Durante l’audizione in commissione Vigilanza l’Ad Roberto Sergio, ha assicurato che “i criteri guida per la selezione delle figure apicali sono stati (e saranno, per le nomine che seguiranno): competenza e capacità manageriale, bilanciando continuità e innovazione. Sono stati scelti quindi professionisti validi, prestando molta attenzione a salvaguardare, laddove rilevante per la posizione, il pluralismo”. Ed ha aggiunto: “La Rai deve essere di tutti, pena l’incompatibilità con i dettami costituzionali e il venir meno della sua universalità – ha aggiunto -. Ne consegue che, per un verso, non può escludere alcuno e, per altro verso, non può essere appannaggio solo di alcuni”.
“Abbiamo ottenuto in azienda una significativa riduzione del gender gap. Uno sforzo non fatto in occasione ultime nomine, in particolare alle testate, dove sono stati scelti tutti uomini. Uno strappo grave alle policy di genere aziendali ratificate dal cda un anno fa”. Ha invece denunciato a presidente Rai, Marinella Soldi, in audizione. “Vorrei trasferirvi – ha poi aggiunto – un senso di urgenza. L’azienda, pur avendo chiuso l’ultimo bilancio in pareggio, affronta una situazione di indebitamento pari a 580 milioni di euro nel 2022. Per un rinnovo necessario delle forme di finanziamento, serve un piano industriale credibile e realistico da approvare a stretto giro e tassativamente non oltre il 2023”.
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