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I raid israeliani in Libano hanno già ucciso più di 550 persone. Borrell chiede l’intervento del Consiglio di Sicurezza dell’Onu

Bruxelles – La comunità internazionale, a New York per la 79esima sessione dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, guarda con preoccupazione verso il Medio Oriente. Lo scenario peggiore si sta materializzando, dopo un anno il conflitto tra Israele e Hamas è diventato guerra regionale. “Il Consiglio di sicurezza deve svolgere il suo ruolo”, è l’appello lanciato dall’Alto rappresentante Ue per gli Affari esteri, Josep Borrell, di fronte al “bilancio allarmante” delle vittime degli attacchi israeliani in Libano.

Secondo gli ultimi dati diffusi dal ministero della Salute di Beirut, i raid dell’aviazione israeliana hanno già ucciso 558 persone, di cui 50 bambini e 94 donne. E ne hanno ferite 1.835. Tra le vittime, anche due operatori dell’Alto commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (Unhcr). “Abbiamo urgente bisogno di fermare il cammino verso la guerra. Entrambe le parti devono attuare un cessate il fuoco immediato”, ha supplicato il capo della diplomazia europea.

Josep Borrell a New York per la 79esima sessione dell’Assemblea Generale dell’Onu (Photo by ANGELA WEISS / AFP)

Borrell si appella al massimo organo dell’Onu perché le risoluzioni del Consiglio di sicurezza – a differenza di quelle dell’Assemblea generale – sono le uniche ad essere vincolanti per i 193 Paesi che fanno parte delle Nazioni Unite. Almeno sulla carta: il 25 marzo scorso, dopo mesi di veti incrociati tra Stati Uniti e Russia, il Consiglio di Sicurezza aveva adottato una risoluzione con cui chiedeva un immediato cessate il fuoco su Gaza durante il mese di Ramadan e il rilascio incondizionato di tutti gli ostaggi. Una richiesta rimasta tuttora inascoltata.

Il governo di Netanyahu non esclude tra l’altro, “se necessario”, un intervento via terra nel sud del Libano per sgominare le cellule di Hezbollah e permettere il rientro in sicurezza degli sfollati israeliani nel Nord del Paese. Nello spaventoso racconto in numeri che si sussegue dal 7 ottobre scorso a Gaza, e che ora è cominciato anche nel Paese dei Cedri, Tel Aviv elenca “i circa 400 lanciarazzi a medio raggio, 70 depositi di armi e circa 80 droni e missili da crociera di Hezbollah” distrutti dagli oltre 250 aerei di combattimento che in due giorni “hanno sganciato circa 2.000 munizioni”.


Source: https://www.eunews.it/category/politica-estera/feed


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