Sì dell’Aula della Camera al decreto legge sul personale della scuola. Il testo, approvato con 282 voti a favore e 212 contrari, passa al Senato.
Il decreto approvato contiene importanti novità che riguardano chi svolge la professione del docente e chi vuole intraprendere questa carriera. Nello specifico, viene ampliata la platea di coloro che potranno partecipare al concorso straordinario per l’assunzione di 24.000 insegnanti: possono candidarsi adesso sia i docenti che abbiano maturato servizio nei percorsi di Istruzione e formazione professionale (IeFP), sia coloro che abbiano effettuato una delle tre annualità richieste dall’anno scolastico 2008/2009, sia chi sta svolgendo nell’anno in corso la terza annualità di servizio. Inoltre, viene inserito il coding tra le metodologie didattiche da acquisire nell’ambito dei crediti formativi o durante il periodo di formazione e prova legato al concorso. Vengono riaperte le graduatorie di terza fascia con proroga fino all’anno scolastico 2022/2023 e viene autorizzato un nuovo concorso per insegnanti di Religione Cattolica, dopo 15 anni dall’ultimo. Per quanto riguarda invece i cosiddetti ‘diplomati magistrali’, si stabilisce la trasformazione del contratto di lavoro in contratto a tempo determinato in caso di sentenza sfavorevole, con l’obiettivo di garantire la continuità didattica. Arriva una risposta concreta anche agli enti locali: le scuole paritarie avranno la possibilità di sostituire temporaneamente i docenti con personale educativo.
Novità non solo per i docenti. Vengono internalizzati, infatti, i servizi di pulizia e ausiliarato nelle scuole di ogni ordine e grado. E per i cosiddetti ex LSU, si stabilisce una proroga tecnica di due mesi per consentirne la stabilizzazione.
Per i dirigenti e tutto il personale scolastico viene confermata l’esclusione del rilievo biometrico delle presenze.
Per quanto riguarda l’università, aumenta da 6 a 9 anni la durata dell’Abilitazione Scientifica Nazionale e, infine, sono esplicitati i requisiti per accedere alle procedure per la trasformazione dei contratti o degli assegni di ricerca in rapporti di lavoro a tempo indeterminato.
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