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Al via il primo congresso di Azione. Calenda, non dialogo con M5s e FdI

Primo congresso di Azione, il partito fondato dall’ex ministro Carlo Calenda, al palazzo dei Congressi dell’Eur davanti a oltre trecento delegati da tutta Italia. La scenografia è tutta azzurra: a destra e sinistra del palco su alcuni pannelli lo slogan della manifestazione: “La politica non è rumore ma Azione: l’Italia sul serio”. Un breve saluto di Roberto Gualtieri, sindaco di Roma, quindi l’apertura formale dei lavori congressuali con l’intervento di Matteo Richetti, di Stéphane Séjourné, Presidente del Gruppo Renew Europe ed Europarlamentare.

“Sono sicuro che insieme faremo grandi cose per il futuro del nostro Paese, che insieme senza ambiguità vinceremo le politiche del 2023 e dopo il voto daremo un governo riformista, democratico e europeista eletto dai cittadini per rendere la politica al servizio del nostro Paese”. Così il leader del Pd, Enrico Letta, ospite al congresso. “Sono sicuro che discuteremo, ma anche che litigheremo, con Carlo funziona così, ma poi sempre si prenderanno le decisioni giuste per il bene del Paese”.

“Non vi posso promettere come ha fatto Letta che vinceremo insieme le elezioni ma sono certo che tra noi ci saranno ampi margini di collaborazione”, ha detto il vicesegretario della Lega, Giancarlo Giorgetti, in collegamento con il Congresso.

 “Non dialoghiamo e non accettiamo il confronto con M5s e Fdi: è una scelta netta e definita – così il leader di Azione, Carlo Calenda –. Il dialogo parte da valori comuni. Dove nella matrice, nelle radici culturali dei popolari, dei liberali e dei socialdemocratici viene la possibilità di sottomettersi ai sovranisti e ai populisti. E’ esaltazione del machiavellismo. Ma lui scriveva quando c’era il primato della forza”. “Con qualunque sistema elettorale non saremo mai alleati con populisti e sovranisti”.  “Se facessi una scelta di convenienza andrei rimosso. E ragazzi, qua ci siamo trovati un candidato. Cottarelli è là pronto….”, ha aggiunto Calenda.

“A volte è capitato che Banana33, come li chiama Checco Zalone, mi dava lezione di etica – ha detto ancora -. Per un lungo periodo ho risposto agli account anonimi sui social, ora non lo faccio più. Il diritto alla parola deve essere legato alla responsabilità”

Riferendosi alla lettera del padre di Matteo Renzi, Calenda ha detto di trovare “ignobile che si pubblichi una lettera di un padre a un figlio senza che avesse alcuna rilevanza penale”.


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