Bruxelles – Tirana avanza, Skopje, per il momento, no. Gli ambasciatori dei Paesi Ue hanno spacchettato il percorso di adesione all’Ue di Albania e Macedonia del Nord. I due Paesi dei Balcani occidentali finora avevano sempre camminato a braccetto, ma da troppo tempo erano fermi a causa degli attriti tra il nuovo governo macedone e la Bulgaria. Con questa decisione, l’Ue forza l’impasse e prepara il campo per la Conferenza intergovernativa con l’Albania, che potrebbe tenersi già nelle prossime settimane.
Nella giornata di ieri (25 settembre), i rappresentanti diplomatici dei 27 hanno approvato la lettera con cui la Presidenza del Consiglio dell’Ue comunicherà alle autorità albanesi la valutazione positiva del Consiglio sul raggiungimento degli obiettivi previsti dal ‘cluster 1‘. Quelli ritenuti fondamentali, che danno l’accesso al processo negoziale. I cinque ‘benchmark’ riguardavano Magistratura e diritti fondamentali, Giustizia, libertà e sicurezza, Appalti pubblici, Statistiche, Controllo finanziario.
Tirana si scrolla così di dosso l’ingombrante compagno nel processo di adesione, che la tiene in stallo dall’estate del 2022. La Commissione europea, che ha sempre sostenuto di voler tenere legate le due capitali, ha alzato le mani di fronte allo spacchettamento: “Auspichiamo che i negoziati per il cluster fondamentale inizino al più presto con l’Albania e, una volta soddisfatti i criteri concordati dal Consiglio, anche per la Macedonia del Nord“, ha dichiarato la portavoce Ana Pisonero. Il passo necessario per Skopje, che continua a mancare, riguarda alcune modifiche costituzionali promesse a Bruxelles. E soprattutto a Sofia.
Nel luglio del 2022, con la mediazione della presidenza francese del Consiglio dell’Ue, Bulgaria e Macedonia del Nord avevano trovato un accordo per risolvere la questione della minoranza bulgara sul territorio macedone. In sostanza, Skopje aveva promesso di includere nella propria Carta fondamentale la comunità bulgara insieme a quelle già tutelate. Così Sofia avrebbe revocato il veto sull’avanzamento del processo di adesione all’Ue. Ma l’accordo non è ancora stato implementato, e il nuovo governo, espressione del partito nazionalista VMRO-DPMNE che ha vinto le elezioni lo scorso maggio, ha già annunciato di voler rinegoziare il cosiddetto “compromesso francese”. Bloccando di fatto non solo Skopje, ma anche Tirana.
Per spingere avanti l’Albania, paese candidato all’Ue dal 2014, si è fatta da parte invece la Grecia, con cui si erano accese alcune tensioni relative alla detenzione in Albania di Fredis Beleri, sindaco di etnia greca del comune albanese di Himarë, condannato a due anni di carcere per compravendita di voti alle elezioni comunali del maggio 2023. Ma eletto come eurodeputato in Grecia alle elezioni europee del 9 giugno scorso. A quanto si apprende, diversi Stati membri hanno espresso soddisfazione per l’avanzamento concesso all’Albania, auspicando inoltre che altri Paesi dei Balcani Occidentali – tra cui appunto la Macedonia del Nord – possano presto fare passi in avanti.
Ora Albania e Ue dovranno definire le rispettive posizioni negoziali in vista della Conferenza intergovernativa. Che potrebbe tenersi già nel mese di ottobre.