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Quirinale, al primo voto senza intesa. Si ragiona sull'ipotesi Riccardi

Vigilia del primo scrutinio per eleggere il tredicesimo presidente della Repubblica. Giornata frenetica per partiti e grandi elettori, con incontri pubblici e riservati. C’è tempo fino a giovedì per trovare il nome giusto, visto che nelle prime votazioni serve la maggioranza dei due terzi e dalla quarta basteranno 505 voti. 

“Servono candidati di alto profilo, largamente condivisi e che siano in grado di rappresentare tutti gli italiani. Nelle prossime ore promuoveremo i confronti necessari per arrivare a un tavolo con tutti i gruppi parlamentari per indicare il nome condiviso“. Così la nota congiunta di Enrico letta, Giuseppe Conte e Roberto Speranza al termine della riunione tra Pd, M5s e Leu. “Nella riunione di domani mattina sarà concordato il comportamento per la prima votazione”. 

È “molto probabile” che il centrosinistra vada verso la scheda bianca alla prima votazione. Lo affermano fonti di centrosinistra al termine del vertice alla Camera. La decisione sarà presa nel vertice di domani mattina.  “Finalmente ci si può confrontare sui nomi. L’identikit è quello indicato ormai da settimane: profilo non di parte, autorevole. Incontri che dovrebbero preludere a un tavolo tra tutte le forze politiche. Si ragiona su Andrea Riccardi come profilo di presidente ideale”. Lo affermano fonti del Nazareno sottolineando che è stato un “buon incontro” stamani tra Conte, Letta e Speranza, in un “clima positivo” e con “spirito unitario”.

Letta oggi dovrebbe tornare a incontrare anche Matteo Renzi, mentre fonti Dem spiegano che vedrà Matteo Salvini appena possibile, così come gli altri leader del centrodestra. “Draghi ha salvato l’Italia, va bene a Palazzo Chigi, va bene al Colle, ma non può stare da entrambe le parti. Al Quirinale non si va contro i partiti. Penso che la candidatura di Draghi, ammesso che abbia una propria strategia, possa stare in piedi solo che abbia questo elemento politico. Al Quirinale ci vai soltanto con un’iniziativa politica”, dice Renzi, leader di Italia viva, a Mezz’ora in più. “La prima possibilità è che si vada su un presidente o una presidente che garantisca Draghi a Palazzo Chigi, perché di perderlo non possiamo permetterci. L’alternativa è una scelta politica”, aggiunge.

Ieri a sparigliare le carte è arrivato il passo indietro di Silvio Berlusconi che rappresenta l’avvio di una partita che si gioca su un piano inclinato. Tenere insieme Quirinale e governo, questa la scommessa di Enrico Letta e anche di Giuseppe Conte, che solo garantendo il prosieguo della legislatura può tenere uniti i suoi gruppi parlamentari. “Affrontiamo questo difficile passaggio coi nostri alleati. Coi quali a partire da oggi, dopo la fine della candidatura di Berlusconi che aveva bloccato fino a ieri tutto, concorderemo nomi e proposte“, ha scritto su Twitter in mattinata il segretario del Pd.

“Il Movimento 5 stelle ha un unico obiettivo e lo perseguirà fino alla fine: ha 235 voti di grandi elettori che mette a disposizione degli interessi degli italiani di avere un presidente autorevole che ci renda tutti orgogliosi di essere italiani e ben rappresentati. Continueremo a lavorare in questa direzione”. Così Giuseppe Conte prima della riunione con gli alleati dopo la quale si è dichiarato “molto soddisfatto” .  “Sono ottimista e lo sono ancor di più quando lavoro nell’interesse del Paese”, dice parlando con i cronisti al termine del vertice alla Camera di centrosinistra. “Non abbiamo parlato di nomi”, risponde a chi gli chiede dell’ipotesi Pier Ferdinando Casini. Salvini vi ha presentato la sua rosa di nomi? “Non abbiamo ancora parlato di nomi neanche con lui”, risponde. E’ caduto il veto M5s sul nome di Mario Draghi? “Noi facciamo proposte, non poniamo veti”.

Non si può partire dopo tutto questo stallo con un diritto di prelazione da parte del centrodestra. Serve una figura che possa rappresentare il Paese e non una marcatamente di parte”. Lo ha affermato la capogruppo di Leu al Senato, Loredana De Petris, arrivando alla Camera per la riunione del centrosinistra sul Quirinale. “Mario Draghi deve restare a palazzo Chigi? Valuteremo la soluzione migliore per il Paese nel corso della riunione del centrosinistra”, ha aggiunto De Petris, assieme al capogruppo del partito alla Camera, Federico Fornaro che, a chi gli domandava se c’è l’intenzione di proporre un nome di bandiera, ha risposto: “Si valuterà insieme. Oggettivamente Berlusconi era l’ostacolo maggiore sulla strada di un nome condiviso e votato dalla maggioranza”.

Salvini oggi incontrerà i capigruppo Riccardo Molinari e Massimiliano Romeo e successivamente i governatori e i delegati regionali della Lega. Le riunioni sono previste nel pomeriggio.

“Dopo la straordinaria generosità di Silvio Berlusconi, il centrodestra è al lavoro nella certezza che – nell’interesse del Paese – da sinistra non ci saranno No o veti incrociati come avvenuto fino a ieri. Siamo pronti a proporre donne e uomini di altissimo profilo“. Lo dice il leader della Lega Matteo Salvini.


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