Giorgia Meloni vola a Bruxelles per fare il punto sull’Ucraina con gli altri leader europei. Niente spazio, durante il Consiglio Ue, al delicato tema dei migranti, dopo le aperture di Von der Leyen anche alle aspettative di Roma, perché si entrerà nel merito solo in estate. Ma la premier si lascia alle spalle per qualche ora sia lo scontro, a tratti ruvido, ingaggiato con le opposizioni in Aula alla Camera sulla gestione degli sbarchi, sia le tensioni con l’alleato leghista sulla questione delle armi a Kiev.
Ucraina, Meloni contro M5s: ‘Da irresponsabili fare propaganda sulla pace’
Intanto, nella replica al termine del dibattitto a Montecitorio sul prossimo vertice europeo, il capo del governo scalda il clima proprio sul tema dei migranti perché dice di aver sentito, di nuovo, “calunnie e falsità” nei confronti dell’Esecutivo, “dello Stato italiano” e della Guardia costiera. E difende la scelta di coinvolgere l’Europa, di pensare a un piano Mattei per prevenire le partenze, ribadendo che la prima delle cose da fare è tendere una mano alla Tunisia per evitare “flussi che nessuno saprebbe governare”. Accanto a lei Raffale Fitto, vuoti gli scranni dei ministri leghisti. Matteo Salvini è impegnato in varie riunioni al ministero, come non manca di fare sapere. Giancarlo Giorgetti non c’è, ma sarà poi al pranzo al Quirinale nel corso del quale, raccontano, Meloni avrebbe preso atto dell’allungamento dei tempi sui migranti ed elencato a Sergio Mattarella i dossier su cui si registrano distanze, a partire da quelle con la Germania sugli aiuti di Stato. Solo a un’ora dall’inizio del dibattito (interviene anche, dal gruppo misto, Aboubakar Soumahoro) arriva Giuseppe Valditara.
IMMIGRAZIONE
“Dal 2013 al 2023 secondo i dati Unhcr – ha ricordato Meloni – nel Mediterraneo sono morte complessivamente 25.692 persone: sappiamo che il rischio che qualcosa vada storto è insito nelle partenze in sé e infatti è accaduto con tutti i governi. Sono andata a guardare quale era la percentuale di quanti non si è riusciti a salvare rispetto alle partenze e i dati di questo governo sono i più bassi. Noi siamo quelli che in rapporto agli sbarchi sono riusciti potenzialmente a salvare più persone. I dati smontano una certa propaganda. Raccontare al cospetto del mondo, di fronte a questo enorme sforzo, che invece lasciamo bambini morire nel Mediterraneo è una calunnia non solo del governo ma nei confronti dello Stato italiano, degli uomini e delle donne delle forze dell’ordine, del nostro intero sistema. O volete dire che ci sono uomini delle forze dell’ordine che non vogliono salvare i bambini per indicazioni del governo?. Siamo stati lasciati da soli a fare questo lavoro a volte fuori dai confini nazionali. Ho sempre configurato il blocco navale – ha proseguito – come proposta europea in collaborazione con l’autorità libica. Pensate di sapere meglio di me cosa dico e cosa penso? Gli atti lo confermeranno. Io lavoro per un obiettivo di questo tipo, per una missione europea che blocchi le partenze in collaborazione con autorità africane, quindi anche libiche, e con una cooperazione che porti sviluppo”.
“Abbiamo già risposto mille volte, se si continuano a dire cose false è difficile. Scusate colleghi, cerchiamo di essere all’altezza del compito. Ho sentito dire, mi pare da Bonelli, che abbiamo negato che Frontex avesse fatto una segnalazione sulla presenza dei migranti. Non l’abbiamo mai negato, il governo ha detto che la segnalazione di Frontex era di polizia, della presenza della nave ma non della situazione di difficoltà. È la vostra versione che non torna, non la nostra. Spero si possa andare avanti per cercare insieme delle soluzioni. Il regolamento di Dublino va rivisto – dice acora Meloni – ma continuo a segnalare sommessamente che non è una soluzione per l’Italia. Immagino che sappiate che si riferisce a chi ha ragionevolmente la possibilità di avere una protezione internazionale, ma la percentuale che arriva da noi è una minoranza. Anche quando dovessimo arrivare ad ottenere di più su Dublino il tema del 70-80% di chi arriva da noi e rimane senza risposte e soluzioni rimane. Credo che serva un approccio più globale che non possa prescindere dal dialogo con i paesi africani”.
BANDO UE AI MOTORI TERMICI
Passando alla questione mobilità, Angelo Bonelli (Avs) ha contestato a Meloni “l’attacco al regolamento sull’auto è sul perché danneggerà l’economia. È una bugia in primis perché dopo il 2035 le auto a motore endotermiche potranno continuare a circolare, ma comunico alla presidente, che tutte le industrie automobilistiche del mondo hanno deciso di produrre solo elettrico: chi nel 2030 e chi nel 2035. Stellantis 2030, Volvo 2030. Se fosse per questo governo ci sposteremmo ancora con il calesse trainato dai cavalli”. “Dite che volete la neutralità tecnologica – ha proseguito – e proponete l’uso dei biocarburanti e dei carburanti sintetici. Ma sapete di cosa state parlando ? Per incrementare la produzione di biocarburanti Eni ha avviato progetti agricoli in sei Paesi dell’Africa subsahariana: Kenya, Congo, Angola, Costa d’Avorio, Mozambico e Ruanda.” “Stiamo parlando di paesi africani che vivono problemi drammatici per l’accesso al cibo. Nel Congo ci sono 7 milioni di persone che soffrono la fame con l’indice di malnutrizione più basso nel mondo, idem in Ruanda. Cosa fa il governo italiano attraverso la sua azienda di stato Eni? Prende i terreni in Africa, li sottrae alla coltivazione di cibo per garantire a noi l’uso dei biocarburanti mentre le popolazioni continuano a morire di fame, più di prima”. “Questo a me provoca disgusto, a voi? Cara Presidente Meloni e maggioranza questo non è il piano Mattei per l’Africa, questo si chiama colonialismo” ha concluso.
“Quello che ha prodotto un certo approccio ideologico è una situazione che sul piano ambientale non sta benissimo e soprattutto dopo quello che ci ha insegnato l’aggressione russa all’Ucraina il rischio di passare dalla dipendenza dal gas russo alla dipendenza dall’elettrico cinese: non mi sembra una cosa intelligente, credo che l’Europa debba lavorare sulla propria sovranità tecnologica”: così la presidente del Consiglio Giorgia Meloni in sede di replica alla Camera dopo il dibattito sulle comunicazioni in vista del Consiglio europeo.
SUPERBONUS
La premier Giorgia Meloni torna ad attaccare il superbonus rispondendo, in sede di replica nell’Aula della Camera, a chi, come i deputati del M5S puntavano il dito contro il governo anche sulla direttiva europea per le “case green”. “Dite che noi siamo ‘il governo dell’austerità’ anche se io sono molto distante dall’austerità – dichiara Meloni alzando il tono della voce – ma se questo significa mettere delle pezze a un provvedimento che ha creato un buco da 40 miliardi per non efficientare davvero gli edifici e ristrutturare per lo più seconde case, creando un debito di 2000 euro a persona anche a chi non ha una casa solo per aiutare le banche a lucrarci sopra, allora si, io sono a favore dell’austerità”, conclude tra gli applausi della maggioranza.
MES E PATTO DI STABILITA’
“Dobbiamo provare ad adeguare – ha detto Meloni – gli strumenti di cui disponiamo. Non sono mai dei totem, si valutano di fronte alla loro utilità. Registro che nel nostro dibattito quelli che sono strumenti diventano spesso dei totem indiscutibili. Il governo prende seriamente in considerazione la proposta di Confindustria. Oggi è uno strumento non particolarmente utilizzato, credo che possa diventare uno strumento reale di sviluppo industriale e finanziario europeo. Sul Patto di stabilità la proposta della Commissione non è esattamente il nostro desiderata. Ma allo stato attuale, rispetto a quella proposta, si rischia di tornare indietro e faremo del nostro meglio per migliorarla”. Replicando ai rumorii dai banchi delle opposizioni, la premier ha aggiunto: “Mi corre l’obbligo di ricordare che quella proposta è formulata da realtà politiche più vicine a voi che alla sottoscritta. I parametri di governance – ha concluso – devono maggiormente tenere in conto il tema della crescita rispetto a quello della stabilità”.
Mattarella riceve al Quirinale la premier Meloni e altri membri del governo
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