutti i giornali turchi. Ecco come le varie testate ricordano il Cavaliere.Hurriyet: “Un nome celebre per gli scandali, Berlusconi è morto. Lascia una fortuna da 7 miliardi di dollari. Alla guida dell’Italia per molti anni senza che gli scandali uscissero mai dall’agenda, era ancora presidente di Forza Italia, partito all’interno della coalizione di governo”.Posta: “La vita piena di scandali di Berlusconi giunge alla fine. L’ex premier italiano e leader del partito Forza Italia è stato il più grande magnate mediatico italiano e dal 1994 al 2011 per quattro volte premier”.Milliyet: “Ha vissuto godendosi la vita. L’ex premier italiano Berlusconi, il leader mondiale più popolare ed esplosivo, ha perso la vita a 86 anni. L’uomo che ha cambiato la vita politica italiana si lascia alle spalle scandali e un grande impero mediatico”.Sozcu: “Reso celebre dagli scandali, Berlusconi è morto. L’ex premier italiano Silvio Berlusconi è morto in ospedale dove era ricoverato per una leucemia. Con un patrimonio di 7 miliardi di dollari, il nome di Berlusconi è finito al centro di scandali di corruzione e sessuali”, scrive il quotidiano di opposizione, molto venduto in Turchia, che mette in prima pagina una foto dell’ex premier italiano assieme all’allora primo ministro Recep Tayyip Erdogan durante una visita ad Ankara nel 2005.Yeni Safak: “Politico per lungo tempo riconosciuto come la figura pubblica più vivace, è stato scelto per tre volte come premier. Berlusconi si è fatto un nome come fondatore della rete televisiva commerciale del Paese e presidente del Milan Football Club”, scrive in prima pagina il quotidiano filogovernativo.

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    Lutto nazionale per Berlusconi, prima volta per un ex premier

    I funerali di Stato sono riservati ai presidenti degli organismi costituzionali, agli ex presidenti della Repubblica e agli ex premier, ai ministri deceduti durante la loro permanenza in carica nonchè alle persone che hanno reso onore alla nazione, alle vittime del terrorismo. I funerali di Stato sono regolati dalla legge n. 36 del 7 febbraio 1987, che all’articolo 1 prevede che “sono a carico dello Stato le spese per i funerali del presidente della Repubblica, del presidente del Senato, del presidente della Camera dei deputati, del presidente del Consiglio dei ministri e del presidente della Corte costituzionale, sia che il decesso avvenga durante la permanenza in carica, sia che avvenga dopo la cessazione della stessa.A decidere è comunque un ufficio della presidenza del Consiglio che gestisce il cerimoniale di Stato.    I funerali di stato prevedono la presenza di 6 carabinieri in alta uniforme che riservano al feretro in entrata e in uscita dalla chiesa gli onori militari. Così come è prevista una orazione commemorativa ufficiale.    Anche il lutto nazionale è deciso dal cerimoniale di Stato in base alle leggi vigenti che riconoscono anche per gli ex presidenti del Consiglio e gli ex presidenti della Repubblica la possibilità di proclamarlo.    In ogni caso, con Silvio Berlusconi è la prima volta che viene deciso il lutto nazionale per un ex premier.    Il giorno di lutto nazionale prevede le bandiere a mezz’asta sulle facciate di tutti gli edfici pubblici e due strisce di velo nero per le bandiere interne. Durante il giorno di lutto gli esponenti del governo sono obbligati a cancellare gli impegni pubblici mentre c’è la possibilità per i negozi di decidere di tenere abbassate le serrande per tutta la giornata.