Bruxelles – Una promessa di cambiamento “con stabilità e moderazione”, un ringraziamento al predecessore “per la dedizione e il duro lavoro”, la raccolta dell’invito di re Carlo III a formare il prossimo governo “di questa grande nazione”. È così che Keir Starmer ha annunciato oggi (5 luglio) davanti alla porta nera di Downing Street 10 la nascita del nuovo gabinetto del Regno Unito, dopo il risultato travolgente del suo Partito Laburista alle elezioni anticipate di ieri (4 luglio). “Il Paese ha votato in modo deciso per il cambiamento, per la rinascita nazionale e il ritorno della politica al servizio pubblico”, ha messo in chiaro il neo-premier britannico dopo aver ricevuto a Buckingham Palace l’incarico reale di formare un gabinetto che sarà supportato dai 412 deputati laburisti alla Camera dei Comuni.
Secondo le parole del 58esimo primo ministro del Regno Unito, il suo compito e quello di tutto il Partito Laburista sarà quello di mettere fine alla mancanza di fiducia nella politica che si è aggravata sotto i precedenti governi conservatori dal 2010 a oggi, come dimostrato dalla bassissima affluenza al voto ieri (al 60 per cento, la seconda peggiore dal 1885): “Questa ferita, questa mancanza di fiducia può essere curata solo con le azioni, non con le parole, possiamo iniziare oggi con il semplice riconoscimento che il servizio pubblico è un privilegio e che il vostro governo dovrebbe trattare ogni singola persona con rispetto“. In un passaggio decisivo del primo discorso da leader del Paese, Starmer ha reso evidente che cercherà anche di rimarginare le aspre divisioni nell’elettorato, che hanno portato alla crescita esponenziale (4,1 milioni di voti, il 14,3 per cento) del partito sovranista e populista Reform Uk dell’architetto della Brexit, Nigel Farage: “Che abbiate votato laburista o meno, e soprattutto se non lo avete fatto, vi dico direttamente che il mio governo vi servirà”, perché “la politica può essere una forza per il bene, lo dimostreremo”. In altre parole “il Paese per primo, il partito per secondo”.
Con Starmer i laburisti tornano al governo 14 anni dopo l’ultimo governo di Tony Blair, che aveva guidato il Regno Unito dal 1997 al 2010 e aveva stabilito i due record di seggi per i Labour nella storia del partito (418 nel 1997 e 412 nel 2001). In un Paese non abituato a frequenti passaggi di testimone tra una forza politica e l’altra – solo 7 dal secondo dopoguerra – anche complice la bassa affluenza al voto nel 2024 si è però registrato uno dei più grossi cambiamenti nel numero di seggi (swing, in gergo), che ora il centro-sinistra dovrà cercare di capitalizzare sotto forma di governo. “Il nostro Paese ha bisogno di un grande reset, per riscoprire chi siamo, perché non importa quanto è dura la tempesta, uno dei grandi punti di forza di questa nazione è sempre stato quello di navigare verso acque più calme”, è l’esortazione di Starmer, che si è definito un politico “di stabilità e moderazione”.
Indirizzandosi alle “milioni di persone scivolate verso una maggiore insicurezza”, mentre i governi “hanno chiuso gli occhi per troppo tempo”, il neo-premier britannico ha rassicurato sul fatto che “questa volta noi non ci gireremo dall’altra parte, servirà del tempo, ma il lavoro inizia adesso“. Un riferimento al working background di Starmer, che “mattone dopo mattone” vuole “ricostruire questo Paese” dopo 14 anni all’opposizione, dalle scuole ai servizi pubblici, dalla sicurezza e il “controllo delle frontiere” ai prezzi dell’energia e delle case “accessibili”. E un appello all’unità nazionale, messo in discussione in questo ultimo decennio dall’indipendentismo scozzese e nordirlandese: “Inghilterra, Scozia, Galles e Irlanda del Nord, quattro nazioni impegnate per affrontare le sfide di un mondo insicuro con calma e moderazione”. A questo punto, con l’ingresso di Starmer e della moglie Victoria Alexander dalla porta di Downing Street 10, può iniziare la nuova esperienza di governo del leader laburista, con l’annuncio della squadra di ministri atteso già per questa sera.
Solo un’ora e mezza prima il predecessore di Starmer, il conservatore Rishi Sunak, aveva annunciato le dimissioni davanti alla stessa porta, dopo l’incontro con re Carlo III a Buckingham Palace. “Ho dato il massimo per questo lavoro, ma avete mandato un chiaro segnale: il governo del Regno Unito deve cambiare, e il vostro è l’unico giudizio che conta”, sono state le parole di commiato del premier uscente a conclusione di quasi due anni di governo del Paese. Scusandosi per il tracollo dei conservatori alle urne – con soli 121 seggi conquistati, quello di ieri è stato il peggior risultato dalla fondazione del partito nel 1834 – Sunak ha spiegato di aver “sentito la vostra rabbia, la vostra delusione e mi assumo la responsabilità di questa perdita“. Lo stesso premier dimissionario si è poi congratulato con Starmer – definendolo “un uomo onesto e di grande spirito pubblico, che rispetto a prescindere dai nostri disaccordi in questa campagna” – e ha reso noto che “mi dimetterò da leader dei conservatori” non appena saranno definite le modalità di selezione della sua successione. Si apre così una dura lotta per la leadership del Tories tra le poche figure di spicco sopravvissute alle sfide del sistema elettorale first past the post (ovvero un maggioritario secco) nelle rispettive circoscrizioni.
Già con l’annuncio dei risultati delle elezioni, sono arrivate da Bruxelles le congratulazioni a Starmer dai vertici delle istituzioni dell’Unione Europea, che hanno osservato le elezioni nel Regno Unito post-Brexit dall’esterno (per la prima volta dal 1973, quando Londra faceva ingresso nella Comunità Economica Europea): “Non vedo l’ora di lavorare in un partenariato costruttivo per affrontare le sfide comuni e rafforzare la sicurezza europea”, ha commentato la presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen. Le ha fatto eco il numero uno del Consiglio Europeo, Charles Michel, che parla di “nuovo ciclo” a Londra e dà appuntamento al prossimo inquilino di Downing Street 10 “alla riunione della Comunità Politica Europea il 18 luglio nel Regno Unito, dove discuteremo delle sfide comuni, tra cui stabilità, sicurezza, energia e migrazione”. Anche la presidente del Parlamento Europeo, Roberta Metsola, si è congratulata con Starmer, ricordando che “le relazioni tra l’Unione Europea e il Regno Unito sono radicate nei nostri valori condivisi e nella nostra amicizia di lunga data” e “come alleati e partner, è nel nostro interesse comune continuare a lavorare a stretto contatto“.