Il turismo delle radici “è uno snodo cruciale per il turismo italiano, perché si rivolge a un bacino di utenza stimato in circa 80 milioni di persone, tanti sono gli italiani di seconda e terza generazione che vivono all’estero”.
Lo ha dichiarato la ministra del Turismo, Daniela Santanchè, all’evento di presentazione del Progetto Pnrr ‘Turismo delle radici: una strategia integrata per la ripresa del settore del turismo nell’Italia post Covid-19’ alla Farnesina.
Questi italiani all’estero hanno “un legame fortissimo con il nostro Paese e le famiglie di origine” e “vogliono tornare sia per conoscere la storia della loro famiglia e le loro radici, sia perché vogliono visitare l’Italia”, ha spiegato. “Prima della pandemia, siamo arrivati a contare oltre 10 milioni di turisti delle radici, poi sono diminuiti ma nonostante tutto sono stati 6 milioni gli italiani all’estero tornati nella nostra nazione nel 2021. Numeri importanti, anche perché hanno elementi interessanti: la lunghezza del periodo in cui stanno in Italia – minimo sei giorni e oltre – e una spesa che nel 2021 è stata pari a 4,2 miliardi di euro”, ha sottolineato Santanché.
“Tema fondamentale è poi quello della destagionalizzazione” perchè è un turismo che non si concentra solo in estate o a Natale “ma anche in tutto l’anno. Altro vantaggio è poi l’acquisto di prodotti enogastronomici, che porta a rivitalizzare le produzioni agroalimentari e artigianali. Altro settore in crescita sono i matrimoni, perché tanti italiani all’estero vogliono tornare a sposarsi in Italia”. Per tutto questo, “il piano strategico del turismo riconosce l’importanza fondamentale del turismo delle radici”, che viene valorizzato anche col portale Italia.it, che “ci consentirà di promuovere i mercati chiave di questo turismo”. (ANSA).
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