(ANSA) – PADOVA, 06 MAR – La scienza è una questione di
genere: ne sono convinte le cinque apripista della ricerca in
Italia che oggi nell’Università di Padova inaugurano la
Conferenza delle Addette e degli Addetti Scientifici e Spaziali
2023 organizzata dal ministero degli Affari esteri e della
Cooperazione internazionale. La pensano così la prima donna
ingegnere aerospaziale italiana, Amalia Ercoli Finzi,
l’immunologa Antonella Viola dell’Università di Padova, Piera
Levi-Montalcini, nipote della Nobel e presidente
dell’Associazione Levi-Montalcini. Con loro Chiara Montanari,
prima italiana capo spedizione in Antartide, e Cinzia Zuffada,
presidente Italian Scientists and Scholars in North America
Foundation (ISSNAF).
“Sono convinta che scienza e innovazione siano una questione
di genere perché le donne sono più brave degli uomini”, ha detto
Amalia Ercoli Finzi, la prima ingegnera aerospaziale italiana,
laureata al Politecnico di Milano. “Fin da ragazza mi sono
sempre occupata di cose da ingegnere e poi mi sono iscritta al
Politecnico, allora eravamo solo 5 ragazze su oltre 650 uomini”
e “se mi chiedo: ho fatto qualcosa di buono? Io dico di sì”.
Anche per Viola serve un cambio di passo: “Il genere è molto
importante nell’innovazione e lo dimostra, per esempio, la
medicina, che solo adesso comincia ad affrontare la questione
del genere”. Sulla stessa linea la nipote della Nobel Rita Levi
Montalcini, per la quale è necessario “riportare questione di
genere alla primissima infanzia” e “come diceva zia Rita,
dobbiamo imparare a chiedere quello che ci spetta, lavorando su
noi stesse, tirare fuori le nostre capacità per combattere”.
(ANSA).
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