L’Istituto Paolo VI di Brescia ha deciso di conferire il Premio Internazionale Paolo VI al Presidente della Repubblica Italiana Sergio Mattarella.
Il premio sarà consegnato al presidente della Repubblica da papa Francesco il 29 maggio 2023, giorno dedicato alla memoria liturgica di San Paolo VI e poco prima della ricorrenza del sessantesimo anniversario della sua elezione al Pontificato (21 giugno 1963). E’ quanto annunciato in una conferenza stampa in Vaticano. “L’attribuzione al Presidente Mattarella del Premio Internazionale Paolo VI intende sottolineare come l’azione politica e il servizio al bene comune nell’esercizio delle diverse funzioni istituzionali siano uno degli ambiti significativi in cui ciò può avvenire”, ha spiegato in una conferenza stampa don Angelo Maffeis, presidente dell’Istituto Paolo VI di Brescia.
L’Istituto Paolo VI esprime la sua “profonda gratitudine” al Papa che “ha accettato di consegnare personalmente il premio. È un gesto che testimonia la venerazione di Papa Francesco per Paolo VI, la stima nei confronti del Presidente Sergio Mattarella e, ci sia permesso, anche l’apprezzamento per il lavoro che ormai da 44 anni l’Istituto Paolo VI svolge per tener viva la memoria del Papa bresciano e studiarne l’insegnamento e l’opera”, ha sottolineato ancora don Maffeis.
L’istituto Paolo VI di Brescia ha deciso di assegnare il Premio internazionale al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella perché incarna l’idea della politica che Papa Montini considerava “un servizio allo Stato e alla collettività”. Lo ha detto Andrea Riccardi, membro del comitato scientifico dell’Istituto Paolo VI. Riccardi ha evidenziato, in una conferenza stampa in Vaticano, “una consonanza e una continuità tra queste due figure pure lontani nel tempo e con curve esistenziali diverse”, Mattarella e Paolo VI. Montini “è stato sempre vicino ai politici cattolici e alla politica ispirata cattolicamente per quella idea profonda del governo come servizio alla comunità” e Mattarella “si inserisce, rappresentando un’altra generazione, in questa tradizione che è prima di tutto spirituale, di intendere la politica come servizio allo Stato e alla collettività”. Riccardi ha anche ricordato i rapporti tra Giovanni Battista Montini e la famiglia Mattarella ma “non è questo il tratto più importante” a creare tra loro un legame quanto “una idea alta della politica”. “Mattarella – ha concluso Riccardi – ha espresso, nei suoi due mandati, il senso del bene comune al di sopra di quello che è invece essere di parte o partigiani”.
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