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Occhiuto lancia la ‘scossa liberale’ per Forza Italia


Nessuna nuova corrente in Forza Italia, nessuna sfida alla guida di Antonio Tajani – che continua a parlare di “partito aperto” – ma una “scossa liberale” per “rafforzare” questo indirizzo all’interno del centrodestra, recuperando e aggiornando l’eredità politica di Silvio Berlusconi. Il presidente della Regione Calabria e vicesegretario di FI, Roberto Occhiuto, riassume così il senso del convegno a Palazzo Grazioli, un luogo dal forte richiamo evocativo per il popolo azzurro essendo stato per anni la sede del partito e la residenza romana di Silvio Berlusconi.
In una sala gremita presa d’assalto dalle telecamere, dove passa in rassegna i principali nodi programmatici, dalla riforma della giustizia ai diritti civili, delineando per ognuno la propria visione, tra aperture e richiami alla tradizione. Il sapore, però, è quello di un manifesto politico anche se il vicesegretario forzista respinge fermamente questa interpretazione.

Il campo quindi è, almeno ufficialmente, sgombrato dalle speculazioni delle ultime settimane ma gli ingredienti per scorgere l’embrione di un nuovo corso sembrano esserci tutti, dalle idee ai numeri. La presenza di ventidue parlamentari forzisti (circa un terzo del totale), tra i quali Alessandro Cattaneo, Giorgio Mulè e Licia Ronzulli, insieme a esponenti di primo piano del mondo dell’economia, una scossa o qualcosa di più sembra averla data davvero al partito e non solo.

Occhiuto, tuttavia, misura ogni parola: “Le correnti? Sono cose polverose che appartengono al passato. Tajani ha svolto una funzione straordinaria, tutti gli siamo riconoscenti, ha permesso a Forza Italia di sopravvivere quando nessuno ci avrebbe scommesso e si è posto, come me e altri, l’obiettivo di condurre il partito al 20%. Io vorrei usare la mia esperienza e il mio coraggio per aiutare lui e il partito a intestarsi questa battaglia”.

A precedere il convegno, in mattinata, erano arrivate le sottolineature del ministro degli Esteri e segretario di Forza Italia: “Non ho frizioni con nessuno. Ognuno è libero di parlare e dire quello che vuole, io sono per la libertà di pensiero e per la democrazia. Già da tempo ho detto che, all’inizio del 2027, ci sarà il congresso nazionale per eleggere il segretario di Forza Italia che condurrà il partito alle elezioni. Io mi ricandiderò, se ci sono altri dirigenti che vogliono candidarsi ben vengano. Non sono certamente io a pensare di chiudere il dibattito e le porte”. Poi la precisazione sui rapporti con la famiglia Berlusconi: “Li sento tutti i giorni”.

Se di corrente immediata non si tratta Occhiuto ha comunque mostrato i muscoli. E l’attenzione, inevitabilmente, si sposta lungo un orizzonte temporale più ampio, quello che porta al congresso. Ma anche qui non mostra il fianco rimarcando, più volte, come una sua candidatura “non sia all’ordine del giorno” e anche sul tema dei volti nuovi non si sbilancia: “Non devono per forza essere della politica. Il mio auspicio è che il partito possa aprirsi a imprenditori, giornalisti, persone che magari non hanno lavorato nei luoghi della politica ma che possono dire e fare molto in politica”.

Parlando alla platea, Occhiuto affronta i principali temi del dibattito politico e non si tira indietro su quelli più scivolosi, a cominciare dai diritti civili – più volte richiamati da Marina Berlusconi – per i quali, afferma, occorre “aprire una discussione” perché “è un tema che un partito come Forza Italia deve avere il coraggio di affrontare”. Così come serve, per il presidente della Regione Calabria, una “più organica riforma della cittadinanza” capace di contrastare l’inverno demografico. Il ragionamento di fondo, più volte ribadito da Occhiuto, è che c’è una “grande parte di elettorato che non ha mai votato Forza Italia e potrebbe farlo”. E’ questo l’obiettivo “nell’interesse del centrodestra” e l’idea sarebbe quella di riparlarne a febbraio, a Milano, in un secondo appuntamento dopo quello di Palazzo Grazioli. 

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