Alla Camera riparte in Commissione Affari costituzionali l’esame della legge sulla cittadinanze che introduce il cosiddetto ius culturae. Lo dice all’ANSA il presidente della Commissione Giuseppe Brescia (M5s), che sarà anche relatore alla riforma. L’esame riprenderà giovedì prossimo 3 ottobre. Il testo, a prima firma Laura Boldrini, era stato incardinato in quota opposizioni (Leu) nell’ottobre 2018 e il relatore era Roberto Speranza, ora divenuto ministro.
Varare con una legge delega in Parlamento una riforma della giustizia “entro il 31 dicembre” e dimezzare i tempi di tutti i processi con un tetto massimo per quelli penali di 4 anni ed uno medio, sempre di 4 anni, per quelli civili. Sono questi alcuni degli obiettivi della riforma della giustizia annunciati dal ministro Alfonso Bonafede sui quali sarebbe stata trovata un’intesa nel vertice di Palazzo Chigi tra il premier Conte, il Guardasigilli e il vicepresidente del Pd Andrea Orlando.
“Stiamo rivoluzionando la giustizia italiana”, assicura Bonafede al termine del vertice. “Abbiamo condiviso l’impianto e gli strumenti per arrivare rapidamente ad un netto miglioramento del processo civile e penale anche sotto il profilo dei tempi”.
E sempre nel corso dell’incontro, incalza Orlando, “abbiamo convenuto sulla necessità di una radicale riforma del Csm”. Unico “punto di divergenza”, sottolinea Bonafede, “resta il sorteggio per il Csm. Un punto che dovrà essere approfondito”. E sempre per quanto riguarda Palazzo dei Marescialli, osserva il numero uno di Via Arenula, “occorre spezzare i legami tra politica e magistratura e combatterli per estirpare tutte le degenerazioni delle correnti della magistratura. Ho già cominciato a lavorare per avere norme molto rigide che impediranno sia la degenerazione delle correnti sia i legami tra politica e magistratura”.
“Preoccupato” per i contenuti dell’intesa si dice, invece, il responsabile Giustizia di FI Enrico Costa: “Bonafede e Orlando, infatti, sono già responsabili “in concorso” di aver colpito a morte l’istituto della prescrizione. Il primo lo ha indebolito più volte, il secondo gli ha dato il colpo di grazia. Non ci illudiamo quindi che decidano di fare dietrofront e di cancellare o ritoccare la riforma che entrerà in vigore nel 2020. Sarà il patto delle manette ad unire Pd e 5Stelle, con buona pace di chi in quella maggioranza sperava in una svolta garantista”. Ma Bonafede sulla prescrizione assicura che non verrà toccato nulla: “Non c’è tra gli obiettivi la modifica della legge sulla prescrizione”. Lo scopo vero, insiste, “è quello di approvare la riforma entro il 31 dicembre e di questo sono molto orgoglioso perché quando si lavora nell’interesse dei cittadini si trova sempre una piattaforma comune, che chiaramente deve essere discussa con i parlamentari”
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