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Commissione Segre: Ebrei Roma, astensione pericolosa

La ‘commissione Segre’ è un “grande risultato istituzionale per il nostro Paese, di grande valore. Certo sconcerta un po’ l’astensione di alcune forze politiche, una scelta che riteniamo sbagliata e pericolosa. In questo momento c’è bisogno di unita’ e non bisogna lasciare adito ad alcuna ambiguità”. Cosi’ la presidente della Comunità Ebraica di Roma Ruth Dureghello a margine dell’inaugurazione della targa toponomastica “Via Elio Toaff” a Roma. Dureghello ha parlato di “un momento complicato per gli ebrei in Europa”.

“Mi preoccupa – ha detto il cardinale Parolin sulla vicenda dell’astensione – nel senso che su alcune cose, su valori fondamentali dovremmo essere tutti uniti. Ci sono cose su cui dovremmo convergere. Io penso che l’invito sia a riflettere sui valori fondamentali. Ci vogliono basi comuni. Poi naturalmente anche qui c’è il pericolo di politicizzare tutto ciò e dovremmo davvero uscire da questo”.

“La testimonianza del sacrificio dei protagonisti di quei travagliati momenti – una generazione duramente colpita che ha però saputo trovare la forza per reagire e porre le fondamenta di un Paese libero e democratico – è per tutti noi e per le nuove generazioni un insegnamento e anche un monito a non abbassare mai la guardia e a non sottovalutare tentativi che negano o vogliono riscrivere la storia contro l’evidenza, allo scopo di alimentare egoismi, interessi personali, discriminazioni e odio”: ha detto, riferendosi alla Seconda Guerra Mondiale, il presidente Sergio Mattarella al Quirinale alla cerimonia di consegna delle insegne dell’Ordine militare d’Italia, in occasione del giorno dell’Unità nazionale e Giornata delle Forze Armate.

Mercoledì il Senato ha approvato la mozione della maggioranza a prima firma della senatrice a vita con 151 sì, 98 astensioni e nessun no. Il centrodestra compatto non l’ha votata, facendo saltare l’unanimità e provocando l’attacco feroce di Italia viva, Democratici e 5Stelle.

Oltre al documento della maggioranza, sul tavolo di Palazzo Madama c’erano altre quattro mozioni (due di FdI, una della Lega e una di FI). Avviata la discussione, dalle opposizioni sono cominciati i distinguo. Eppure, l’ex bambina che fu deportata ad Auschwitz e una dei 25 piccoli italiani sopravvissuti all’Olocausto, contava su un voto il più ampio possibile. “Speravo che sull’odio in generale il Senato sarebbe stato festante e avrebbe trovato una sintonia generale”, ammette amara Segre. Dopo l’approvazione, l’Aula l’ha applaudita a lungo, tutti in piedi ed Emma Bonino si è avvicinata e le ha stretto la mano. Del resto la vicinanza a parole è stata unanime, specie dopo i tanti insulti ricevuti. Tuttavia a non convincere il centrodestra, alcuni passaggi del testo. Per FdI, ad esempio, tra le espressioni di odio nella mozione si citano nazionalismo ed etnocentrismo e allora il senatore Giovanbattista Fazzolari osserva: “Così si mette fuori legge Fratelli d’Italia”.

Per la Lega non è in dubbio la buona fede e la storia dell’ex deportata ma il rischio di “un uso strumentale” della commissione. Il capogruppo Massimiliano Romeo in Aula fa qualche esempio: “Sostenere che la famiglia formata da un uomo e una donna è un’espressione di odio rispetto ad altri tipi di famiglia? Dire che l’immigrazione illegale può mettere a repentaglio la nostra civiltà, è odio?”. Da qui il niet leghista alla proposta lanciata dal Pd di votare un’unica mozione, partendo da quella Segre, per non fare “una classifica” di diversi tipi di odio. Ma a far saltare il tentativo di unità si è aggiunta Iv: “Non mettiamo nessuna firma a una mozione con la Lega – è la stilettata del capogruppo Davide Faraone – perché i contenuti delle mozioni sono alternativi”. Per un po’ FI tenta la strada dell’unità, sperando in un testo condiviso ma alla fine cede e segue gli alleati: “Riteniamo troppo ambiguo il passaggio sul contrasto ai nazionalismi – spiega Lucio Malan per giustificare l’astensione – e la necessità di colpire anche dichiarazioni sgradite, anche quando non siano lesive della dignità della persona”.

   


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