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Rapporto Reuters, l’ANSA ancora prima per affidabilità

La crisi economica e il ricambio generazionale stanno mettendo sotto pressione l’editoria mondiale con oltre un terzo degli abbonati alle news online che ha annullato le sottoscrizioni. Cala anche la fiducia nelle notizie ed è scarso l’interesse soprattutto per gli argomenti ansiogeni. TikTok guadagna terreno per la fruizione delle news tra i più giovani, Facebook perde rilevanza. Sono i dati salienti del Digital News Report 2023 dell’Istituto Reuters, che per il sesto anno consecutivo certifica l’ANSA prima in Italia per affidabilità tra le testate d’informazione.

Secondo l’analisi annuale, condotta in 46 paesi e arrivata alla dodicesima edizione, l’ANSA guida la classifica con una crescita delle fiducia degli italiani che passa dal 73% dello scorso anno al 78% del 2023, seguono SkyTG24 e Il Sole 24 Ore. ANSA.it sale di una posizione ed è secondo tra i siti d’informazione: il 20% lo naviga ogni settimana. Primo sito è TgCom24, terzo SkyTg24, quarto Repubblica.it. Tra tv e radio, i tg Rai sono primi seguiti da Mediaset, SkyTg24 è terzo insieme a TgCom24. Più in generale nel nostro Paese resta “molto bassa” la fiducia nelle notizie (34%) e la percentuale di italiani che pagano per le news online (si attesta al 12%, la stessa di cinque anni fa).

Continua a diminuire nel nostro paese la fruizione di notizie cartacee, solo il 16% dichiara di utilizzare fonti di stampa (era il 59% nel 2013). Tiene la tv (69%), mentre il 70% le fruisce online. Il 34% condivide news su social, chat e e-mail. Reuters sottolinea come “la maggior parte delle testate italiane si basi sulla pubblicità online per finanziare operazioni digitali”, ma la parte da leone nel settore la fanno Google e Meta. Dal 2017 al 2021, infine, i ricavi della pubblicità tradizionale “sono diminuiti del 10%, nel settore televisivo e della carta stampata, comportando una riduzione di 2.400 dipendenti (-17%) nei quotidiani e nei magazine”. “Gran parte dell’editoria mondiale dopo le prime ondate di digitale affronta ora un cambiamento molto più radicale guidato dalle nuove generazioni che si affidano quasi interamente ai vari media digitali – osserva Rasmus Kleis Nielsen, direttore dell’Istituto Reuters – questo sarà un cambiamento senza ritorno, una nuova normalità in cui i mezzi di informazione dovranno ritagliarsi il loro posto se vorranno connettersi con il pubblico”.

Secondo il rapporto, il ricambio generazione unito all’aumento del costo della vita connesso al post pandemia e alla guerra sta mettendo sotto pressione i modelli di business. Nel mondo oltre un terzo (39%) degli abbonati alle news online ha annullato o rinegoziato i propri abbonamenti. Solo il 17% paga in media per le notizie. L’Istituto Reuters certifica anche un calo mondiale della fiducia nelle news: si attesta al 40%, rispetto al 42% del 2022. Si registra inoltre un calo di interesse in genere per le notizie: le rifugge il 36%, tra questi circa la metà (53%) lo fa in modo periodico, altri le controllano meno spesso (52%) o evitano gli argomenti difficili o che provocano ansia (32%).

La spinta dei lettori giovani si misura sui social media: Facebook diventa sempre meno rilevante come fonte di informazione e di conseguenza come fattore trainante del traffico sui siti (solo il 28% ha avuto accesso alle notizie tramite la piattaforma). TikTok è il social che registra la crescita più rapida: è utilizzato dal 44% dei giovani di età compresa tra 18 e 24 anni, lo usa per le notizie il 20%. Infine, il 56% degli utenti afferma di essere preoccupato perchè non riesce a distinguere le notizie reali dalle fake news e cresce lo scetticismo per le notizie scelte dagli algoritmi.


Source: http://www.ansa.it/sito/notizie/politica/politica_rss.xml

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