Il capanno non è più lì, sulla spiaggia di Salloum, a pochi chilometri da Hammamet. Tappa fissa che apriva le prime celebrazioni organizzate per ricordare il leader socialista scomparso nel 2000. Una mareggiata l’ha spazzato via quasi 10 anni fa. Era un luogo “sacro” per il leader socialista, costruito da lui stesso con l’aiuto di Nicola Mansi, autista ma soprattutto sua ombra e amico. Lì Bettino Craxi si ritirava per giornate intere a leggere e a scrivere. E lì rilasciò la sua ultima intervista televisiva – nel 1999 – a Sandy Marton, cantante “re” dei tormentoni estivi anni ’80 prestato quell’anno al programma “Meteore”. Ma le celebrazioni di Bettino Craxi, che quest’anno segnano il 22mo appuntamento a 23 anni dalla scomparsa, continuano ad essere un evento cui vecchi socialisti ma anche tanti politici non rinunciano.
E anche oggi in un centinaio si sono ritrovati ad Hammamet, in Tunisia, dove l’ex premier è sepolto. Tra loro molti parlamentari di centrodestra, tra questi i capigruppo di Fi Licia Ronzulli e Alessandro Cattaneo, ma anche Maria Tripodi, Alessandro Battilocchio, Nino Germanà e Anastasio Carrà della Lega.
Una liturgia che quest’anno la Fondazione Craxi ha articolato su tre giorni e che oggi ha previsto un raccoglimento presso il cimitero cristiano di Hammamet, una cerimonia commemorativa all’interno della Medina, con l’inaugurazione della mostra Pagine di storia della libertà ed, infine, la proiezione , presso una sala dell’Hotel Bel Azur, Quel giorno a New York, un cortometraggio “che ripercorre le fasi salienti di un grande impegno che, da Rappresentante personale del Segretario generale dell’ONU, Bettino Craxi profuse nella lotta contro la fame nel mondo e nella riduzione delle diseguaglianze fra Paesi ricchi e Paesi poveri”.
Ma il ricordo di Craxi porta con sè, ogni volta, anche il ricordo degli anni bui della politica italiana, del lancio delle monetine davanti all’Hotel Raphael, la difficile stagione di Tangentopoli fino al suo esilio tunisino. A tornarci su è oggi il leader di Fi, Silvio Berlusconi, che ha affidato ad una lettera il ricordo dell’amico Bettino: “A 23 anni dalla scomparsa, la figura di Bettino Craxi non perde di attualità e al tempo stesso si delinea con sempre maggiore chiarezza il suo profilo di grande protagonista della storia del nostro Paese”, scrive. “Il dramma degli ultimi anni della sua vita, gli anni dell’esilio, va ricordato come monito sugli effetti perversi dell’uso politico della giustizia. Ma la statura di Bettino Craxi non è solo quella di una vittima. È anche e prima di tutto quella di uno statista che ha cambiato la storia del nostro Paese”.
Parole apprezzate dalla figlia Stefania che ha sottolineato come il leader di Fi sia stato “un uomo che c’è sempre stato, nella buona e nella cattiva sorte. C’è stato per me, per la mia famiglia, per la comunità dei socialisti, ai quali ha garantito spazi di iniziativa e di protagonismo politico”.
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