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Gli emendamenti del governo su migranti alla prova dell’Aula

Il braccio di ferro nella maggioranza sul decreto migranti avrà il suo epilogo direttamente in Aula al Senato con la Lega che, con i suoi emendamenti fortemente restrittivi della cosiddetta protezione speciale, non ha ancora formalizzato il suo passo indietro rispetto ai sub emendamenti presentati dal governo che addolciscono le richieste dell’alleato in materia e mantengono un canale aperto con le aspettative dell’Ue.Il provvedimento arriva in Aula, con molte ore di ritardo rispetto al ruolino di marcia, senza l’ok della commissione Affari costituzionali, quindi senza il bollino dei partiti che sostengono il governo e nella sua versione originale, quella varata dal cdm convocato a Cutro, in Calabria, dopo la tragedia in cui hanno perso la vita in mare 94 migranti.

In Aula dunque si vedrà se ci sarà e poi reggerà l’intesa nella maggioranza sulla protezione speciale per i richiedenti asilo. Occhi puntati sulla Lega che tiene sulla corda i due alleati di governo accarezzando l’idea di intestarsi la battaglia per il sostanziale ritorno ai decreti Salvini sulla sicurezza. L’obiettivo dell’Esecutivo è invece quello di fermarsi alle misure concordate con l’UE sia pure con alcune mirate restrinzioni su temi specifici, come la mancata conversione della protezione speciale in permessi di lavoro o introducendo dei limiti per i permessi concessi per cure mediche o calamità naturali eccezionali. Segno insomma di un equilibrio ancora fragile su un tema delicatissimo, anche alla luce del rischio di possibili rilievi al testo da parte del Colle.

Quel che è certo, per ora, è che il nuovo emendamento governativo (che ha avuto il vaglio del ministero della Giustizia) è un’estensione dell’articolo 7 del decreto e disciplina la procedura per i ricorsi delle richieste di permessi speciali presentati entro il 31 dicembre 2021. Tangibile sembra però il disagio nel centrodestra, che si percepisce anche dalle bocche cucite della Lega nei corridoi del Senato. Solo qualche senatore si azzarda a dire che la Lega non presenterà tutti i 21 emendamenti, ma solo quelli che affrontano i temi rimasti scoperti. Ma senza il testo di tutte le modiche è difficile valutare le novità alla normativa sui flussi migratori, oltre all’effettiva tenuta della maggioranza. Nel frattempo, però, Fratelli d’Italia e Forza Italia ostentano gettano acqua sul fuoco delle tensioni nella coalizione. E garantiscono che verranno riproposti tutti gli emendamenti già depositati nella commissione Affari costituzionali ma sottoscritti da tutta la maggioranza, cioè ogni gruppo firmerà le modifiche degli altri. A conferma del segnale di unità che si intende dare come maggioranza e come governo.

Il ping pong sul decreto ha comunque di fatto allungato i tempi dell’approvazione. Il voto finale è atteso non prima di giovedì. La conferenza dei capigruppo ha deciso di rinviare di 24 ore l’esame del provvedimento – che va convertito in legge entro il 9 maggio – e di approvare intanto le misure sulla protezione delle persone provenienti dall’Ucraina.

 Cruciale sarà il carico di emendamenti con cui partirà poi l’esame del decreto migranti. Dalle opposizioni se ne annunciano centinaia (ad esempio 98 dal Pd e 23 da Avs. A parte colpi di scena dell’ultima ora con eventuali sub-emendamenti a quelli del governo che potrebbero arrivare nelle prossime ore.
   


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