La Camera conferma la fiducia al governo sul decreto legge Ilva con 194 voti a favore, 138 contrari e quattro astenuti.
Si passa ora all’esame degli ordini del giorno al testo, che verranno votati domani, quando è previsto si tenga il voto finale e definitivo sul provvedimento.
Il decreto legge, su cui giovedì in tarda mattinata si dovrebbe giungere alla votazione finale, dispone il versamento da parte di Invitalia ad Acciaierie d’Italia di 680 milioni destinati a un aumento di capitale per assicurare la continuità della produzione di Taranto e per pagare i fornitori, in particolare quelli dell’energia.
Nel testo ci sono anche norme sul cosiddetto “commissariamento“: per le imprese che gestiscono stabilimenti di interesse strategico nazionale, l’ammissione immediata alla procedura di amministrazione straordinaria potrà avvenire su richiesta del socio pubblico che detenga direttamente o indirettamente almeno il 30 per cento.
Viene poi reintrodotto il cosiddetto “scudo penale“, ovvero la non punibilità della condotta dei soggetti che agiscono per dare esecuzione ai provvedimenti che autorizzano la prosecuzione dell’attività produttiva di stabilimenti industriali dichiarati di interesse strategico nazionale. E’ quindi prevista la restrizione dell’ambito di applicazione delle sanzioni interdittive, delle misure cautelari e del sequestro preventivo per consentire la prosecuzione dell’attività delle imprese di interesse strategico nazionale; nonché, in caso di sequestro, la previsione che l’attività prosegua con la nomina di un amministratore giudiziario.
Infine si prevede la proroga per il periodo di vigenza del Piano ambientale (23 agosto 2023) della esclusione sia della responsabilità amministrativa (derivante da reati) della persona giuridica Ilva sia della responsabilità penale o amministrativa di commissario straordinario, affittuario o acquirente e dei soggetti funzionalmente delegati.Altre misure, introdotte in prima lettura, riguardano i compensi degli amministratori straordinari delle grandi imprese in crisi e degli amministratori giudiziari e consentono la proroga fino a fine 2023 della indennità pari al trattamento di mobilità in deroga per i lavoratori delle aree di crisi industriale complessa che si trovano nella Regione Sicilia e che riguarda, tra l’altro, l’indotto Fiat di Termini Imerese e l’area industriale di Gela.
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