Bruxelles – Le critiche velate a Israele per ingerenze interne negli affari di uno Stato membro dell’UE, i richiami impliciti al governo Meloni per avere consentito di ‘spiare’ i manifestanti pro-Palestina. Il dossier sulle manifestazioni in Italia del 22 settembre diventa un caso, con tanto di interrogazione parlamentare di Mimmo Lucano (AVS/laSinistra) alla Commissione europea, che non può non prendere le distanze da quanto accaduto.
L’accaduto risale a settembre, quando sulla scia della mobilitazione generale europea scioperi e manifestazioni vengono indette in Italia per criticare l’operato delle forze israeliane a Gaza in risposta alle offensive di Hamas, manifestazioni su cui il governo israeliano ha redatto un dossier con tutte le informazioni su luoghi di ritrovo e partecipanti attesi. Quattro pagine con i nomi di associazioni, collettivi, e loro origine e provenienza. Per Lucano tutto questo rappresenta “una grave ingerenza straniera negli affari interni di uno Stato membro dell’Unione europea, nonché una potenziale violazione della sovranità italiana e dei diritti fondamentali sanciti dalla Carta dei diritti fondamentali dell’UE, in particolare la libertà di espressione e di manifestazione”.
Di fronte a questi rilievi l’Alta rappresentante per la politica estera e di sicurezza dell’UE, Kaja Kallas, risponde ribadendo quali sono i principi cardine alla base del funzionamento dell’UE e la linea della Commissione europea, in quella che si configura come una condanna dai toni blandi. “La Commissione si oppone a qualsiasi tentativo di ingerenza, minaccia o intimidazione straniera sul territorio sovrano degli Stati membri”, dice, senza citare apertamente Israele. Mentre al governo italiano Kallas ricorda che “la libertà di riunione è un diritto fondamentale sancito dall’articolo 12 della Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea, che, insieme alla libertà di espressione e alla libertà e al pluralismo dei media sanciti all’articolo 11, costituisce la base di una società libera, democratica e pluralista”.
La sottolineatura di Kallas non sembra essere casuale, poiché, questa almeno la tesi sostenuta da Lucano, le autorità di Israele avrebbero raccolto e diffuso informazioni sulle manifestazioni organizzate in Italia a sostegno della popolazione palestinese con l’aiuto delle autorità italiane. Intanto Kallas, nel ricordare i fondamenti dell’UE, opera una tirata d’orecchi ai governi di Roma e Tel Aviv.

