(ANSA) – ROMA, 18 MAG – Il rapporto tra clienti e istituti
 finanziari è destinato a cambiare ancor più radicalmente di
 quanto non sia accaduto finora. La tecnologia potrebbe,
 paradossalmente, rendere questo rapporto più inclusivo e
 personalizzato. Di questo si è parlato nel “Intelligenza
 Artificiale e professioni della finanza”, tenutosi nel corso
 della seconda edizione del Festival Nazionale delle Università.
 L’introduzione dell’Intelligenza Artificiale e machine
 learning tenderanno a sostituire l’attività umana in quelle
 operazioni per così dire ripetitive e/o ridondanti e a basso
 valore aggiunto, per dare all’uomo spazio di focalizzarsi su
 attività a maggior valore di analisi con trasformazioni
 significative sui servizi di consulenza e gestione finanziaria.
 Per Nicola Rossi, economista e professore, già presidente
 Istituto Bruno Leoni e senatore,  “le innovazioni che derivano
 dall’intelligenza artificiale esistono già in campo finanziario,
 ma riguardano, per ora, attività di carattere routinario e
 documentale. Bisognerà vedere se, in futuro, potranno arrivare a
 varcare il territorio del rapporto banca/cliente o se potranno
 dare indicazioni sulle azioni da compiere con valutazioni
 prospettiche. Questo è un confine delicato, che le autorità di
 regolamentazione si troveranno a individuare nel momento in cui
 saranno chiamate a dare una regolazione per queste nuove
 tecnologie”.
 “Le opportunità molteplici derivanti dall’intelligenza
 artificiale – dice Ubaldo Livolsi, presidente Livolsi& Partner –
 sono molteplici. Si possono fare scelte molto più oculate,
 arrivando anche a disimpegnare l’intermediazione per chi vuole
 investire. Bisogna, quindi, puntare sull’intelligenza
 artificiale, che porterà un progresso anche nella finanza.
   
 Potremmo avere, selezionando bene gli studi, degli enormi
 benefici”. (ANSA).
   
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