Una lettera al Corriere della Sera per mettere fine alle “voci su di me e un politico di Fratelli d’Italia”, che l’ha spinta a sottoporsi al test del Dna “per tutelare mio figlio”. Un lungo intervento, quello della deputata meloniana Rachele Silvestri sulle colonne del Corsera che ha l’obiettivo di mettere a tacere le voci secondo cui il suo bimbo di tre mesi sarebbe figlio di un politico “molto influente” di Fdi.
Nata ad Ascoli Piceno, classe 1986, Diplomata all’istituto tecnico commerciale, Silvestri è alla seconda legislatura.
Cassiera in un supermercato, entra in Parlamento nel 2018 con il Movimento Cinque Stelle dopo aver vinto le “parlamentarie”. Dopo due anni lascia i pentastellati ed approda al gruppo Misto e nel 2021 aderisce a Fratelli d’Italia. Ad accoglierla nel marzo 2021 fu Giorgia Meloni: “Continuiamo a crescere, anche in Parlamento.
Diamo il benvenuto a Rachele Silvestri”, disse allora la leader di Fdi. Candidata in Abruzzo, viene eletta di nuovo alla Camera nelle fila di Fratelli d’Italia e diventa un componente della commissione Ambiente. Ed è proprio alla sua rielezione che Silvestri lega le voci – che smentisce con forza – secondo cui il bimbo non sarebbe del suo compagno ma – scrive nella lettera al Corriere – “sarebbe nato da una relazione clandestina grazie alla quale io avrei anche ottenuto la mia candidatura”. La deputata spiega di aver deciso di rendere nota la sua vicenda per tutelare il suo bambino “legittimo papà ed amatissimo compagno”. Silvestri si affida alle parole del nobel per la pace Elie Wiesel: “Ho giurato di non stare mai in silenzio, in qualunque luogo e in qualunque situazione in cui degli esseri umani siano costretti a subire sofferenze e umiliazioni”.
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