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Gli Stati Uniti richiamano 4.500 soldati dall’Europa dell’est. US Army: “Non è un ritiro”

Bruxelles – Sul fianco est dell’Europa ci saranno meno soldati statunitensi. Il ritorno in America avverrà in questi giorni e coinvolgerà Ungheria, Slovacchia e Romania. L’annuncio è arrivato oggi, 29 ottobre, dal comando dell’Esercito degli Stati Uniti con responsabilità sull’Europa (US Army Europe). “La 2nd Infantry Brigade Combat Team della 101st Airborne Division verrà ridistribuita, come da programma, nella propria unità di base in Kentucky, senza sostituzioni”, fa sapere l’esercito in una nota.

L’impegno americano in Europa resta comunque sostanzioso: sono circa 85.000 i soldati statunitensi, di cui 20.000 sono arrivati nel Continente dopo l’aggressione russa all’Ucraina. In sostanza il numero totale rimane maggiore rispetto al 2022. La decisione però potrebbe rappresentare un messaggio ambiguo a Mosca.

Non si tratta di un ritiro

La scelta non è certo un fulmine a ciel sereno. Il Pentagono ha scelto da tempo il suo “teatro principale”, identificando il Pacifico e il contenimento della Cina come obiettivo strategico. Proprio per questo, in un report consultato dall’emittente NBC ad aprile, si parlava di un ritiro dall’Europa di circa 10.000 unità. I suoi primi effetti si sono visti con l’annuncio di oggi.

La smobilitazione della “2ª Brigata da Combattimento di Fanteria” non è una scelta casuale. Il reggimento è composto da circa 4.500 uomini ed era stato dispiegato dall’ex presidente statunitense Joe Biden in risposta all’attacco russo. L’unità è una delle più celebri dell’esercito USA e, tra le altre missioni per cui fu impegnata, ci fu lo sbarco in Normandia.

Gli alti gradi statunitensi hanno sminuito la decisione: “Non si tratta di un ritiro dall’Europa né di un segnale di minore impegno nei confronti della NATO e dell’articolo 5”, si legge nella nota, che aggiunge: “Questo adeguamento della posizione delle forze armate non cambierà il contesto di sicurezza in Europa”.

Le riduzioni saranno soprattutto in Slovacchia, Ungheria e Romania. Bucarest, ad esempio, disponeva di 1.700 soldati americani, saranno ora “900 o 1.000”, conferma il ministro della difesa, Ionut Mosteanu. Nonostante la notizia il ministro non si dice preoccupato: “Le capacità strategiche rimarranno invariate”.

“Un segnale sbagliato”

A pensarla in modo diverso però ci sono gli analisti. George Scutaru, co-fondatore del think tank New Strategy Center, intervistato da AFP non nasconde scetticismo. “È un segnale sbagliato da mandare a Mosca – afferma Scutaru -, mille unità in più o in meno non fanno la differenza, ma si tratta di un gesto politico chiaro”.

La Romania del resto rimane un punto centrale nella difesa del fronte est. Sul suo suolo hanno sede due imponenti basi NATO: quella di Câmpia Turzii e quella di Mihail Kogălniceanu che nei programmi potrebbe diventare la più grande del Continente.

L’Unione e il fianco Est

La decisione arriva in un momento critico per la difesa europea. Le incursioni di velivoli teleguidati negli spazi aerei NATO hanno generato allarme tra gli eserciti. Proprio per questo Scutaru ha affermato che è importante che gli alleati europei inviino “un segnale di solidarietà” e prendano in considerazione l’idea di rafforzare la loro “presenza militare per compensare”. 

L’Unione Europea dal canto suo sta sviluppando, insieme all’Alleanza Atlantica, un progetto per rafforzare la sua difesa. Il 16 ottobre ha presentato una Roadmap con la finalità di organizzare un riarmo comunitario. L’iniziativa presentata dalla Commissione UE fa sapere il portavoce, Thomas Regnier, “non sarà influenzato da questo disimpegno. Lanceremo il progetto nel primo trimestre del 2026”.


Source: https://www.eunews.it/category/politica-estera/feed


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