(ANSA) – CATANIA, 04 FEB – “Catania ha bisogno di uomini e
donne che come Sant’Agata sappiano portare la croce delle loro
responsabilità, che corrano il rischio di essere cristiani tutti
i giorni e in tutti i luoghi di questa città. C’è tanta gente
che porta la propria croce in silenzio e dignitosamente: sono i
‘santi della porta accanto'”. Lo ha detto l’arcivescovo
metropolita di Catania, Luigi Renna, nell’omelia della Messa
dell’Aurora celebrata in Cattedrale in onore di Sant’Agata. Le
celebrazioni per la Patrona della città, la terza festa
cristiana per partecipazione al mondo, sono tornate in presenza
dopo l’emergenza Covid-19.
“Portano la croce – ha affermato mons. Renna – quelli che
hanno un lavoro precario, che dalla mattina alla sera, forse
anche portando a casa uno stipendio magro, mantengono integra la
loro dignità, rinunciando ad essere messi al soldo della mafia.
Lo fanno con dignità quei catanesi che non cedono al ricatto di
un guadagno facile e disonesto. Coloro che soffrono perché hanno
una persona malata nella loro famiglia e se ne prendono cura
senza conoscere un giorno di pausa, come la cosa più normale del
mondo, perché è normale amare e non trascurare. Porta la croce
di figli, mariti, mogli, che hanno problemi con la giustizia, e
vuole correre il rischio di uscire dal cerchio magico che li ha
ingannato; portate la croce voi – ha aggiunto – che con grandi
sacrifici state facendo di tutto perché i vostri figli,
attraverso la scuola, costruiscano un futuro che non ha come
obbiettivo la strada o il carcere. Portate la croce voi che
abitate nei quartieri dove un Comune in dissesto finanziario da
troppi anni non vi può assicurare alcun servizio, e in cui le
luci delle strade sono così rade che vi siete rassegnati ad
illuminarvi alla luce della luna, e in cui i negozi improvvisati
sulla statale sono il mercato di periferie che non hanno neppure
aree mercatali. Non abbiate paura – ha osservato mons. Renna –
di rischiare e di puntare tutto sulla fede, sull’onestà,
sull’amore per la famiglia e per il futuro dei vostri figli.
Riprendetevi la croce di dover decidere della vostra vita, di
dover dire il vostro pensiero sulla città, sulla politica, sulle
scelte di chi vi ha governato e vi governerà”. (ANSA).
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