“I trafficanti devono essere colpiti con grande fermezza”. Lo ha detto il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, intervenendo alla 14/ma riunione plenaria del network europeo del Corpo della Guardia di Finanza in corso a Roma. “La Guardia di finanza e la Guardia Costiera – ha sottolineato – hanno sempre fatto il loro dovere anche con alto sprezzo del pericolo compresa l’ultima vicenda con decine di vittime innocenti sfruttate da criminali senza scrupoli che li hanno portati a morire a poche decine di metri dalle coste italiane”.
In una intervista pubblicata oggi dal Corriere della Sera, il responsabile della Farnesina è tornato sul dossier immigrati.
“L’emergenza migratoria, dai vari fronti caldi di crisi, è il problema più grande che dovremo affrontare nei prossimi anni, forse decenni. E l’Italia, al di là delle speculazioni o delle polemiche politiche interne, non può farlo da sola”. Lo dice in un’intervista al Corriere della Sera il ministro degli Esteri Antonio Tajani. Il ministro sottolinea che “abbiamo salvato migliaia e migliaia di vite, e tutti gli italiani lo sanno”: Guardia di Finanza e Guardia costiera “nel 2022 hanno fatto 1.170 interventi di law enforcement, in cui hanno recuperato 38.507 migranti, e 917 interventi di search and rescue, con 57.028 migranti soccorsi”. Sul naufragio di Cutro “la magistratura farà il suo lavoro, si vedrà se esistono responsabilità o se, come credo, è stata una tragica, terribile fatalità”.
Tajani definisce il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi “una persona perbene”, “un uomo scrupoloso, attento, che ha affrontato tante crisi, che lavora su ogni aspetto”, non c’è “nessun dubbio. E siamo compatti”. Quando gli viene chiesto se comprenda le ragioni di chi parte, anche rischiando la vita, risponde che “umanamente certo che le comprendo. Ma una politica seria deve fare un passo avanti e capire quello che si può fare per arginare e risolvere un problema immenso”. “Esistono almeno due piani di intervento” e “uno è quello che possiamo fare noi come Paese”, afferma il titolare della Farnesina, ricordando “siamo stati, sia io che Meloni, più volte in Africa e nel Mediterraneo per siglare accordi, per sbloccare aiuti soprattutto per la Tunisia”. Ma “serve molto di più”: “serve l’Europa, in primo luogo. Serve l’Onu. Serve il Fondo monetario”.
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