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    Meloni: rivendico norma rave Ma non si negherà il dissenso

    “E’ una norma che rivendico e di cui vado fiera perché l’Italia – dopo anni di governi che hanno chinato la testa di fronte all’illegalità – non sarà più; maglia nera in tema di sicurezza. E’ giusto perseguire coloro che spesso arrivati da tutta Europa partecipano ai rave illegali nei quali si occupano abusivamente aree private o pubbliche, senza rispettare nessuna norma di sicurezza e, per di più, favorendo spaccio e uso di droghe. Le strumentalizzazioni sul diritto a manifestare lasciano il tempo che trovano, ma vorrei rassicurare i cittadini che non negheremo a nessuno di esprimere il dissenso”.Così la premier Giorgia Meloni su Fb.
     “La norma tutela i beni giuridici dell’incolumità e della salute pubblica, nel momento in cui questi beni sono esposti ad un pericolo – il ministro della Giustizia, Carlo Nordio -. Essa non incide, né potrebbe incidere minimamente sui sacrosanti diritti della libera espressione del pensiero e della libera riunione, quale che sia il numero dei partecipanti. La sua formulazione complessa è sottoposta al vaglio del Parlamento, al quale è devoluta la funzione di approvarla o modificarla secondo le sue intenzioni sovrane”.
    Piantedosi avverte: “Interesse di tutti contrastare i rave illegali””Credo sia interesse di tutti contrastare i rave illegali. Trovo invece offensivo attribuirci la volontà di intervenire in altri contesti, in cui si esercitano diritti costituzionalmente garantiti a cui la norma chiaramente non fa alcun riferimento”. Il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, intervistato dal Corriere della Sera, precisa l’obiettivo della norma sui rave party: “allinearci alla legislazione degli altri Paesi europei anche ai fini di dissuadere l’organizzazione di tali eventi che mettono in pericolo soprattutto gli stessi partecipanti – ricordo che a Modena si ballava in un capannone pericolante e si rischiava una strage – e finiscono per tenere in scacco intere zone, pregiudicando attività commerciali e viabilità”.
    “In ogni caso la conversione dei decreti si fa in Parlamento, non sui social – aggiunge -. In quella sede ogni proposta sarà esaminata dal governo”. Quando gli si fa notare che la manifestazione di Predappio non è stata fermata, replica che “si tratta di una manifestazione, una pagliacciata, che deploro nella maniera più assoluta. Si svolge da anni, senza incidenti e sotto il controllo delle Forze di polizia” e “posso assicurare” che “segnaleranno all’autorità giudiziaria tutti gli eventuali comportamenti in violazione delle disposizioni vigenti”.
    Alla Sapienza “le forze di polizia sono intervenute per evitare il contatto rischioso tra gli organizzatori del convegno e i manifestanti”. Mentre intervenire allo stadio di Milano, quando gli ultras hanno sgomberato la curva, avrebbe potuto creare pericolo. Piantedosi risponde poi sulle ong e l’immigrazione: “Abbiamo agito sin da subito per dare un segnale immediato agli Stati di bandiera: non possiamo farci carico dei migranti raccolti in mare da navi straniere che operano sistematicamente senza alcun preventivo coordinamento delle autorità. Al momento questi eventi rappresentano il 16% delle persone sbarcate in Italia”

    Agenzia ANSA

    Anticipazione dell’ultimo libro di Vespa. La premier: ‘La mia idea di Europa? è che sia conferedale’ .’ Manca una politica estera europea ma l’Ue pensa al gender’ (ANSA)

       

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    Giorgetti: Ue abbia strategia energetica comune più incisiva'

    È importante che l’Unione europea abbia “una politica e una strategia energetica comuni più incisive”. Questo il messaggio del ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti volato a Berlino dove ha incontrato il ministro delle Finanze tedesco Christian Lindner, in quella che è la prima missione all’estero del nuovo governo italiano, aspetto molto apprezzato nella capitale tedesca. Si è trattato di “un confronto utile e positivo”, spiegano al al Mef, dove si definiscono “soddisfatti”. E di “segnale positivo” ha parlato anche Lindner. Ma al di là dei convenevoli, la visita di Giorgetti è servita a testare lo stato dell’arte del dialogo italo-tedesco e a sondare i primi umori a livello europeo sull’insediamento del nuovo governo di Roma. Questo alla vigilia della prima uscita all’estero della premier Giorgia Meloni, che vedrà a Bruxelles i vertici delle istituzioni Ue per confrontarsi a 360 gradi, comprese possibili modifiche al Pnrr. Il liberale Lindner esprime la linea tedesca più prudente sui dossier finanziari europei, anche non vuole essere chiamato un falco.
    Ma con una Germania più isolata del solito in Europa, dialogare con l’Italia assume una nuova importanza. Berlino vuole spiegare le nuove misure tedesche contro il caro-energia, quelle legate al “bazooka” da 200 miliardi di euro che poco piace ai partner europei, tanto da far traballare vistosamente l’asse franco-tedesco. Nelle ultime ore il governo di Olaf Scholz ha fatto il passo decisivo verso quello che non chiama mai un “tetto”, bensì un “freno” al prezzo del gas. Già a dicembre l’esecutivo tedesco si farà carico delle bollette del gas di privati e piccole imprese, come soluzione ponte all’inserimento dei veri e propri freni, che entreranno in vigore da gennaio 2023 per le grandi aziende e da marzo 2023 (o forse già da febbraio) per famiglie e piccole-medie imprese. Per le grandi aziende, quasi 25mila, (e per tutti gli ospedali della Germania) si prospetta un prezzo del gas bloccato a 7 centesimi netti per kilowattora per il 70% dei consumi base (calcolati rispetto a uno storico dei consumi precedenti). Per privati e Pmi si prevede un prezzo bloccato a 12 centesimi lordi per kilowattora per l’80% del consumo base. In entrambi i casi il consumo restante sarà invece pagato a prezzo di mercato: un meccanismo che dovrebbe teoricamente anche favorire il risparmio energetico.
    Già da gennaio 2023 è inoltre previsto un simile freno per i prezzi dell’elettricità: per le industrie il 70% dei consumi base a 13 centesimi netti per kilowattora e per le case private l’80% dei consumi base bloccati a 40 centesimi lordi per kilowattora. Gli aiuti saranno attivi fino all’aprile 2024. La Germania, per anni dipendente dal gas russo a basso costo, prevede ora l’arrivo di una recessione e considera questi interventi statali come vitali per mantenere intatte le proprie strutture produttive e la stessa pace sociale nel Paese. In Ue la soluzione piace però molto poco, perché altri stati, ben più indebitati, non possono ricorrere a “bazooka” miliardari facendo nuovo debito. E le imprese di questi stati potranno essere molto più in difficoltà senza delle soluzioni europee che siano, appunto, più “comuni”. Intanto, sul lato italiano, lunedì 7 novembre il ministro Giorgetti farà la sua prima comparsa all’Eurogruppo. Nel corso dei lavori verrà anche invitato a parlare delle priorità politiche del nuovo governo, secondo pratica standard quando si insedia un nuovo esecutivo. L’indomani Giorgetti dovrebbe partecipare quindi al Consiglio dei ministri delle Finanze dell’Ue (Ecofin). Passando dal Mise con Draghi al Mef con Meloni, la missione di Giorgetti sarà probabilmente quella di dare garanzie sulla continuità rispetto al governo precedente, e cercare contemporaneamente spazi per la “discontinuità” dell’esecutivo di centrodestra. 
       

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    Forza Italia: “La norma va corretta. Presenteremo degli emendamenti”

    Quella sui rave “non è una legge liberticida ma ha due criticità. La norma va corretta ma non vedo che questo comporti una questione di crisi politica” . Lo ha detto il vicepresidente della Camera di Fi, Giorgio Mulè a Metropolis annunciando che “in Parlamento verranno presentati emendamenti, sempre che non lo faccia il governo”.
    Per Mulè le criticità riguardano la “pena spropositata e la genericità dell’articolo 5: su questo bisogna intervenire. E’ giusto perseguire ma non si possono fare le intercettazioni preventive” ribadisce secondo il quale esistevano anche le condizioni di necessità e urgenza per procedere per decreto.

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    Tre nuovi soci entrano nella proprietà dell'ANSA

    La compagine societaria dell’Agenzia ANSA si arricchisce di tre nuovi ingressi. Sale quindi a 26 il numero di editori presenti nella Cooperativa, che rappresentano 42 testate di quotidiani e periodici italiani.    I nuovi ingressi riguardano Il Centro Spa (Il Centro), Il Nuovo Manifesto società cooperativa editrice (Il Manifesto), Edime – Società Edizioni del Mezzogiorno – Srl (La Gazzetta del Mezzogiorno).    Il presidente Giulio Anselmi ha commentato con soddisfazione la notizia: ‘I valori di affidabilità e indipendenza che da sempre caratterizzano la nostra informazione confermano ANSA come baluardo contro il dilagare della cattiva informazione e punto di riferimento non fungibile nel panorama editoriale.    Questi stessi valori allo stesso tempo determinano l’attrattività della nostra Cooperativa, di cui i nuovi ingressi di questi giorni sono la più tangibile delle testimonianze’.    Per l’amministratore delegato Stefano De Alessandri, si tratta di un risultato più che positivo: ‘In un contesto internazionale e di settore ancora caratterizzato da gravi problemi congiunturali, ANSA conferma il trend virtuoso degli ultimi quattro anni. L’ingresso di nuovi soci, oltre ai positivi risultati di bilancio raggiunti, ne rappresenta un’ulteriore importante manifestazione, una grande prova di fiducia nella solidità dell’Agenzia e nella qualità dei suoi servizi’.    

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    Letizia Moratti, tra impresa, politica e sociale

    (Letizia Moratti, milanese, 73 anni il 26 novembre, madre di Gilda e Gabriele, ha un lungo cursus honorum come manager e politica. Forte la sua attenzione al sociale: dall’impegno nel sostenere la Comunità di San Patrignano, che lotta contro la droga, alla presidenza di E4Impact Foundation per la formazione di giovani africani. La Moratti si è dimessa questa mattina da vicepresidente e assessore al Welfare di Regione Lombardia, carica ricoperta dal gennaio 2021, aprendo molti interrogativi ul suo futuro politico.    Vedova di Gian Marco Moratti, Letizia Brichetto Arnaboldi, è stata anche, tra l’altro, presidente della Rai, ministra dell’Istruzione, sindaco di Milano e presidente del Consiglio di amministrazione di Ubi.    Padre partigiano di origine aristocratiche come la madre, dopo aver frequentato il Collegio delle Fanciulle del capoluogo si laurea in Scienze scientifiche alla Statale e diventa per un breve periodo assistente in Diritto comunitario europeo. Molto determinata fin da giovane, brillante negli studi, si fa subito valere anche nel mondo del lavoro. A soli 25 anni si occupa dii brockeraggio assicurativo, poi entra nel Consiglio di amministrazione della Comit, e ricopre ruoli analoghi e dirigenziali in varie aziende. A questo punto inizia il suo interesse per la cosa pubblica che poi sfocia nella politica: prima diventa presidente Rai (la sua gestione non fu priva di polemiche e contestazioni, il consigliere Franco Pardini parlò di “clima irrespirabile”). Quindi fa il ministro dell’Istruzione: la sua riforma viene però cancellata e sostituita dal secondo Governo Prodi.    Ma è la candidatura per il centrodestra e l’elezione a sindaco che la rende davvero nota tra i milanesi: la vittoria al primo turno sull’ex prefetto Bruno Ferrante la fa diventare la prima donna a dirigere l’amministrazione milanese. Punta sulle periferie che secondo l’opposizione di centro-sinistra per lei sono nella vita di tutti giorni sconosciute. La sua grande vittoria è l’Expo 2015 (è invece accusata di aver fatto una infornata di dirigenti comunali fuori dalle regole della pubblica amministrazione). Nel 2011 però viene sconfitta – inaspettatamente sulla base della composizione elettorale della città – da Giuliano Pisapia che riporta alla sinistra la città dopo l’ultima giunta socialista e quelle precedenti anche con il Pci.    A questo punto riprende il suo percorso manageriale call’Ubi, ma poi riemerge, anche qui senza preavviso nella politica: sostituisce Giulio Gallera assessore lombardo al Welfare in quota Forza Italia (molto criticato per la gestione del Covid nonostante il riconosciuto impegno e silurato dal leader della Lega Matteo Salvini) ed è anche vicepresidente. Perfino i detrattori riconoscono che il suo piglio deciso contro la pandemia dà risultati rapidi e concreti. E il suo nome figura anche tra i papabili per il Quirinale, come prima donna a capo delle istituzione repubblicane. Gli ultimi mesi sono stati invece caratterizzati dalla sua autocandidatura come Governatore della Lombardia. I rapporti con il presidente Attilio Fontana si raffreddano rapidamente, ma nemmeno gli incontri con il “capitano” leghista la smuovono.    

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    Meloni sulle navi Ong, se fai la spola per traghettare migranti violi diritto del mare

    “Qui dobbiamo ricordare che cos’è il diritto del mare, tante volte invocato a sproposito. Se tu incontri per caso in mare una barca in difficoltà, sei tenuto a salvare chi è a bordo. Ma se fai la spola tra le coste africane e l’Italia per traghettare migranti, violi apertamente il diritto del mare e la legislazione internazionale. Se poi una nave Ong batte bandiera, poniamo, tedesca, i casi sono due: o la Germania la riconosce e se ne fa carico o quella diventa una nave pirata.” Così la premier Giorgia Meloni nel libro di Bruno Vespa parlando di immigrazione. 

    Agenzia ANSA

    Il ministro in un’intervista: “Offensivo attribuirci la volontà di intervenire in altri contesti” e aggiunge “la conversione dei decreti si fa in Parlamento, non sui social”. La manifestazione di Predappio? “Una pagliacciata che deploro” (ANSA)

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    Niente nomina a sottosegretario, Valentina Aprea lascia FI (2)

    (ANSA) – MILANO, 02 NOV – “Fi non era certo tenuta a
    recuperarmi – si legge ancora nel messaggio di Aprea – però in
    questo mese ho continuato a credere possibile un mio rilancio
    per diverse ragioni”. La prima era legata “proprio all’impegno
    che Berlusconi aveva preso con me, alla presenza di parlamentari
    lombardi e non solo”.   
    La secondaal fatto che “in tutti questi anni ho promosso, nel
    nome del partito, visioni politiche ed azioni di successo nel
    settore dell’Istruzione”. E la terza “perché nel Pnrr ci sono
    molte leggi da noi e da me fortemente volute – prosegue Aprea –
    e sarebbe stato un vantaggio per Fi curarne l’attuazione e
    continuare ad intestarsi il merito di averle volute”.   
    Invece “non è andata così” e “probabilmente, anzi sicuramente
    – va avanti – Fi non ha più bisogno di me”, anche se “non la
    pensano così i tanti ‘mondi’, dalla Cei, a Confindustria, ai
    sindacati, ai dirigenti, ai docenti e alle famiglie che in
    queste ore mi hanno comunicato la loro sorpresa per il fatto che
    proprio io, la fedelissima di Berlusconi, e, a dir loro, la più
    esperta e più competente, ero rimasta fuori dal Governo”. Ad
    ogni modo “non rinnegherò mai la mia storia, la mia passione per
    Fi e la riconoscenza per Berlusconi – conclude Aprea – ma è
    giunto il momento di lasciarvi”. (ANSA).   

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    Niente nomina a sottosegretario, Valentina Aprea lascia FI

     Dopo la mancata nomina a sottosegretario all’Istruzione, Valentina Aprea lascia Forza Italia dopo quasi 30 anni nel partito di Silvio Berlusconi.
    “Con grande amarezza e stupore – si legge in un messaggio di Aprea che sta circolando nelle varie chat interne azzurre – e nonostante la promessa fattami personalmente dal presidente Berlusconi nella sera del 26 settembre, all’indomani dell’infausto risultato elettorale nel mio Collegio, ho appreso dalla stampa di non aver ricevuto l’incarico di sottosegretario all’Istruzione”.
    Aprea, oltre al partito, lascia anche la carica di dirigente del Dipartimento Istruzione.