“Le intercettazioni sono necessarie, indispensabili per le indagini di mafia e di terrorismo. In questi casi nessuno le vuole proibire e neppure noi. Però non si può nemmeno pensare di trattare tutti gli italiani come se fossero sospetti mafiosi o terroristi. Da garantista questo mi fa orrore. Si può e anzi si deve combattere la mafia e la criminalità però senza violare la libertà di cittadini e innocenti, come fanno molti magistrati perbene. Altrimenti si va verso un modello come quello cinese in cui tecnologie più avanzate sono usate per reprimere le minoranze religiose e gli oppositori”. Così Silvio Berlusconi a Rete 4.
E sull’arresto del boss di Cosa Nostra Matteo Messina Denaro, l’ex premier aggiunge: “Negli anni dei nostri governi la mafia ha subito colpi durissimi: sono stati sequestrati capitali ingenti, è stato reso permanente il 41 bis, cioè il carcere duro per i mafiosi. Questo conferma che a lottare seriamente contro la mafia siamo noi. Non è la sinistra giustizialista, quella che usa l’antimafia come strumento di lotta politica, quello che aveva isolato e attaccato Giovanni Falcone da vivo per poi adottarlo e santificarlo da morto”. “Naturalmente mi sono sentito sollevato come quando si è terminato un lavoro. Quando ero presidente del Consiglio i miei governi avevano arrestato quasi 7000 mafiosi e anche 29 dei 30 più pericolosi latitanti per reati di mafia e di camorra. Ne era rimasto in libertà solo uno e il suo nome era Messina Denaro. Oggi un altro governo, ancora di centrodestra, ha completato l’opera”.
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