I partiti della maggioranza trovano l’intesa per riconfermare Sergio Mattarella alla presidenza della Repubblica. L’ottava votazione al via dalle 16.30 si chiuderà quindi con la fumata bianca per l’attuale inquilino del Colle. La decisione di convergere sul capo dello Stato arriva dopo una mattinata di incontri e consultazioni tra i leader, il premier e lo stesso presidente della Repubblica che, raccontano in ambienti parlamentari, avrebbe ricevuto diverse telefonate dai leader di partito stamane mentre si trovava nella sua nuova casa di Roma. Mario Draghi ha fatto da trait d’union tra il Colle e le forze politiche dopo un colloquio con Mattarella a margine del giuramento al Quirinale di Filippo Patroni Griffi come giudice della Corte Costituzionale.
È opportuno che Mattarella resti al Colle “per il bene e la stabilità del Paese” avrebbe detto il premier – secondo quanto si è appreso da fonti autorevoli – allo stesso presidente della Repubblica e ai leader politici, che ha sentito nella mattinata. Dopo un vertice dei leader della maggioranza l’annuncio dell’intesa per chiedere a Mattarella di restare. Nel pomeriggio, verso le 15, arriverà l’atto formale con una visita dei capigruppo della maggioranza al Quirinale.
L’accelerazione che ha portato alla decisione di presentarsi da Mattarella per chiedergli di restare, è arrivata dopo che sono naufragate altre ipotesi avanzate da Salvini, che alla fine si è allineato: ‘Gli italiani non meritano altri giorni di confusione. Io ho la coscienza a posto, ho fatto numerose proposte tutte di alto livello, tutte bocciate dalla sinistra. Riconfermiamo il presidente Mattarella al Quirinale e Draghi al governo’. Salvini ha sentito poi al telefono Draghi preannunciandogli una visita a conclusione delle votazioni. Il sì a Mattarella arriva con una nota anche dal leader di Forza Italia Silvio Berlusconi che comunica direttamente al capo dello Stato il sostegno del suo partito. “Grande soddisfazione” anche dal leader del Pd Enrico Letta: “È un grande successo per il Paese, il Parlamento e la stabilità del governo”. Un invito a non perdere tempo viene da Pier Ferdinando Casini che fino a questa mattina era uno dei nomi su cui una parte delle forze politiche era pronta a convergere: “Chiedo al Parlamento, di cui ho sempre difeso la centralità, di togliere il mio nome da ogni discussione e di chiedere al presidente della Repubblica Mattarella la disponibilità a continuare il suo mandato nell’interesse del Paese”.
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