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Qui Londra, oligarchi sommersi e salvati

(ANSA) – LONDRA, 17 MAR – Ci sono gli oligarchi russi
sommersi ormai a decine da sanzioni che non risparmiamo neppure
i loro familiari, e gli oligarchi che (per ora) restano nella
cerchia dei salvati. Vale per tanti Paesi occidentali, sullo
sfondo della rappresaglia contro sodali veri o presunti di
Vladimir Putin per l’invasione dell’Ucraina. E vale in primis
nel Regno Unito, dove nonostante la stretta draconiana imposta
nelle ultime settimane contro gli asset dei miliardari post
sovietici di quella che fu la Londongrad sul Tamigi dal governo
di Boris Johnson, non mancano le polemiche su qualche nome
chiacchierato sottratto alla lista nera dei ‘cattivi’.
   
La caccia è tutt’altro che chiusa, assicura l’esecutivo, che
oggi per bocca del ministro dei Trasporti, Grant Shapps, ha
annunciato ad esempio in Parlamento che indagini sono in corso a
un certo numero di yacht di lusso, ormeggiati oltre Manica,
riconducibili a società (o prestanome) dietro cui si sospetta
possano nascondersi “complici di Putin”. Ma questi richiami alla
linea dura non fermano chi accusa l’esecutivo e il premier di
continuare a tenere al riparo magnati russi (o di origine russa)
ben ammanigliati. Le contestazioni riguardano in particolare
lord Ievgheni Lebedev, cooptato nella camera alta di Westminster
per volontà del primo ministro due anni fa nonostante alcune
riserve espresse negli ambienti dei servizi segreti britannici:
riserve evocate di recente dal Times e confermate ora anche da
Dominic Cummings, ex guru di Downing Street in cerca di vendetta
dopo essere stato silurato, secondo le cui rivelazioni Johnson
avrebbe liquidato all’epoca ogni obiezione come il frutto di un
indiscriminato pregiudizio “anti-russo” . Lebedev, che vive nel
Regno da quando aveva 8 anni e ha la doppia cittadinanza, ha in
effetti legami a vasto raggio con l’establishment del Regno e
con il jet set, oltre a essere un donatore generoso del Partito
Conservatore, un amico personale di BoJo (di altri politici) e
l’editore di testate liberali come l’Evening Standard o
l’Independent (peraltro anti Brexit); mentre di recente non ha
mancato di denunciare pubblicamente la guerra in Ucraina (dopo
aver giustificato in passato l’annessione della Crimea a Mosca).
   
Ma resta pur sempre figlio di Aleksandr Lebedev, ex ufficiale
del Kgb divenuto miliardario e trapiantato oltre Manica da 20
anni, che con Putin non ha mai rotto del tutto i ponti pur
essendo comproprietario in Russia di Novaia Gazeta, giornale
d’opposizione su cui scriveva Anna Politkovskaia. Cosa che
avrebbe dovuto almeno suggerire un dubbio di opportunità sulla
sua designazione a membro della Camera dei Lord, secondo il
leader dell’opposizione laburista Keir Starmer: che non perde
adesso occasione per sfidare il primo ministro Tory al “dovere”
di dare spiegazioni in Parlamento. (ANSA).
   


Source: http://www.ansa.it/sito/notizie/politica/politica_rss.xml

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