Slitta a domani la decisione della Corte Costituzionale sul referendum elettorale voluto dalla Lega. E’ quanto si apprende da fonti della Consulta.
All’udienza odierna hanno partecipato delegati e avvocati degli otto Consigli regionali che lo hanno promosso (tra loro anche il leghista Roberto Calderoli in rappresentanza della Basilicata e il presidente del Consiglio regionale del Veneto Roberto Ciambetti), oltre al capogruppo al Senato di Leu Federico Fornaro e alle associazioni (Attuare la Costituzione e il Coordinamento per la democrazia costituzionale) che, come lui ,si sono costituite contro l’ammissibilità del quesito.
Quesito che chiede l’abrogazione delle norme sulla distribuzione proporzionale dei seggi per trasformare l’attuale sistema elettorale in un maggioritario puro.I 15 giudici costituzionali stanno ascoltando le ragioni dei due opposti schieramenti: quelle delle otto regioni (Veneto, Piemonte, Lombardia, Friuli Venezia Giulia, Sardegna, Abruzzo, Basilicata e Liguria) vengono esposte dagli avvocati Mario Bertolissi e Giovanni Guzzetta, mentre i motivi di chi si oppone al via libera al referendum vengono espressi dall’avvocato Felice Besostri . Alle 16 comincerà la camera di consiglio per la decisione, destinata a pesare sulle sorti della legislatura, che dovrebbe arrivare in giornata, anche se non si può escludere uno slittamento a domani mattina. Giudice relatore è Daria De Petris, docente di diritto amministrativo nominata alla Consulta nel 2014 dall’ allora capo dello Stato Giorgio Napolitano.
LE DICHIARAZIONI DI SALVINI: “Mi aspetto che gli italiani possano scegliere, possano votare, che non venga loro sottratto questo strumento di democrazia che è il referendum. Perché la legge elettorale non può essere chiusa in due stanze fra tre partitini che vogliono tornare al proporzionale per salvare la poltrona. Mi auguro che la consulta dia la parola al popolo”. Lo ha detto Matteo Salvini, parlando a Bologna, a proposito dell’attesa decisione della Corte Costituzionale sul referendum proposto dalla Lega sulla legge elettorale.
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