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Da Andreotti a Segre,i senatori a vita visti da vicino

Qual è la funzione dei senatori a vita? Cosa ci si aspetta da loro? E ancora, quale futuro si delinea per questa figura istituzionale oggi? È a queste domande, e non solo, che tenta di dare risposta Paolo Armaroli nel suo volume “I senatori a vita visti da vicino”, presentato nella sala Capitolare presso il chiostro del convento di Santa Maria sopra Minerva del Senato della Repubblica.
    È un libro di “ironia e dottrina” e qualche volta di “dottrina ironica” ha esordito divertito nella sua introduzione all’evento l’ex presidente del Senato Marcello Pera, riferendosi alla classificazione che dei senatori a vita fa Armaroli: dalla categoria di quelli “in fin di vita” agli “abusivi”, passando per “i senatori a morte” e per quelli “fantasma”.
    Proprio contro quest’ultimo tipo di figura si è scagliato il senatore Pier Ferdinando Casini, che intervenendo alla presentazione ha detto di non riuscire a comprendere “quale logica ha l’accettazione di una nomina così significativa per la Nazione e il continuo non partecipare ai lavori del Senato” e di “disapprovare quei colleghi che sono senatori ma non ho mai visto una volta”. E non rientrano di certo in questa categoria le senatrici a vita Liliana Segre – la quale ha mandato un messaggio di saluti non potendo essere presente -, ed Elena Cattaneo che, chiamata a testimoniare la propria esperienza, ha ricordato commossa il momento in cui l’ex presidente della Repubblica Giorgio Napolitano le chiese di accettare l’incarico.
    Non solo. Cattaneo ha anche sottolineato quanto l’essere senatrice a vita significhi “contribuire a costruire una società più competente e partecipativa” e “contribuire a evitare tragiche scelte legislative”.
    Tra i presenti all’evento, moderato dall’ex sottosegretario alla presidenza del Consiglio Gianni Letta, il giurista Enzo Cheli, il quale ha rimarcato l’interesse del volume di Armaroli anche alla luce delle discussioni di attualità sul terreno delle riforme. Se si manterrà il bicameralismo, ha detto Cheli, “in questo caso lo strumento dei senatori a vita non solo potrebbe essere conservato ma addirittura potenziato”. Anche per l’ ex ministro della pubblica amministrazione Sabino Cassese il volume di Armaroli “fa riferimento a realtà concrete”, mettendo in luce “un istituto che non era stato sufficientemente studiato”.
    A concludere la presentazione de “I senatori a vita visti da vicino” il suo autore, che ha sottolineato quanto l’essere senatore a vita sia “una missione civile trasferita al mondo politico”. 
   


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