(ANSA) – TRIESTE, 25 APR – Si ingrossano le fila di chi si
sta organizzando per portare in un aula di tribunale tragedie
familiari rimaste senza sentenze perché avvenute in tempo di
guerra; sono i familiari di vittime di crimini nazifascisti:
internati militari o civili e persone che a vario titolo hanno
subito fucilazioni e torture. Da poco tempo infatti si è
riaperta la finestra temporale per presentare cause contro la
Germania da parte di eredi, comuni e vittime per accedere a un
risarcimento – un’opportunità aperta dal governo Draghi, in un
primo momento solo fino ad ottobre scorso. Nel solo Fvg, è
aumentato molto il numero di persone in cerca di giustizia.
A fine ottobre scorso l’avvocato del foro di Udine Andrea
Sandra, che rappresenta una quindicina di eredi di vittime
dell’eccidio di malga Pramosio, seguiva otto cause; ora sono una
quindicina. E, come sottolinea lo stesso Sandra, suoi colleghi
ne stanno curando altre e c’è tempo fino al 27 giugno per
presentare esposti.
A marzo un emendamento alla finanziaria ha riaperto la
possibilità di intentare cause alla Germania e ha ingrossato la
dotazione del fondo (inizialmente di 54 milioni di euro in 3
anni ricavati dai fondi del Pnrr). Polemiche avevano
accompagnato l’iniziativa per l’esiguità delle risorse a fronte
della platea di persone e al breve tempo per un iter complesso,
che prevede notifiche internazionali. Ora, “la mole di cause
sarà talmente elevata che i risarcimenti non saranno
consistenti”, ma “le persone che si sono rivolte a me non sono
interessate ai soldi quanto al riconoscimento morale in
tribunale dei crimini nazifascisti. C’è attesa per le prime
sentenze e per un intervento ministeriale, per concludere una
vicenda che meriterebbe una conclusione fuori dalle aule di
tribunale”. (ANSA).
Source: http://www.ansa.it/sito/notizie/politica/politica_rss.xml