L’ipotesi di dimissioni dei ministri M5s dal governo Draghi, se non ci saranno “miglioramenti” alla riforma della giustizia, “è una cosa da valutare insieme a Giuseppe Conte”. Così la ministra alle Politiche Giovanili, Fabiana Dadone, ad Agorà Estate. “Se è a rischio l’appoggio dei Cinque Stella al governo? – ha aggiunto -. Dipende quale sarà l’apertura sulle modifiche tecniche. L’obiettivo di tutti non è certo garantire le impunità in certi casi, ma velocizzare i processi. La tematica della prescrizione così come impostata non credo raggiunga l’obiettivo. Ci aspettiamo una discussione costruttiva, vedremo le decisioni da prendere”. “La riforma della giustizia così come presentata rischia di avere delle fasce di impunità, c’è una chiara apertura del presidente Draghi e della ministra Cartabia di cui va preso atto. Non è nel mio stile minacciare quindi respingo i titoli apparsi in tal senso ma è nel nostro stile dialogare e confrontarci. Lo stanno facendo Draghi e Conte che sono due persone di alto profilo e sono certa troveranno punti di incontro. Ho fiducia nella politica e meno nel gossip”, ha scritto su Fb la ministra Dadone, con una precisazione rispetto a quanto detto in tv stamane sull’ipotesi di uscita del M5s dal governo se non c’è accordo.
Una mediazione sulla riforma della giustizia è possibile? “Ci stiamo lavorando“. Così Giuseppe Conte, leader in pectore del Movimento 5 stelle, risponde a chi lo interpella all’uscita da Montecitorio, dove ha trascorso l’intero pomeriggio. Conte non risponde a chi gli domanda delle parole pronunciate oggi dalla ministra Dadone e di possibili strappi del M5s rispetto al governo.
Il parere sulla riforma del processo penale, ‘reso limitatamente all’istituto dell’improcedibilità dell’azione penale, approvato ieri dalla Sesta commissione non è stato inserito nell’ordine del giorno ordinario del prossimo plenum per consentire al Csm di esprimersi sull’intera riforma del processo penale‘. Lo comunica il vicepresidente David Ermini recependo in tal modo le indicazioni del presidente della Repubblica Sergio Mattarella contenute nell’assenso all’ordine del giorno ordinario predisposto per il plenum. La ministra della Giustizia, spiega Ermini, “ha infatti chiesto al Consiglio superiore il parere su tutti gli emendamenti governativi presentati in Parlamento, e dunque – prosegue il vicepresidente riferendo quanto precisato dal capo dello Stato – è necessario che il Consiglio non ometta di esprimersi su tutti gli aspetti della proposta del governo, circostanza che potrebbe assumere il significato di valutazione di ridotta importanza o di implicito consenso su tutti gli altri temi non trattati nel parere sull’improcedibilità”. Il presidente Mattarella pertanto, conclude il vicepresidente del Csm, ha ritenuto opportuno che “sia posticipata, anche solo di pochi giorni, l’iscrizione della pratica all’ordine del giorno del plenum in modo da completare la proposta di parere con riguardo al complesso della riforma, offrendo così al Parlamento una approfondita e completa valutazione tecnica”.
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