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Meloni cauta sugli asset, si decide al Consiglio europeo 


 La discussione si protrarrà fino all’ultimo minuto utile. Perché i dubbi italiani, e non solo, sono tutti ancora lì. E Giorgia Meloni nel discorso che terrà alle Camere li elencherà, rinviando alla discussione che ci sarà giovedì, e forse anche venerdì, al consiglio europeo la soluzione – e la decisione finale di Roma – sugli asset russi. La premier certo ribadirà che l’Italia continua a restare fermamente dalla parte dell’Ucraina e che va sostenuto lo sforzo americano per la pace evitando di dividere l’Occidente.

Ma non nasconderà le difficoltà a costruire un meccanismo per continuare a finanziare Kiev nel 2026 e nel 2027 che possa avvalersi dei beni russi che diventeranno congelati sine die, fino a quando non cesseranno le ostilità, senza più il rinnovo mese per mese. L’Italia, insieme a Belgio, Bulgaria e Malta, ha già messo in guardia i partner europei dalle “fughe tecniche in avanti”. Ma data la portata “giuridica, finanziaria e istituzionale” di un utilizzo degli asset ha invitato a una più approfondita valutazione politica, che si farà appunto nei prossimi giorni a Bruxelles. Parallelamente alla riunione del Consiglio, i 27 continueranno a monitorare l’andamento dei negoziati, nella consapevolezza che in ogni caso la questione delle risorse per l’Ucraina rimane una emergenza. Tutte le perplessità la premier e i ministri le hanno illustrate anche a Sergio Mattarella, nel consueto pranzo che precede il summit Ue.

Un incontro che viene descritto in un clima sereno, condito anche da un brindisi per festeggiare il compleanno di Giancarlo Giorgetti, che cade in un momento particolarmente caldo per il ministero dell’Economia. Mattarella si sarebbe limitato ad ascoltare i punti messi in evidenza dai suoi interlocutori che avrebbero sollevato tutte le obiezioni sulle quali l’esecutivo si sta interrogando, senza però indicare una specifica soluzione. Le perplessità italiane, peraltro, saranno messe nero su bianco anche nella risoluzione che la maggioranza sta affinando in vista del voto di domani, e che già è stata aggiornata rispetto alle prime bozze alla luce del vertice di Berlino. Intanto si precisa che nel processo di allargamento la corsia preferenziale va data ai Paesi dei Balcani occidentali – senza accelerazioni, è il sottotesto, rispetto a un futuro ingresso di Kiev. E si mettono nero su bianco requisiti piuttosto stringenti per l’erogazione dei fondi al governo ucraino, che tengano nel giusto conto il rispetto dello stato di diritto e la lotta a riciclaggio e corruzione. Un punto, quest’ultimo, su cui ha particolarmente battuto la Lega dopo lo scandalo che ha coinvolto gli uomini più vicini a Volodymyr Zelensky. Oltre alle complicazioni legali, ci sono anche “quelle leghiste”, ammette un big di Fratelli d’Italia, proprio mentre la portavoce del Cremlino, Maria Zakharova, loda Matteo Salvini e la sua analisi sulle possibilità di sconfiggere la Russia, un risultato che non è riuscito “nemmeno a Napoleone o a Hitler”. Il nuovo decreto armi, altro oggetto del contendere nella maggioranza, continua a non essere citato anche se l’esecutivo avrebbe già pronto il testo che dovrebbe arrivare nell’ultimo Consiglio dei ministri dell’anno. La maggioranza ancora una volta riesce comunque a presentarsi con una risoluzione unitaria, mentre le opposizioni viaggiano divise.

Per il Pd tra gli impegni chiesti al governo ci sarà un passaggio sulla difesa europea in linea con quanto spesso sostenuto dalla segretaria Elly Schlein (per cui “all’Unione europea serve la difesa comune, non il riarmo nazionale, sono due cose molto diverse”), un riferimento ai rapporti tra Unione europea e Usa per la gestione dei dossier su Kiev e Medioriente e un impegno sulle migrazioni, alla luce anche delle ultime sentenze e delle liste dei Paesi sicuri. Per i 5 Stelle, i punti salienti saranno: un nuovo protagonismo dell’Ue per l’Ucraina, preso atto che l’unico processo negoziale in corso é quello promosso dagli USA; lo stop all’invio di nuovi armamenti in Ucraina, la possibilità di rivalutare l’acquisizione del gas russo. Nulla di definitivo sugli asset. Gli impegni sul Medio Oriente saranno: stop agli attacchi Israeliani nella Striscia e sanzioni economiche mirate ai coloni israeliani. Avs, invece, conferma il ‘no’ all’invio di armi e al riarmo europeo, confronto aperto sull’uso dei beni russi mentre sul Medioriente chiede di imporre un cambio di passo a Israele rispetto a Gaza e alla Cisgiordania.
   

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