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Conte torna in cattedra, il professore nella sua Università

Una lezione da ex premier più che da prof ha segnato oggi il ritorno in cattedra, all’università di Firenze, di Giuseppe Conte, terminata la sua aspettativa dopo lo scambio della campanella con Mario Draghi. Una lezione online, tenuta dalla sede del rettorato e seguita da migliaia su Yotube e altri canali, intitolata ‘Tutela della salute e salvaguardia della economia: lezioni dalla pandemia’. Conte, che si è presentato con la mascherina ‘griffata’ dell’Ateneo, ha voluto dedicarla agli studenti.

LA LEZIONE 

Questa giornata segna il mio ritorno nella comunità accademica fiorentina nella quale ho trascorso lunghi anni. Esperienza che mi ha arricchito enormemente, anche dal punto di vista umano. Ho accolto con gioia e emozione l’invito a tenere questa lezione. E’ una lezione che dedico a tutti gli studenti con l’auspicio che possiate affinare le vostre idee e progetti di vita”, ha detto l’ex premier.  “Già dalle prime valutazioni empiriche appare chiaro che la tutela prioritaria della salute ha consentito di difendere meglio anche il tessuto produttivo del paese e che le economie più resilienti si stanno dimostrando quello in cui sono state introdotte adeguate misure contenitive del contagio accompagnati da interventi di sostegno alle famiglie e alle imprese”, ha proseguito. 

Per l’emergenza Covid “abbiamo dosato l’applicazione graduale delle misure, che sono diventate via via sempre più restrittive in considerazione della maggiore gravità e pervasività dell’epidemia. Il principio di precauzione è stato da noi assunto come strumento politico di gestione del rischio, basato su evidenze scientifiche, adeguato a tutelare il valore primario della salute dei cittadini”, ha spiegato Conte.  La strategia normativa” per il Covid, “è stata costruita su tre pilastri: ordinanze del ministro della Salute, dichiarazione stato di emergenza nazionale, l’adozione di decreti legge e Dpcm. Non sarebbe stato possibile lasciare l’intera regolamentazione ai solo decreti legge per l’imprevedibilità della pandemia e i tempi della conversione del decreto in legge. C’era la necessità di uno strumento agile per intervenire prontamente”, ha proseguito Conte. 

Alle Regioni e alle Province autonome spetta la organizzazione dei servizi sanitari, ma “il potere sostitutivo del Governo è un potere poi che viene declinato in una legge speciale, l’articolo 8 della legge 131 del 2003 in caso di pericolo grave per l’incolumità e la sicurezza pubblica: ebbene, non abbiamo mai preso in considerazione la possibilità di esercitare il potere sostitutivo dello Stato” – ha aggiunto l’ex premier. “Anche per un indirizzo squisitamente politico – ha spiegato – abbiamo preferito coltivare un costante dialogo con le autorità territoriali, pur tra varie difficoltà e momenti critici, nella convinzione che il coinvolgimento dei vari attori istituzionali in una prospettiva di leale collaborazione ci avrebbe garantito una maggiore coesione nazionale, e una più solida tenuta delle comunità di riferimento, in un contesto del tutto inedito”.

“Sullo sfondo” di posizioni che sostenevano “l’incompatibilità delle misure restrittive con il quadro dei nostri valori costituzionali”, all’inizio della pandemia in Italia, “sono emerse nel corso del tempo concezioni anarchiche della libertà, o anche concezioni che di fatto finiscono per attribuire, riconoscere il primato alla ratio economica rispetto alla salvaguardia dei valori della persona”, ha detto – “I momenti iniziali in particolare sono stati molto complicati. L’Italia, per prima nel mondo occidentale, è stata chiamata a operare scelte risolute e del tutto inedite, vagliandone la compatibilità sul piano costituzionale, l’efficacia sul piano sanitario, l’efficienza sul piano economico, la sostenibilità sul piano sociale, e anche le ricadute sul piano psicologico”.

Alcune decine di studenti del collettivo di Scienze politiche si sono riuniti davanti alla sede del rettorato di Firenze in piazza San Marco, per protestare contro la presenza dell’ex premier.“Non è possibile che a un anno di distanza dall’inizio della pandemia – ha spiegato Francesca Spazio del collettivo – non sia stato ancora fatto niente per garantire il nostro diritto allo studio e il rettore Luigi Dei preferisce organizzare questi teatrini con l’ex premier mentre a noi studenti non sono ancora garantite le lezioni in presenza. E questo lede profondamente il nostro diritto all’istruzione”. Per il collettivo, è “inaccettabile che dopo un anno da presidente Conte torni a fare il professore come se niente fosse e che anzi il rettore si pieghi a lui dandogli momenti di visibilità e cercando di trovagli spazi invece che pensare a quello di cui gli studenti hanno bisogno”.


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