(ANSA) – CAGLIARI, 23 APR – “La legge elettorale sarda è
antidemocratica: ad ogni tornata circa 150mila voti non
ottengono rappresentanza”. E’ l’allarme lanciato da alcune forze
politiche indipendentiste, sindacati e associazioni identitarie
e alcuni amministratori locali della Sardegna che hanno lanciato
un appello on line con una proposta di riforma della legge
elettorale in vista delle regionali del 2024.
La proposta si fonda su alcuni capisaldi tra i quali un
sistema proporzionale con il premio di maggioranza e l’elezione
di tutti i candidati presidenti che superano le soglie di
sbarramento, non solo dei primi due arrivati. Si ipotizza di
abbassare anche la soglia di sbarramento per le liste che non
fanno parte di coalizioni così come il quorum richiesto per le
coalizioni di liste, consentendo a tutte le liste di partecipare
alla ripartizione proporzionale dei seggi.
“Sono già andati persi nel 2014 i voti di Sardegna Possibile,
del Fiu e della coalizione di Mauro Pili, mentre nel 2019 i voti
di M5s, Pds, Sinistra Sarda, Adn e Sardi Liberi – scrivono
nell’appello – Un prezzo altissimo che non fa altro che
aumentare il tasso di astensione, allontanare gli elettori dalla
democrazia rappresentativa, aggravare la crisi del sistema
politico e rendere definitivo il distacco tra le istituzioni e
il popolo sardo”.
“Vogliamo consentire la rappresentanza anche delle forze
politiche sarde, non solo dei poli italiani – sostengono – La
nostra legge ideale non costringerebbe le forze politiche a
formare alleanze prive di reale coesione politica e
programmatica o aggregazioni contraddittorie che non aiutano la
governabilità perché
destinate a fallire. La nostra legge ideale consentirebbe la
rappresentanza anche delle forze politiche sarde, non solo delle
grandi coalizioni italiane”. (ANSA).
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