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Dl Ucraina bis: Senato conferma fiducia con 178. Draghi aggiorna ministri su missione Usa

Con 178 voti favorevoli, 31 contrari e un’astensione, l’Aula del Senato ha confermato la fiducia sul maxi emendamento al decreto Ucraina bis, la cosiddetta legge taglia prezzi per contrastare gli effetti economici e umanitari della crisi ucraina. Il provvedimento, che deve essere convertito in legge entro il 20 maggio, passa ora all’esame della Camera. Come risulta dai tabulati di Palazzo Madama, 211 senatori hanno partecipato al voto per la fiducia sul decreto Ucraina bis. Unico astenuto il senatore del gruppo Misto, Gregorio De Falco, mentre 41 sono gli assenti non giustificati (tra cui Vito Petrocelli del M5s). I gruppi con più assenze ingiustificate sono Forza Italia e Misto, ciascuno con 11 parlamentari. Dei 31 voti contrari, 14 sono di Fratelli d’Italia, 11 del gruppo Cal (Costituzione, ambiente, lavoro) e 6 del Misto. A favore si sono espressi Pd, M5s, Lega, Forza Italia, Italia viva e Autonomie e 16 senatori del Misto.

Il Consiglio dei ministri, su proposta del Presidente Mario Draghi, ha deliberato la proroga dello stato di emergenza per intervento all’estero già deliberato in conseguenza degli accadimenti in atto nel territorio dell’Ucraina. Lo riferisce Palazzo Chigi che spiega: “La proroga è volta a continuare a garantire le attività di soccorso e assistenza alla popolazione, nell’ambito del meccanismo di protezione civile dell’Unione europea, sul territorio dell’Ucraina e dei Paesi limitrofi interessati dall’emergenza”. In apertura del Cdm, parlando ai ministri dell’obiettivo della pace, secondo quanto riferiscono i presenti, il premier Mario Draghi ha ribadito che lo sforzo iniziale è che tutti gli alleati, ma in particolare ovviamente la Russia e gli Stati Uniti, si trovino seduti a un tavolo. Un tavolo in cui, ovviamente, l’Ucraina sia l’attore principale. In questo contesto, ha riferito il premier, Biden deve chiamare Putin. I contatti – ha spiegato il premier – devono essere riavviati, intensificati a tutti i livelli, con la capacità non di dimenticare, perché “impossibile”, ma di “guardare al futuro”. In apertura del Cdm, parlando ai ministri dell’obiettivo della pace, secondo quanto riferiscono i presenti, il premier Mario Draghi ha ribadito che lo sforzo iniziale è che tutti gli alleati, ma in particolare la Russia e gli Stati Uniti, si trovino seduti a un tavolo. Perchè la guerra ha preso una fisionomia nuova. E il vero obiettivo è chiedersi in che modo si costruisce il futuro. Un tavolo in cui, ovviamente, l’Ucraina sia l’attore principale. In questo contesto, ha riferito il premier, Biden deve chiamare Putin. I contatti – ha spiegato – devono essere riavviati, intensificati a tutti i livelli”.

“Io credo che dopo un terzo decreto” di invio di armi all’Ucraina “avremo già dato come Italia un contributo” sufficiente avendo “fatto la nostra parte: ora dobbiamo caratterizzarci per essere in prima linea su un altro fronte, quello di spingere fortemente per un negoziato ed una soluzione politica”. Così il leader M5s Giuseppe Conte alla registrazione di Piazza Pulita dove aggiunge: “Lo ripeto, credo che ci sia una concentrazione di armamenti in Ucraina sufficiente”. Occorre “dare atto al M5s” che sul conflitto in Ucraina e sulle armi “non stiamo fissando bandierine ma stiamo facendo un discorso chiaro e trasparente: stiamo vivendo uno scenario di emergenza assolutamente imprevisto. Il governo era nato per affrontare l’emergenza pandemica e il Pnrr, ma di fronte ad uno scenario imprevisto non possiamo pensare che il governo vada avanti da sé, decidendo di volta in volta cosa fare e come posizionarsi perché non ha un mandato politico”. Così Giuseppe Conte a Piazza Pulita dove torna a chiedere di sentire il premier in Parlamento: “è giusto ci sia un aggiornamento sullo stato della guerra”.


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