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Superbonus: relatore, servono tempi certi per ok alle pratiche

“Stiamo lavorando, con grande senso di responsabilità, a favore di quei cittadini e di quelle imprese che sono rimaste vittima della normativa sulla cessione dei crediti e sul super bonus dalla scorsa legislatura. È una misura insostenibile a lungo termine, come ben sapeva lo stesso presidente Conte, e per di più costruita superficialmente senza sufficienti controlli prima, e con eccessive complicazioni poi, tale da aver determinato l’attuale incaglio dei crediti di imposta”. Così l’onorevole Andrea de Bertoldi di Fratelli d’Italia, relatore del decreto legge sul superbonus e la cessione del credito.

“Il sistema bancario e assicurativo – prosegue – dovrà ora supportare il governo nello sblocco dei crediti con tutte le proprie capacità, e in particolare sottolineo, che sono inaccettabili gli attuali tempi delle istruttorie del sistema bancario, che ha spesso delegato alle società di revisione tali servizi di verifica sui crediti d’imposta. Il decreto del governo ha chiarito puntualmente le cause esimenti di responsabilità, e quindi la documentazione che va presentata, ed ora non è quindi più accettabile che si impieghino mesi per valutare le richieste di cessione del credito. I cittadini e le imprese hanno diritto a risposte celeri per poter sopravvivere e programmare i propri impegni. Le società di revisione e le banche si assumano le proprie responsabilità e svolgano tempestivamente i propri compiti. Ritengo nel merito normativo che sia utile valutare anche delle tempistiche limite, entro le quali si dovranno concludere le istruttorie del sistema finanziario e bancario; ne va altrimenti della credibilità è sostenibilità del sistema”. 

Confcommercio, rischio crisi di liquidità sistemica
Il dl 11/2023 sul blocco della cessione dei crediti ha un “impatto profondissimo sull’intera filiera dell’edilizia” con il rischio di “una possibile crisi di liquidità sistemica da scongiurare” perché “a discapito di un settore cruciale anche per la messa a terra del Pnrr”. Lo dichiara il vicepresidente vicario di Confcommercio, Lino Stoppani, in audizione presso la commissione Finanze della Camera. Per i crediti fiscali incagliati, ha proseguito, “bisogna chiarire definitivamente il tema dei residui spazi di agibilità dei cassetti fiscali delle banche e rendere rapidamente operativa l’operazione di sblocco, anche attraverso compensazioni con i versamenti fiscali operati dalle imprese tramite gli F24 pagati presso il sistema bancario”. Confcommercio chiede anche di favorire “il possibile incontro tra domanda e offerta di crediti tra privati” e di “chiarire e risolvere la vicenda della classificazione Eurostat dei bonus”. Va poi prevista, ha sottolineato Stoppani, “una fase di transizione che consenta, anche attraverso il ricorso ad autocertificazioni, di contenere gli impatti di un repentino cambiamento di regime, vanno rivisti sovraccarichi di produzione documentale e va favorita una soluzione del problema incapienti anche allineando i tempi per l’utilizzo del Superbonus ai dieci anni già previsti per gli altri incentivi edilizi”. “Infine vanno riaperti i termini per cessioni e sconti in fattura per le aree colpite da eventi sismici, oltre che per operazioni a valere sul patrimonio immobiliare di Onlus ed ex Iacp. Va poi istituita – ha concluso Stoppani – una sede permanente e strutturata di confronto tra il governo e tutte le parti interessate per la gestione dell’emergenza e per l’impostazione di un nuovo e condiviso approccio strutturale”.

Confesercenti, cartolarizzare i crediti incagliati
Serve “introdurre una cartolarizzazione dei crediti fiscali a sostegno delle imprese che si trovano in crisi di liquidità a causa del blocco delle cessioni dei crediti”. Così i rappresentanti di Confesercenti in audizione presso la commissione Finanze della Camera. “L’operazione – spiegano – consisterebbe nella vendita dei crediti incagliati a società specializzate che, a fronte dell’acquisto, potrebbero emettere degli strumenti collegati, trasformando di fatto i crediti in finanziamenti sulla falsariga di quanto già fatto durante la situazione di pandemia”. Per Confesercenti occorre poi “rimodulare le modalità di detrazione diretta e di utilizzo in compensazione mediante modello F24, soprattutto in favore dei contribuenti senza la capienza fiscale sufficiente a recuperare le somme attraverso la detrazione”. Per l’associazione è quindi “necessario prevedere delle soluzioni che sblocchino i crediti in maniera definitiva, senza modifiche continue delle relative disposizioni, garantendo al contempo la sopravvivenza delle imprese del settore che allo stato attuale non riescono ad avere la liquidità sufficiente”. Serve inoltre, per Confesercenti, “prevedere una deroga ad hoc e delle disposizioni chiare per rendere possibile un rapido sblocco dei cosiddetti bonus edilizi minori, come per l’installazione di infissi, che attualmente risultano incagliati dalle incertezze normative”.

Confartigianato, sono a rischio 47mila imprese
“Occorre intervenire su più fronti per risolvere la situazione in cui versano le imprese di costruzioni che hanno effettuato lavori utilizzando i bonus edilizia. Sono a rischio 47mila imprese e 153mila posti di lavoro. Vanno messi rapidamente in campo interventi per sbloccare i crediti fiscali incagliati”. Così i rappresentanti di Confartigianato in audizione presso la commissione Finanze della Camera. Per i crediti incagliati serve individuare “un acquirente pubblico di ultima istanza, particolarmente necessario per i crediti di minore importo, e va ampliato l’arco temporale di utilizzo dei crediti in compensazione. In assenza della necessaria capienza fiscale le imprese che hanno nei cassetti fiscali i crediti perdono infatti una parte del credito loro spettante”. Confartigianato sollecita anche “il rinvio della data, fissata al 17 febbraio 2023, entro la quale è necessario aver presentato la Cila per poter mantenere la possibilità di cessione/sconto del credito”. Per il limitato valore dei lavori di edilizia libera non assistiti da Cila, la confederazione chiede che sia consentito di autocertificare, da parte del contribuente, la data di avvio di tali lavori. “L’obiettivo della transizione green degli edifici non potrà essere raggiunto se, insieme con un sistema di agevolazioni sotto forma di detrazioni fiscali, non verrà mantenuta la possibilità della cessione dei crediti e dello sconto in fattura per alcune fattispecie, in particolare i soggetti con redditi bassi, privilegiando gli interventi su immobili con una classe energetica molto bassa e la ricostruzione degli immobili danneggiati da eventi sismici per i quali la detrazione del 110% è ammessa sino al 2025”, conclude Confartigianato.


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