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IL PUNTO/Qui Berlino, Putin fermi il bagno di sangue

Un Olaf Scholz dal volto turbato si rivolge dalla cancelleria di Berlino a Vladimir Putin: “fermi immediatamente questo bagno di sangue, ritiri le truppe e torni al dialogo”. Nel corso di una conferenza stampa con il premier lussemburghese avverte: “andiamo verso una fase anche più drammatica, le immagini che ci hanno sconvolto finora degli edifici distrutti e dei feriti sono solo l’inizio”. Al suo fianco Xavier Vettel usa toni altrettanto drammatici: “le nostre cittadine e i nostri cittadini si preoccupano per il domani. Non solo in Lussemburgo”. “Abbiamo grande fiducia negli sforzi della Germania e della Francia per ripristinare il canale della diplomazia. Serve una tregua per continuare a parlare”, il suo appello, “è di una importanza impagabile” ogni sforzo in questa direzione, aggiunge, mettendo in guardia dalle conseguenze incalcolabili del conflitto attualmente in corso in Ucraina, “una guerra mai vista prima dalla nostra generazione”. La ministra degli Esteri Annalena Baerbock vola a Lodz in Polonia per incontrare i colleghi polacco e francese, sottolineando il valore della coesione dell’Europa e dell’occidente. Nelle stesse ore il ministro delle finanze, Christian Lindner, presiede il G7: i paesi sono tutti d’accordo sul fatto che di fronte alla guerra di Putin non sia possibile alcun “business as usual con la Russia”.

    “L’annuncio delle sanzioni, in particolare quelle che colpiscono la banca centrale e l’uscita degli istituti finanziari russi dallo Swift, stanno dando i primi massicci effetti”, il rublo è in caduta libera”, rileva. Altrettanto forte è la pressione della società civile e delle istituzioni locali: il sindaco di Monaco ha licenziato il direttore della Filarmonica Velery Gergiev, amico di Putin che non ha preso le distanze dall’invasione in Ucraina come gli era stato chiesto di fare entro ieri. I dipendenti dell’ufficio dell’ex cancelliere Gerhard Schroeder si licenziano, e il Borussia-Dortmund lo minaccia: lasci gli incarichi nel regime di Putin o non sarà più socio onorario dell’associazione calcistica.

    Mentre Anna Netrebko, soprano, disdice i suoi concerti: “non è il momento giusto per me per fare musica”. Su Instagram aveva preso le distanze dalla guerra, sono russa amo il mio paese, ma ho tanti amici in Ucraina, vorrei la pace”, aveva scritto. Ma oggi ha anche aggiunto che gli artisti non dovrebbero esser costretti a pronunciarsi politicamente e a insultare il loro paese.    


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