Bruxelles – L’Alto rappresentante Ue per gli Affari esteri, Josep Borrell, ha deciso di procedere ad una valutazione del rispetto dei diritti umani da parte di Israele, primo passo di un’eventuale sospensione dell’accordo di associazione in vigore tra Bruxelles e Tel Aviv. I 27 ministri degli Esteri Ue ne discuteranno il prossimo 18 novembre, con o senza il governo israeliano.
Il prossimo Consiglio Affari Esteri sarà l’ultimo presieduto da Borrell. Anche per questo probabilmente il leader Ue che più di tutti ha cercato di richiamare Israele al rispetto del diritto internazionale nell’offensiva a Gaza e in Libano ha deciso di rompere finalmente gli indugi. La richiesta di Spagna e Irlanda di rivedere l’accordo di associazione Ue-Israele era stata depositata sulla scrivania dell’Alto rappresentante lo scorso febbraio: a maggio i 27 avevano deciso all’unanimità di convocare un Consiglio di Associazione per chiedere conto a Tel Aviv della strage in corso a Gaza, ma Israele ha di fatto messo da parte l’invito, rifiutando il focus sui diritti umani proposto dall’Ue per il vertice.
Di fronte ai nuovi appelli di Pedro Sanchez e del primo ministro irlandese, Simon Harris, Borrell ha cambiato strategia. “Ho proposto di assumerci la responsabilità di valutare la situazione in seno al Consiglio Affari Esteri, perché abbiamo prove sufficienti per discutere del rispetto del diritto umanitario“, ha annunciato il capo della diplomazia Ue a margine dell’incontro con i ministri dei 27 tenutosi oggi (14 ottobre) a Lussemburgo. Secondo Borrell, “Il diritto umanitario è sepolto sotto le macerie di Gaza”.
I recenti attacchi a dell’esercito israeliano alle basi di Unifil, la missione di peace-keeping delle Nazioni Unite al confine tra Israele e Libano, hanno esacerbato ulteriormente l’irritazione dei Paesi membri nei confronti del governo di Benjamin Netanyahu, che da un anno agisce in Medio Oriente con totale impunità, sordo ai richiami dei massimi organismi internazionali sul mancato rispetto del diritto umanitario. “In Libano un’altra linea rossa è stata pericolosamente oltrepassata dall’esercito israeliano”, ha avvertito ancora Borrell, ribadendo il pieno sostegno di tutti i ministri alla missione dell’Onu – a cui dal 1979 a oggi hanno partecipato 16 stati membri – e all’Agenzia per i rifugiati palestinesi (Unrwa), su cui Israele sta varando una legge per classificarla come organizzazione terroristica. E su cui invece i ministri Ue hanno chiesto alla Commissione europea di rendere “immediatamente disponibile la prossima tranche di aiuti”.
Le fratture tra Bruxelles e Tel Aviv aumentano: i ministri hanno confermato “l’urgenza di rafforzare il sostegno all’Autorità Nazionale Palestinese” e hanno discusso l’adozione di ulteriori sanzioni contro i coloni israeliani estremisti e “coloro che ne permettono le attività”. Sul tavolo, c’è la proposta da parte di Borrell di adottare misure restrittive anche contro due ministri del governo di Netanyahu, i sionisti di estrema destra Bezalel Smotrich e Itamar Ben-Gvir.
Pieno sostegno dei 27 anche ad Antonio Guterres, segretario generale dell’Onu, divenuto bersaglio della propaganda israeliana e addirittura “persona non gradita” sul suolo di Israele. “Quando le autorità israeliane incolpano Guterres, a quanto pare non sanno che è il Consiglio di Sicurezza dell’Onu che decide se l’Unifil deve andarsene”, ha sottolineato Borrell.