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La partigiana Vanda, su antifascismo serve condanna netta

(ANSA) – CIVITANOVA MARCHE, 25 APR – “Ma ci vuole tanto a
dire che il 25 aprile è la festa della Liberazione dal fascismo?
Meloni prenda una posizione più netta, le basterebbe dire:
capisco l’antifascismo e onore ai partigiani che hanno lottato
per eliminare un regime che ha danneggiato l’Italia”: così Vanda
Pagani – 100 anni il prossimo 21 giugno – dalla sua casa di
Civitanova Marche sintetizza all’ANSA il suo pensiero di
“piccola partigiana”, come lei stessa si definisce.
   
Vanda Pagani è l’ex ragazza che, a soli 17 anni, durante la
Seconda Guerra Mondiale, aveva armato la Resistenza partigiana
lombarda, trasportando pistole da Varese a Milano. Una storia
tenuta segreta fino a una decina di anni fa, quando la donna
iniziò a mettere nero su bianco le memorie giovanili. In quel
momento i figli scoprirono il contributo dato dalla madre per la
Liberazione dal regime fascista. Memorie ora confluite in un
libro e che oggi Vanda ripercorre con dovizia di particolari.
   
“Ogni settimana – ricorda – portavo a Milano 4 grandi pistole
e le consegnavo a Giovanni, un commerciante, che aveva il figlio
partigiano, nascosto in montagna”. “Tutte ebbe inizio per caso –
racconta la donna – Mi ero trasferita per lavoro a Fabiasco, nel
Varesotto, e qui entrai in contatto con un ragazzo che un giorno
mi si presentò con una scatola in cui era contenuta una piccola
pistola e mi chiese se, a Milano, conoscevo qualcuno a cui
poterla regalare”. Da quel momento Vanda diventerà la principale
rifornitrice di armi dei partigiani della sua città natale,
riuscendo per almeno tre anni a sfuggire ai controlli dei
militari fascisti.
   
L’antifascismo dice di averlo iniziato a coltivare fin da
ragazzina, grazie anche all’educazione dei suoi genitori. Oggi è
una signora di quasi 100 anni che divora libri e giornali. È
informata sulla politica: “non accetto – dice – che il
presidente del Senato La Russa dica che l’antifascismo non è
citato nella nostra Costituzione”.
   
La guerra in Ucraina le provoca dolore e preoccupazione:
“Sono per la pace e quindi dico no al riarmo dell’Ucraina. –
spiega Vanda – Però mi chiedo anche cosa sarebbe del popolo
ucraino senza aiuti”. “Se avessi vent’anni e fossi ucraina, –
ammette – difenderei la mia terra”. (ANSA).
   


Source: http://www.ansa.it/sito/notizie/politica/politica_rss.xml

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