More stories

  • in

    Salario minimo: i 7 punti della proposta di legge delle opposizioni

    Ecco i 7 punti in cui si articolerà la proposta di legge sul salario minimo su cui hanno trovato un accordo tutti i partiti di opposizione,tranne Iv. I contenuti della proposta, che prevedono una soglia minima inderogabile di 9 euro, sono stati annunciati dai leader dei partiti che hanno confermato l’imminente deposito alla Camera di un articolato di legge.
    1) Al lavoratore di ogni settore economico sia riconosciuto un trattamento economico complessivo non inferiore a quello previsto dai contratti collettivi stipulati dalle organizzazioni datoriali e sindacali comparativamente più rappresentative, salvo restando i trattamenti di miglior favore;
    2) A ulteriore garanzia del riconoscimento di una giusta retribuzione, venga comunque introdotta una soglia minima inderogabile di 9 euro all’ora, per tutelare in modo particolare i settori più fragili e poveri del mondo del lavoro, nei quali è più debole il potere contrattuale delle organizzazioni sindacali;
    3) La giusta retribuzione così definita non riguardi solo i lavoratori subordinati, ma anche i rapporti di lavoro che presentino analoghe necessità di tutela nell’ambito della parasubordinazione e del lavoro autonomo;
    4) Conformemente anche a quanto previsto nella direttiva sul salario minimo, sia istituita una Commissione composta da rappresentanti istituzionali e delle parti sociali comparativamente più rappresentative che avrà come compito principale quello di aggiornare periodicamente il trattamento economico minimo orario;
    5) Sia disciplinata e quindi garantita l’effettività del diritto dei lavoratori a percepire un trattamento economico dignitoso;
    6) Sia riconosciuta per legge l’ultrattività dei contratti di lavoro scaduti o disdettati;
    7) Sia riconosciuto un periodo di tempo per adeguare i contratti alla nuova disciplina, e un beneficio economico a sostegno dei datori di lavoro per i quali questo adeguamento risulti più oneroso”.

  • in

    Meloni, nessun aggravamento sulla terza rata del Pnrr

    (ANSA) – BRUXELLES, 30 GIU – “Non si aggrava la situazione
    sulla terza rata del Pnrr. Gli spoiler che cercano il minare il
    nostro lavoro non stanno centrando l’obiettivo. Sulla quarta il
    lavoro è in corso ed è lungo.” Lo ha detto la premier Giorgia
    Meloni in un punto stampa dopo il vertice Ue. (ANSA).   

  • in

    Meloni, non sono delusa dal no Polonia e Ungheria sui migranti

    (ANSA) – BRUXELLES, 30 GIU – Polonia e Ungheria? “Non sono
    delusa mai da chi difende i propri interessi nazionali. La loro
    posizione non riguarda la dimensione esterna che è la priorità
    italiana ed è l’unione modo per affrontare la migrazione
    mettendo d’accordo tutti”. Lo ha detto la premier Giorgia Meloni
    in un punto stampa dopo il vertice Ue. (ANSA).   

  • in

    Personale da Regione a uffici giudiziari, accordo Nordio-Zaia

    (ANSA) – VENEZIA, 30 GIU – La Regione del Veneto e il
    Ministero della Giustizia hanno firmato un protocollo che
    permetterà alla magistratura veneta di reperire nell’immediato
    quel personale amministrativo di cui è estremamente carente e
    che è in parte causa del rallentamento dei processi. La sigla
    sull’accordo è stata posta stamane a Venezia dal presidente del
    Veneto, Luca Zaia, e dal Guardasigilli Carlo Nordio.   
    Nello specifico, la Regione metterà a disposizione una prima
    graduatoria di 105 amministrativi, in scadenza al 13 giugno
    2024, dalla quale il ministero “potrà pescare personale per
    coprire le lacune della Giustizia del Veneto”, ha precisato
    Zaia. “È il primo accordo simile a livello nazionale – ha
    aggiunto – e il ministro ha dato la disponibilità a mettere in
    piedi un’idea che poteva sembrare folle. Firmiamo un accordo che
    parte da un presupposto: la garanzia della sicurezza del
    territorio non può prescindere dal funzionamento della
    giustizia”.   
    Zaia ha quindi precisato che si tratta solo del primo
    provvedimento, che si inserisce all’interno di un accordo quadro
    “che darà via a tutta una serie di altre convenzioni. Si tratta
    di un modo di risolvere problemi senza perdersi in chiacchiere”.   
    “L’accordo di oggi – ha commentato Nordio – rimedia in
    grandissima parte e con una straordinaria immissione di nuove
    forze a queste criticità. Un accordo concluso lavorando con la
    fantasia, perché credo che intelligenza dell’uomo e fantasia
    siano elementi fondamentali. Abbiamo escogitato questa formula
    che consente di superare criticità formali sostanziali e
    pratiche, perché le persone assunte, che sono venete, resteranno
    nel Veneto”, ha concluso. (ANSA).   

  • in

    Obolo San Pietro raddoppia grazie alla vendita di immobili

    (ANSA) – CITTÀ DEL VATICANO, 30 GIU – Nel 2022 le entrate
    dell’Obolo di San Pietro, l’aiuto economico offerto dai fedeli
    al Papa, sono ammontate a 107 milioni di euro, mentre le uscite
    sono state pari a 95,5 milioni. Nel 2021 le entrate dell’Obolo
    erano state in totale 46,9 milioni di euro. “Nel corso del 2022
    è stata realizzata una significativa plusvalenza, grazie alla
    vendita di beni immobili del Fondo Obolo di San Pietro”, spiega
    una nota del Vaticano.   
    Tra i “progetti sociali” finanziati dall’Obolo c’è al primo
    posto il sostegno alla popolazione ucraina colpita dalla guerra
    con un milione e mezzo di euro. (ANSA).   

  • in

    Il Papa, la guerra è un disastro, non possiamo rassegnarci

    (ANSA) – CITTÀ DEL VATICANO, 30 GIU – Il Papa torna a parlare
    di “pace, specialmente nella martoriata Ucraina. È una guerra
    che, toccandoci più da vicino, ci mostra come in realtà –
    afferma in un discorso al Patriarcato ecumenico – tutte le
    guerre sono solo dei disastri, dei disastri totali: per i popoli
    e per le famiglie, per i bambini e per gli anziani, per le
    persone costrette a lasciare il loro Paese, per le città e i
    villaggi, e per il creato, come abbiamo visto recentemente a
    seguito della distruzione della diga di Nova Kakhovka. Come
    discepoli di Cristo, non possiamo rassegnarci alla guerra, ma
    abbiamo il dovere di lavorare insieme per la pace. La tragica
    realtà di questa guerra che sembra non avere fine esige da tutti
    un comune sforzo creativo per immaginare e realizzare percorsi
    di pace, verso una pace giusta e stabile”. (ANSA).   

  • in

    Lo stop di Polonia e Ungheria, stallo in Ue sui migranti

    Polonia e Ungheria fanno blocco al Consiglio Europeo. Il terreno di scontro è il capitolo migranti. Varsavia e Budapest vedono come fumo negli occhi il nuovo Patto approvato a maggioranza qualificata dal Consiglio Affari Interni in Lussemburgo dopo un negoziato fiume. Perché, sostengono, il tema è troppo delicato e compete ai leader. Che però decidono all’unanimità. Un ingorgo, insomma, che porterebbe allo stallo l’intesa sulla solidarietà obbligatoria raggiunta a inizio giugno. “Sarà una lunga notte!”, scrive su Twitter Balázs Orbán, direttore politico del premier ungherese Viktor Orban. E così si avvita tutto, ritardando la pubblicazione della conclusioni sull’Ucraina e sulla difesa europea. “Bruxelles spinge per un testo pro-immigrazione, mentre il duo polacco-ungherese combatte e resiste insieme: una grande battaglia è in corso al Consiglio Europeo sul Patto sulla migrazione”, continua Balázs.
    Dopo lo stallo che ha provocato lo stop all’approvazione delle conclusioni del vertice Ue sulla migrazione, i 27 hanno concordato di tornare a parlarne nella seconda giornata di lavori. Oltre che di migrazioni, si parlerà anche del dossier Tunisia inserito nel capitolo relazioni esterne. La sessione si occuperà anche dei rapporti con la Cina e del dossier economia.

    Agenzia ANSA

    ‘Santanché verrà in Aula e chiarirà’ (ANSA)

    L’attacco di Varsavia e Budapest era annunciato ma, all’Europa Building, si sperava ancora in una ricucitura in zona Cesarini. Così non è stato. Mateus Morawiecki e Viktor Orban, quando nel tardo pomeriggio il vertice è passato al capitolo migrazione, hanno ribadito la loro proposta di emendare le conclusioni del summit. “Il Consiglio europeo conferma che, nel contesto delle misure di solidarietà che sono ugualmente valide, il ricollocamento e il reinsediamento saranno su base volontaria”: questa la posizione dei due Paesi che però, in questo modo, minano alla base il concetto di solidarietà obbligatoria che regge il Patto sui migranti. Gli altri 25 spingono per una soluzione, anche a costo di eliminare per interno i paragrafi dedicati alla migrazione e limitarsi a “prendere nota” della lettera inviata ai leader dalla presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen che elenca i passi avanti compiti sinora. Perdendo così la possibilità di registrare progressi sulla dimensione esterna, che ora è il vero nuovo orizzonte su cui si stanno concentrando i negoziati a Bruxelles

    Giorgia Meloni al Consiglio europeo a Bruxelles

    E che è una priorità assoluta per Giorgia Meloni. Secondo fonti polacche, la premier nel corso della giornata era attesa da un trilaterale con Morawiechi e il premier ceco Petr Fiala: tutti e tre militano in Ecr. Dell’incontro, tuttavia, non c’è traccia ufficiale. Uno scambio, del tutto informale, secondo le immagini che circolano del vertice, c’è stato tra Meloni, Morawiecki e Viktor Orban, ma ben prima che si parlasse di migranti. E che la trincea polacco-ungherese portasse allo stallo l’intero vertice allungando la discussione sui migranti fino a tarda notte. E innescando una girandola di bilaterali finalizzata a smussare le posizioni dei leader sovranisti.