Bruxelles – “Noi stiamo difendendo l’Europa, l’Europa ci aiuti“. E’ un richiamo all’ordine e alla serietà, quello che il presidente dell’Ucraina, Volodymyr Zelensky, rivolge ai capi di Stato e di governo riuniti a Bruxelles per cercare di capire come aiutare finanziariamente Kiev usando gli asset russi congelati. Ci sono ancora le resistenze del Belgio, le perplessità dell’Ungheria, e implicazioni giuridico-legali che inquietano persino la Banca centrale europea e impediscono quella decisione, politica e di attitudine, che il leader ucraino vorrebbe vedere ma che al contrario non scorge.
“Davvero gli aspetti giuridici spaventano più della presenza russa al confine” dell’Europa?, domanda e lamenta uno Zelensky stizzito. Il suo Paese ha bisogno di soldi per andare avanti, nella risposta militare all’armata russa ma pure come Stato nel suo funzionamento di tutti i giorni. Il presidente ucraino dice di attendersi la quadratura del cerchio “entro la fine dell’anno”, per poi precisare “quest’anno”, il 2025, e dunque incalza i partner perché al più tardi subito dopo Natale si possa avere il via libera auspicato a Kiev e cercato a Bruxelles.
Zelensky sprona quindi gli alleati, quelli europei, ma pure quelli d’oltre Atlantico. Perché nonostante tutto vede nel presidente USA Donald Trump una figura chiave. “Gli Stati
Il ruolo dell’UE è dunque in questa pressione tutta da esercitare. In tale ottica Zelensky sottolinea la necessità che l’Unione europea sia presente al tavolo negoziale e, ancora prima, al processo di negoziazione, fin qui condotto a due da Washington e Mosca. “Capisco che vogliano escludere l’Europa, ma questo non deve essere permesso, per noi la sua presenza è importante”.
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