Il governo guidato da Giorgia Meloni ha un nuovo nodo non da poco da sciogliere: quello sulla sorte dei circa 1.500 navigator incaricati di assistere i beneficiari del Reddito di Cittadinanza nella ricerca di un’occupazione o di un’opportunità formativa. Il loro incarico è scaduto il 31 ottobre e si pone adesso il problema di come continuare a utilizzare queste figure professionali almeno fino alla fine dell’anno.
Un problema per il nuovo esecutivo, con il centrodestra che ha fatto della battaglia contro il reddito di cittadinanza un vessillo della propria campagna elettorale. E mentre circolano le voci su una possibile proroga, voci che animano anche il dibattito politico, dal ministero del Lavoro guidato da Marina Calderone si spiega in un comunicato che “la proroga dei navigator non è tecnicamente possibile”. Servirebbe, si sottolinea, una norma ad hoc che al momento non sarebbe in cantiere né allo studio del dicastero. Piuttosto si sarebbe avviata “una mera attività ricognitiva tra le Regioni”.
“Ma se il governo non ha mai avuto intenzione di prorogarli – si chiede dal Terzo Polo Luigi Marattin – perché si è chiesto con una lettera se c’é bisogno di prorogare i navigator e di comunicare già la stima dei costi?”. Il deputato di Italia Viva fa riferimento a un documento che pubblica su Twitter e inviato dal direttore generale del ministero del Lavoro alle regioni interessate e datato fine ottobre. Ma il ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida taglia corto: bene il ministero del Lavoro, “un altro impegno mantenuto dal governo Meloni, i contratti non saranno prorogati”. Anche se il problema del destino di questi lavoratori rimane, tanto che il ministero era stato sollecitato sulla questione anche dai sindacati con una lettera del 24 ottobre in cui si chiedeva al nuovo governo un incontro urgente.
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