Tornano i commissari esterni di Maturità e, come da tradizione, per gli oltre 500mila maturandi sotto esame parte la “caccia all’uomo”, per scoprire chi si cela dietro quei nomi. Il ministero dell’Istruzione e del Merito ha pubblicato gli elenchi ufficiali. E, a quanto pare, la maggior parte degli studenti non aspettava altro.
Almeno questo emerge da un sondaggio effettuato in queste ore dal portale Skuola.net – su un campione di 500 alunni che dal 21 giugno saranno alle prese con l’esame di Stato – secondo cui ben 9 su 10 da adesso in poi dedicheranno un po’ del loro tempo a indagare su quegli “sconosciuti”. I più (60%) addirittura definendo una strategia di gruppo, muovendosi assieme ai propri compagni di classe, ognuno col suo compito; solo una minoranza (30%) agirà in solitaria.
Circa 1 su 3 baderà al sodo, provando a rintracciare in giro gli argomenti che, all’interno dei programmi della propria materia, stanno più a cuore ai tre commissari esterni che gli ha assegnato il ministero; sperando così di anticipare le loro mosse, specie in vista dell’orale. Un altro quarto abbondante (26%) si soffermerà di più su eventuali stranezze e fissazioni, legate sempre al loro modo di insegnare. Una percentuale simile (26%), invece, si concentrerà soprattutto sugli aspetti caratteriali e sulla personalità. Un ulteriore 14% cercherà di sapere che metro di giudizio applicano, in pratica se sono “stretti” o “larghi” coi voti.
Il mezzo per mettere le mani più agevolmente su queste indiscrezioni? La fetta più grande dei “cacciatori di commissari” (30%) pensa di scovare e contattare gli alunni della scuola in cui insegnano i prof esterni. Un’altra quota consistenti di maturandi interessati all’argomento (23%) sfrutterà i social network, scandagliando i profili di quei docenti. Non sono pochi (20%) neanche quelli che seguiranno canali più “istituzionali”, provando a immedesimare i propri insegnanti, chiedendo loro di recuperare informazioni sui loro colleghi.
Il 13%, invece, si rivolgerà a siti web o forum per studenti.
Quasi nessuno (3%) adotterà il metodo forse più in voga in passato, ovvero quello di andare direttamente nell’istituto in cui lavorano i docenti che si troveranno davanti tra meno di un mese.
Source: http://www.ansa.it/sito/notizie/politica/politica_rss.xml