Si è conclusa ancora prima di cominciare l’ultima azione legale lanciata all’Alta corte di Londra dal principe ‘ribelle’ Harry, impegnato tramite i suoi avvocati su vari fronti nei tribunali britannici. Il giudice, dopo aver ascoltato preliminarmente le parti in una precedente udienza e senza entrare nel merito del contenzioso, ha respinto il ricorso presentato dal secondogenito di re Carlo III contro il ministero dell’Interno (Home Office) che gli aveva negato il diritto di pagarsi di tasca propria una scorta di polizia – durante le sue visite nel Regno Unito con la famiglia – dopo aver perduto quella garantita di regola a spese dei contribuenti ai soli membri “attivi” della famiglia reale. Status al quale il duca di Sussex e la moglie Meghan avevano dovuto rinunciare dopo lo strappo dai Windsor del 2020 e il trasferimento negli Usa
Il pronunciamento della corte ha sposato la motivazione avanzata a suo tempo dall’Home Office, e in particolare del comitato governativo per la protezione dei reali e dei personaggi pubblici (noto come Ravec), che aveva rigettato la richiesta del principe, contestando come irrituale la pretesa di pagare privatamente la forza pubblica. Al massimo la polizia potrà dare episodicamente tutela ai Sussex a propria discrezione. Invece gli avvocati del duca avevano tentato di contestare la decisione del Ravec in base a una legge del 1996 che consente al “capo della polizia” di fornire servizi speciali “a pagamento”, ad esempio in occasione di grandi eventi pubblici, sportivi o di intrattenimento. Ma, come ha sottolineato il giudice Chamberlain, i servizi richiesti dal principe “comportano l’impiego di agenti specializzati altamente qualificati, di cui esiste un numero limitato”, pronti anche a rischiare per proteggere le persone sotto scorta.
La battuta d’arresto legale del principe arriva a pochi giorni dalla denuncia del rischio di un presunto incidente “quasi catastrofico” a New York causato, secondo un portavoce dei Sussex, dall’inseguimento della coppia da parte dei paparazzi, in un episodio tale da ricordare il precedente tragico di Parigi che segnò l’epilogo della vita della principessa Diana, madre di Harry (e dell’erede al trono William). Quanto accaduto ai Sussex è stato tuttavia ridimensionato da alcuni fonti americane.
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