(ANSA) – ROMA, 03 MAR – “Non possiamo che condividere quanto
 scritto dal Comitato Onu sulla questione riguardante il
 cosiddetto Caso Cospito. Le violazioni dell’articolo 7 e
 dell’articolo 10 sono lampanti. Tuttavia bisogna nuovamente
 sottolineare come il 41 bis sia una forma di tortura non solo
 per Cospito ma per tutti i detenuti oggetto del cosiddetto
 carcere duro”. Così in una nota Massimiliano Iervolino,
 segretario di Radicali Italiani.
   
 “L’obiettivo principale dell’inasprimento del regime di
 detenzione – voluto ed attuato dopo l’uccisione di Falcone e
 Borsellino nel 1992 – era di eliminare le comunicazioni dei boss
 con l’esterno: possibile che questo giusto obiettivo, ancora
 oggi, si possa raggiungere solo attraverso la tortura dei
 detenuti? E poi si possono definire le oltre 700 persone in
 carcere duro come pericolosi criminali che hanno ancora la
 capacità di incidere all’esterno? E infine quali risultati ha
 portato il 41 bis in termini di lotta alla criminalità
 organizzata? A trent’anni dalla strage di Capaci e di Via
 D’Amelio una cosa certa la possiamo affermare: è stata sconfitta
 la mafia stragista corleonese ma non la criminalità organizzata
 nel suo complesso. La camorra, la mafia e la ‘ndrangheta si
 combattano con l’antiproibizionismo non con la tortura”,
 conclude. (ANSA).
   
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