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Csm: pressing per dimissioni, Ermini vede togati sospesi

La parola dimissioni non l’ha pronunciata nessuno. Ma in un incontro con i consiglieri togati del Csm che si sono autosospesi, il vice presidente David Ermini, li ha invitati – a quanto si è appreso – a prendere celermente una decisione, facendo appello alla massima responsabilità istituzionale. E i consiglieri Corrado Cartoni, Antonio Lepre e Paolo Criscuoli, di Magistratura Indipendente e Gianluigi Morlini di Unicost gli hanno garantito che prenderanno una decisione in tempi brevi.

Flick, va bene riforma ma non sia modo per vendicarsi
“Una cosa sono le proposte di riforma, con regole che garantiscano un contesto in cui non sia facile la scorrettezza, altra cosa è cogliere l’occasione per ‘vendicarsi’, per far pagare alla magistratura tutta una serie di iniziative, prese di posizione e clima culturale che a qualcuno non piace”. Lo dice l’ex ministro ed ex presidente della Consulta, Giovanni Maria Flick, rispondendo a margine del Congresso di Area, ad una domanda sulla invocata riforma del Csm. “E mi lascia perplesso – ha aggiunto in riferimento alla bufera sulla nomine – il fatto di correre ai ripari adesso, mentre la casa brucia: prima bisogno spegnere l’incendio, dopo si può pensare a come ricostruire. C’è troppa concitazione per potere intervenire adesso efficacemente”.   

Onida, sorteggio non è una proposta sensata
Il sorteggio per i consiglieri del Csm? “Penso che non sia una proposta sensata”, piuttosto “si tratta di scegliere, da parte dei magistrati e da parte del Parlamento, persone indipendenti e capaci di imparzialità, che siano in grado di esercitare nel modo migliore le funzioni che spettano al Csm. Non è che il sorteggio garantisce che si scelgano le persone più adatte a svolgere questo compito”. Lo dice il presidente emerito della Consulta Valerio Onida, a margine del Congresso di Area. “La cosa fondamentale – sottolinea – è che sia chiaro che i consiglieri non sono eletti per rappresentare le esigenze o il pensiero dei rispettivi gruppi di appartenenza, ma perché ritenute le più idonee a svolgere la funzione. Così come quando viene eletto un giudice costituzionale dal Parlamento o dalla magistratura non è eletto per rappresentare le vedute dei partiti o dei gruppi della magistratura, ma per svolgere una funzione indipendente. E certamente non deve rispondere ai suoi elettori, l’elezione del Csm non è come l’elezione di un deputato”.


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