La maggioranza scioglierà il nodo sull’approvazione o meno della ratifica del Mes ai primi di novembre, in piena sessione di bilancio e a meno di due mesi dalla scadenza del 31 dicembre entro la quale tutti e 20 i Paesi che lo hanno firmato devono ratificarlo, pena il ritorno al vecchio Meccanismo, da tutti giudicato peggiore della modifica su cui si contorce la politica italiano. E’ questo l’esito della discussione generale alla Camera sul ddl di ratifica, durante la quale il centrodestra ha presentato la preannunciata sospensiva, che impone un rinvio del voto di quattro mesi, appunto ai primi di novembre: sospensiva che sarà votata mercoledì prossimo, il 5 luglio.
Tajani: ‘Fi non contraria ma prima vanno sistemate anomalie’
La premier Giorgia Meloni, a Bruxelles per il Vertice Ue, ha sdrammatizzato il tema sottolineando che sulla ratifica da parte dell’Italia in Europa “non c’è la stessa attenzione” che c’è nel dibattito nostrano. Il governo e il centrodestra supportano l’idea che il rinvio rafforzi la capacità negoziale di Roma sulla riforma del Patto di stabilità europeo e sul Pnrr; i partiti dell’opposizione, Pd, Azione-Iv e +Europa, sostengono che il rinvio o la mancata ratifica indebolisca la posizione italiana, come pure nei giorni scorsi hanno affermato il presidente dell’Eurogruppo Paschal Donohoe o il ministro delle finanze tedesco Christian Lindner. Ma al di là delle prese di posizione ufficiali, la trattativa con Bruxelles non si sarebbe mai interrotta. Una trattativa, si ragiona in ambienti parlamentari della coalizione, che si interseca con due fondamentali temi per il nostro Paese, la gestione del Pnrr e la questione migranti.
Cirielli: ‘Preoccupati da spoliazione di sovranità”
In sostanza, Roma avrebbe chiesto tempo per arrivare alla ratifica del meccanismo Salvastati, si spiega nei medesimi ambienti, anche per appianare le tensioni che si sono create nella coalizione di governo sull’argomento. Tempo per appianare queste tensioni e le divergenze tra i partiti per giungere ala fine ad una condivisa posizione basata sulla realpolitik che consentirà all’Italia di completare l’operazione di ratifica, sia pure rimarcando che questo strumento non sarà mai utilizzato dal governo d centrodestra. Nell’aula della Camera si è svolta la discussione generale sul ddl di ratifica presentato dal Pd (con Piero De Luca) e da Iv-Azione (con Luigi Marattin) e calendarizzato proprio in quota opposizioni.
L’assenza di deputati della Lega e la presenza, invece, del capogruppo di Fi Paolo Barelli, ha fatto capire il diverso approccio dei partiti di centrodestra. A Fdi, con Andrea Di Giuseppe, il compito di intervenire a nome di tutta la maggioranza annunciando la presentazione della questione sospensiva che implica un rinvio di quattro mesi del voto. Sia nell’intervento di Di Giuseppe che nelle motivazioni della questione sospensiva, sono state sottolineate le “criticità” del Mes, vale a dire che non ha una governance affidata agli organismi “democratici” dell’Ue, bensì al board stesso del Mes, come ha sottolineato anche il ministro degli Esteri Antonio Tajani. Ma oltre alla necessità di appianare le divergenze filosofiche nella maggioranza sul Mes, il rinvio della ratifica servirà anche, e soprattutto, per trattare sulla riforma del Patto di stabilità. Le opposizioni in Aula, dai Dem Piero De Luca e Lia Quartapelle, fino a Naike Gruppioni e Valentina Grippo di Iv-Azione, passando per Benedetto della Vedova di +Europa, hanno parlato di “ricatto” verso i partner europei che fa perdere credibilità al governo e all’intero Paese. Se il nuovo Patto sarà soddisfacente per l’Italia, Meloni potrà rivendicare la bontà della propria strategia; se sul nuovo Patto passerà la linea dei 10 paesi rigoristi guidati dalla Germania, il governo rischia in Italia- si sostiene sempre dalle opposizioni – la stessa “figuraccia” che starebbe facendo ora in Europa.
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